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A Milano il centro di riferimento per il trattamento del tumore al colon retto

Il Prof. Leo, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Colo-rettale dell’Istituto Nazionale dei Tumori, ci parla di questa malattia molto frequente

La Struttura Complessa di Chirurgia Colo-rettale dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, si occupa di tutti gli aspetti clinici e di ricerca riguardanti i tumori dell’apparato digerente, con particolare riferimento ai tumori colo-rettali. Da circa un ventennio è centro di riferimento nazionale ed internazionale per il trattamento chirurgico dei tumori intestinali primitivi e recidivi, con particolare riferimento agli adenocarcinomi del retto distale. A dirigere la struttura il Prof. Ermanno Leo, che dalla fine degli anni ’80, si dedica esclusivamente alla patologia del colon retto. Relatore ai più importanti congressi internazionali, è membro della SSO (Società Oncologica Chirurgica Statunitense). Dal 1996 è il Presidente del Simposio Internazionale sulla Chirurgia Conservativa per i Tumori del Retto e dallo stesso anno è anche membro della Commissione Oncologica della Regione Lombardia. Nel 1997 ha fondato Areco Onlus (Associazione per la Ricerca Europea in Chirurgia Oncologica), di cui è presidente. Il 31 gennaio 2003 viene nominato dal Ministro della Salute, quale esperto del Consiglio Superiore di Sanità ed a marzo di quell’anno viene insignito dell’onorificenza di “Commendatore della Repubblica Italiana”. L’anno successivo, in occasione della Giornata Mondiale della Sanità, riceve anche la Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica e nel 2006 viene insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce. Recentemente ha ottenuto il riconoscimento da parte della “Harvard Medical School” di una chiara leadership internazionale nel campo dei tumori del colon retto.

Prof. Leo, ci parli del tumore al colon retto

Questo tumore, molto frequente, insorge nel grosso intestino, ovvero nel colon e nel retto, ed è causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa, cioè del rivestimento interno della parete intestinale. Il tumore si sviluppa più spesso nel colon (circa il 70% dei casi) e meno frequentemente nel retto (30%). La maggior parte dei tumori del colon-retto deriva dalla trasformazione in senso maligno di polipi, ovvero di piccole escrescenze dovute al proliferare delle cellule della mucosa intestinale. I polipi sono considerati forme precancerose, sebbene rientrino nelle patologie benigne. La probabilità che un polipo del colon si evolva verso una forma invasiva di cancro dipende dalla dimensione del polipo stesso: è minima (inferiore al 2%) per dimensioni inferiori a 1,5 cm, intermedia (2-10%) per dimensioni di 1,5-2,5 cm e significativa (10%) per dimensioni maggiori di 2,5 cm. Tutti i cancri del colon-retto possono avere un aspetto a polipo, a nodulo oppure manifestarsi con ulcere della mucosa. Questo tipo di tumore colpisce ogni anno in Italia circa 50.000 persone. È una malattia subdola che non dà segnali evidenti, tant’è che al momento della diagnosi, circa un terzo dei malati presenta già metastasi a livello del fegato. Eppure potrebbe scomparire se tutti facessero una colonscopia dai 45 anni in su.

Come si affronta questo tipo di tumore?

Oggi sappiamo tutto di questo tumore: come nasce, quali sono le caratteristiche delle forme precancerose (i polipi intestinali) e quali i fattori che ne promuovono lo sviluppo. Ora si tratta di sfruttare queste conoscenze per bloccarne la progressione. Il segreto però, come dicevo, sta nella prevenzione. Nel cancro del colon-retto, è il fattore tempo a farla da padrone. Se la diagnosi è rapida, anche l’intervento chirurgico sarà limitato e talvolta è persino possibile evitarlo. In ogni caso la terapia di scelta è la chirurgia: sulla base della posizione del tumore si procederà con un intervento parziale o, nei casi più gravi, con la totale asportazione del tratto di colon interessato o del retto. Rispetto agli interventi demolitivi effettuati fino a non molti anni fa però, la chirurgia del carcinoma del retto si è fatta sempre più conservativa. Con i nuovi modelli di intervento, più conservativi ma anche più “studiati” sulle caratteristiche della malattia, abbiamo visto ridursi le recidive a cinque anni, dal 30 all’8% circa. Una chirurgia adeguata può ridurre perfino i trattamenti aggiuntivi come la chemioterapia e la radioterapia. Nel 1990 inoltre, abbiamo messo a punto una nuova tecnica che ha permesso di  ridurre le colostomie (il “famigerato” sacchetto).

BOX

I 7 consigli del Prof. Leo…

… per la prevenzione ed il trattamento dei tumori del colon-retto

1) Tutti devono, ove possibile, indagare su precedenti oncologici colon-rettali nella propria linea familiare. In caso di presenza di precedenti eseguire colonscopia;

2) Eseguire gli screening e rispettare i tempi di controllo;

3) L’efficacia della tecnica è strettamente collegata al chirurgo colo-rettale con documentata casistica operatoria;

4) È importante, in presenza di diagnosi di tumore del colon retto, recarsi presso un centro specializzato dove si esegue una chirurgia adeguata e delicata;

5) Le recidive, spesso in percentuali elevate (47% come documentato da Heald), sono legati ad interventi non adeguati. La prognosi della malattia è anch’essa collegata all’esecuzione di un primo intervento chirurgico che non lasci residui;

6) È la cultura, in particolare chirurgica, applicata alla cura e le relative conoscenze che ne scaturiscono a sconfiggere un tumore, non le singole tecnologie;

7) Alimentazione: non ci sono cibi cancerogeni! Si consiglia una dieta equilibrata nella quale la qualità dei cibi deve essere il primo requisito.

SALA OPERATORIA ALL'ISTITUTO DEI TUMORI ERMANNO LEO
OSPEDALE

Prof. Ermanno Leo

Struttura Complessa di Chirurgia Generale Indirizzo Oncologico 2 (Colon-retto) Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori

Via G. Venezian, 1- 20133 Milano
Segreteria: 02 2390 2616
Fax:02 2390 3228
ermanno.leo@istitutotumori.mi.it

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  1. Buongiorno, a mia madre è stato diagnosticato un carcinoma ano rettale, le è stata proposta chemioterapia per una settimana con ricovero e 6 settimane di radioterapia concludendo con un altra settimana di chemioterapia.tutto questo perché, mi è stato spiegato, questo tipo di tumore si è visto che risponde bene così. Io chiedo, ci sono altri approcci/terapie per evitare la chemioterapia? Mia madre ha 81 anni ed è stata in buona salute. Aspetto vs riscontro cordiali saluti

    1. Salve, contatti il medico ai riferimenti che trova nell’articolo, così che possa aiutarla. Le facciamo i nostri migliori auguri.

  2. Buongiorno volevo sapere per cortesia a chi mi devo rivolgere per avere un consulto per mia cognata operata per un carcinoma al colon retto a distanza di un anno ha ancora dolori fortissimi all ano quando deve evacuare e anche dopo Fatto prima dell interventochemio e radioterapia Dagli esami effettuati non risulta più tumore ma i dolori alla ano e scariche diarrea sempre. Grazie

    1. Salve, contatti il medico ai riferimenti che trova nell’articolo, così che possa aiutarla. Le facciamo i nostri migliori auguri.

  3. Buongiorno sono una signora di 56 anni e avendo un tumore piccolo all’ano mi hanno proposto di fare radioterapia e chemio per un mese e mezzo. Gentilmente che ne pensa lei?

    1. Buongiorno, le consigliamo di contattare direttamente il medico ai recapiti che trova nell’articolo. Auguri

  4. Chiedo aiuto per mio marito di 68 anni, ex donatore di sangue per tutta la vita; sempre stato sano,non assume alcun medicinale.A febbraio scorso- spinto da me- si è sottoposto una colonscopia di controllo generico; gli sono stati asportati 6 polipi,ma il 7* era troppo grosso ed è stata rinviato ad un intervento più complesso da effettuarsi dopo 15 giorni. Purtroppo è scoppiata l’emergenza Covit e il medico non lo ha più richiamato.Ha telefonato mio marito al dottore, che lo ha indirizzato presso un collega di un altro
    famoso ospedale. L’intervento è stato eseguito il 30 marzo 2020.L’esame istologico ha evidenziato la natura maligna dell’adenoma,
    ma il dottore è stato tranquillizzante: tutto era andato benissimo,solo un controllo dopo sei mesi.A settembre,però, il controllo è stato rinviato al 3 novembre. In questa data mio marito ha subíto un lungo intervento,perché è stata trovata una recidiva di 10mm,
    di cui è stata asportata la metà con fatica per la posizione difficile e per “ una lunghezza anomala” dell’intestino di mio marito
    ( mai riscontrata prima). La dottoressa mi ha letteralmente detto: suo marito dovrà essere operato tra tre mesi, perché occorre la presenza di un radiologo”. Ora – a pagamento- l’intervento potrà essere anticipato a dicembre,( dopo almeno 6 settimane per permettere all’intestino di riprendersi). Domanda: posso fidarmi a restare in questo ospedale? Siate, per favore, sinceri: lo convinco a venire ( in regime di solvenza) nell’Istituto dei Tumori, dove io sono stata operata al seno nel lontanissimo gennaio 1993 con successo? Grazie di cuore Gabriella