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Linfomi, a Milano negli anni ’70 il primo trapianto di midollo in Italia

Il Prof. Corradini, direttore del Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia dell’Università degli Studi di Milano ci parla di ricerche e protocolli

La Struttura Complessa di Ematologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si occupa della diagnosi e del trattamento delle neoplasie ematologiche del paziente adulto. A parlarcene il Prof. Paolo Corradini, Direttore del Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia dell’Università degli Studi di Milano, nonché Direttore del Dipartimento di Ematologia ed Onco-Ematologia Pediatrica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori e Direttore della Struttura Complessa di Ematologia – Trapianto Midollo Osseo. Formatosi a Torino ed in America, alla Columbia University di New York e poi ad Harvard ed al Dana Farber Cancer Institute di Boston, fin dagli inizi della sua carriera ha svolto attività di ricerca clinica e molecolare nel campo delle neoplasie ematologiche, in particolare nel mieloma multiplo e nei linfomi non-Hodgkin. Ha sviluppato metodiche di laboratorio innovative per il monitoraggio molecolare della malattia minima residua nel mieloma multiplo, nei linfomi e nella leucemia linfatica cronica. Si occupa di trapianti di cellule staminali emopoietiche, infatti ha lavorato sin dagli anni ‘90 a protocolli di trapianto autologo ed allogenico ed in particolare è stato uno dei primi in Europa ad introdurre protocolli di condizionamento a ridotta intensità per il trapianto allogenico nei pazienti con linfomi recidivati. È inoltre Professore Ordinario di Ematologia all’Università degli Studi di Milano.

 

Prof. Corradini ci parli dell’importante reparto che dirige.

Il nostro reparto ha cominciato la sua attività nel campo dei linfomi con Gianni Bonadonna negli anni ’70. All’epoca fu la prima unità ad eseguire il trapianto di midollo in Italia nel campo dei linfomi. Io sono arrivato nel 2001 ed il mio obiettivo è stato quello di aprire una vera e propria Ematologia, che si occupasse non solo dei linfomi ma anche del mieloma multiplo, delle leucemie e delle mielodisplasie, ma soprattutto portare il trapianto non solo autologo ma anche allogenico.

 

In cosa consistono questi tipi di trapianto? Quali sono le differenze?

Il trapianto allogenico consiste nel trapiantare le cellule staminali prelevate da un donatore, che è poi il vero trapianto di midollo. Di fatto si trapianta il sistema immunitario, ossia quello che gioca la differenza nella possibilità di controllare la malattia neoplastica. Il trapianto autologo invece è come se fosse una banale autotrasfusione di cellule staminali, il quanto il donatore è il paziente stesso. Questo ha il solo scopo di far sì che il paziente riprenda i giusti valori di emocromo dopo una chemioterapia ad alte dosi. Questo tipo di trapianto non si effettuava in Istituto prima che arrivassimo noi.

 

Il dipartimento di Ematologia fa anche ricerca?

In ambito oncoematologico seguiamo tutte le patologie, il che però non vuol dire che facciamo ricerca su tutto. L’unità è strutturata in modo da applicare la miglior cura possibile come standard internazionale nei settori dove non facciamo ricerca, mentre dove la ricerca c’è, ai pazienti offriamo anche qualcosa in più, sia in termini di diagnostica, cioè di stratificazione del rischio della loro malattia basata su fattori di genomica e quindi con un’attività di laboratorio, sia in termini di protocolli innovativi o con farmaci anche sperimentali quando questi fossero richiesti. Le patologie su cui facciamo ricerca sono 3, i linfomi, la leucemia linfatica cronica ed il mieloma multiplo. Poi c’è un’area in più che è quella del trapianto di cellule staminali emopoietiche, dove noi storicamente abbiamo fatto alcuni studi pionieristici. Per esempio siamo stati i primi al mondo a fare il trapianto allogenico nei linfomi a cellule T, che poi è diventato lo standard mondiale per la malattia in ricaduta. Quando sono nati i nuovi regimi di condizionamento col trapianto non mieloablativo, i primi protocolli sono stati i nostri. Dal 2000 tutti i protocolli nazionali di trapianto allogenico nei linfomi, sono coordinati da noi. Abbiamo organizzato l’attività di questa Divisione in modo da poter effettuare studi di fase 1, cioè con le molecole o le combinazioni di molecole che per la prima volta vengono sperimentate sull’uomo. Poi, oltre agli studi nel campo del trapianto, abbiamo gli studi di fase 2, gli studi cooperativi randomizzati e abbiamo anche gestito uno studio randomizzato accademico sul mielina multiplo. Per ora siamo l’unico centro italiano che può fare, la terapia con le CAR T-cell nei linfomi, cioè una forma di immunoterapia con cellule modificate geneticamente, che è molto promettente e che ha un’attività antitumorale potentissima.

Prof. Paolo Corradini

Direttore del Dipartimento di Ematologia ed Onco-Ematologia Pediatrica della Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” di Milano e Direttore della Struttura Complessa di Ematologia – Trapianto Midollo Osseo

Via Venezian, 1 – 20133 Milano
Segreteria: 02.23902950 – 02.23902343
paolo.corradini@unimi.it
paolo.corradini@istitutotumori.mi.it

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