Skip links

La ricerca del Dott. Ugo Pastorino nella lotta contro il cancro ai polmoni

La ricerca del Dott. Ugo Pastorino nella lotta contro il cancro ai polmoni

Il Dott. Ugo Pastorino, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dal 2003, si è laureato alla Statale di Milano, e poi specializzato in chirurgia d’urgenza, oncologia e chirurgia toracica. Le sue esperienze di studio nei più importanti centri di chirurgia toracica di Londra, New York, Houston e Parigi, gli hanno valso nel 1994 la nomina a primario del Royal Brompton Hospital di Londra, il primo centro di chirurgia cardio-toracica del Regno Unito. La sua formazione professionale abbraccia tutta l’oncologia toracica: polmone, esofago, timomi, sarcomi, tumori germinali e pediatrici. Una chirurgia che richiede non solo di demolire, ma di saper ricostruire vasi, bronchi e parete toracica. Le sue rivoluzionarie sperimentazioni hanno dimostrato che i pazienti con metastasi polmonari possono essere guariti, e definito i criteri di selezione oggi accettati dalla comunità scientifica internazionale.

 

Dott. Pastorino da dove parte il suo interesse per il cancro ai polmoni?

La cosa che mi ha sempre affascinato del cancro al polmone è che sia un’epidemia inventata dall’uomo con la produzione industriale delle sigarette, mentre era malattia rarissima all’inizio del XX secolo. Nel 1976, al quarto anno di università, sono entrato all’Istituto Nazionale Tumori di Milano per preparare con Franco Berrino la mia tesi di laurea sulle cause ambientali del cancro polmonare. È  stata una ricerca affascinante sul rapporto tra fumo ed esposizione professionale, ed ha dimostrato che chi era esposto e fumava aveva un rischio di cancro molto più alto, ma che il fumo rimaneva il fattore di rischio principale anche negli esposti ad altre sostanze cancerogene. La sua pubblicazione ha fornito un nuovo modello di analisi dell’interazione tra uomo e ambiente, dimostrando che nel tumore polmonare le scelte comportamentali individuali sono più importanti dei fattori di rischio ambientali. Negli anni ‘80, alcuni dati interessanti sul rapporto tra dieta e cancro hanno generato nuove ricerche sulla prevenzione farmacologica dei tumori causati dal fumo. Noi abbiamo lanciato il primo trial randomizzato con la vitamina A nei pazienti operati per cancro al polmone, e poi un grande studio europeo, che ha arruolato quasi tremila persone, ma sempre proponendo la prevenzione farmacologica solo a chi aveva smesso di fumare.

 

Ci parli dell’importanza della ricerca in questo settore.

La ricerca clinica è importante perché l’Italia deve dare un contributo all’innovazione delle cure, se vuole mantenere un posto di rilievo nella comunità scientifica mondiale. Senza ricerca non può esserci innovazione, e senza risultati concreti, che migliorino le aspettative di vita, non si possono attrarre i finanziamenti necessari. Lo sviluppo delle conoscenze genomiche e molecolari offre enormi possibilità di ricerca, a patto che i medici sappiano fare squadra con chi lavora in laboratorio, per scoprire le cure più efficaci. Anche per il chirurgo si aprono oggi grandi opportunità di generare nuove ipotesi biologiche e testare la migliore integrazione fra le diverse terapie. Ma oltre a questo, noi possiamo mettere a disposizione delle generazioni future grandi banche di tessuti che servano a confermare ipotesi ora non immaginabili.

 

Cos’è la banca dei tessuti?

Quando operiamo una persona per un tumore, asportiamo insieme al cancro una porzione di tessuto sano. Infatti, anche se la chirurgia per i tumori maligni è sempre meno demolitiva, deve garantire margini di tessuto sano, e l’asportazione dei linfonodi potenzialmente interessati. Il patologo esamina e conserva solo un campione del materiale asportato, ma lascia una parte significativa di tessuti malati e sani, che possono essere congelati e raccolti nella banca, insieme al sangue ed ad altri materiali. È un serbatoio biologico che viene preservato senza limiti di tempo, e che mettiamo a disposizione dei ricercatori di oggi e di domani.

 

Quali sono i progetti attivi dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano?

Il nostro progetto più importante è sulla diagnosi precoce del cancro polmonare, ed integra la TC spirale del torace con l’analisi dei micro RNA circolanti nel sangue. Abbiamo reclutato in questo programma oltre diecimila forti fumatori, e siamo molto ottimisti sulle possibilità di anticipare la diagnosi e migliorare la cura del cancro polmonare grazie ai nuovi test biologici. Già oggi, la TC spirale ci permette di operare la gran parte dei pazienti con approccio mininvasivo, grazie all’impiego di tecnologie digitali di ultima generazione come la VATS 3D, anche in soggetti anziani od affetti da enfisema e bronchite cronica severa. I risultati sorprendenti dell’immunoterapia ci fanno pensare che prevenzione, diagnosi precoce e terapia biologica possono ridurre drasticamente il cancro polmonare, un’epidemia che l’uomo ha causato ed oggi deve eliminare.

Dott. Ugo Pastorino

Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Toracica della Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” di Milano

Via Venezian, 1 – 20133 Milano
Segreteria: 02.23902384
Fax: 02.23902907
ugo.pastorino@istitutotumori.mi.it

Leave a comment

  1. Buonasera dott Pastorino le scrivo dalla calabria hanno appena diagnosticato un carcinoma polmonare a cellule squamose al polmone destro a mio padre secondo lei quale sarebbe la migliore soluzione grazie in attesa di una sua risposta cordiali saluti

    1. Salve, contatti il medico ai riferimenti che trova nell’articolo, così che possa aiutarla. Le facciamo i nostri migliori auguri.

  2. Buona sera prof Pastorini ,le scrivo dalla Sicilia mio zio ha un carcinoma non ha piccole cellule nel lobo superiore del polmone destro, con ampio coi dello speco vertebrale ,la diagnosi dei medici siciliani e stata malattia localmente avanzata ,e non è trattabile chirurgicamente e non sopporterebbe la chemioterapia, ho detto se potevano trattarlo con farmaci biologici o con l’ immunoterapia,e mi hanno detto che davano solo tossicità al paziente ,assegnandogli cure palliative lei cosa mi consiglia visto che attualmente ha mezzo corpo paralizzato

    1. Salve, contatti il medico ai riferimenti che trova nell’articolo, così che possa aiutarla. Le facciamo i nostri migliori auguri.