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Prevenzione e diagnostica nella cura del tumore alla mammella

A parlarcene, la Prof.ssa Adriana Bonifacino, Responsabile dell’Unità di Senologia dell’A.O.U. Sant’Andrea di Roma

Quando si parla di senologia, la prevenzione è particolarmente importante, dal momento che il tumore della mammella è la patologia oncologica più frequente nella donna in ogni età. A spiegarci perchè, la Prof.ssa Adriana Bonifacino, Responsabile dell’Unità di Senologia dell’A.O.U. Sant’Andrea di Roma (U.O.C. Oncologia Medica). È anche Presidente dell’Associazione IncontraDonna Onlus, ed è stata membro del gruppo di lavoro del Ministero della Salute per le linee guida delle Unità di Senologia.

Prof.ssa Bonifacino, quanto è importante fare prevenzione?

La tutela della salute dell’individuo passa attraverso una prevenzione primaria ed una secondaria. La prevenzione primaria consiste in una serie di attività (alimentazione, attività fisica, vaccini, etc.) che ci consentono di abbassare il rischio di ammalarci. La prevenzione secondaria invece, è quella per cui si effettuano una serie di esami e test per scoprire o convalidare la presenza di una patologia. Il tumore al seno è la prima causa di malattia nella donna in qualunque fascia di età ed interessa, solo in Italia, 50.000 casi nuovi per anno; 80% al di sopra dei 50 anni fino a fine vita, 10% tra i 30 ed i 40 e 10% tra i 40 ed i 50 anni.

Quali sono gli esami che riguardano il seno a cui sottoporsi?

L’autopalpazione non ha valore di autodiagnosi, è un modo per conoscere il proprio corpo. Bisogna toccare il proprio seno, perché si può constatare da sole se esistano cambiamenti e differenze, anticipando così un appuntamento con il medico. A partire dai 30 anni visita senologica ed ecografia, con periodicità che suggerirà il senologo in base al tipo di seno ed ai fattori di rischio personali. Dai 40 anni inizia la periodicità (ogni 12-18 mesi) della mammografia, meglio se con tomosintesi, da completare con l’esame ecografico su suggerimento dello specialista di riferimento. Il programma di screening mammografico regionale gratuito riguarda la fascia di età 50-69 anni, in alcune regioni ampliata da 49 a 74 anni. La periodicità è biennale ed il centro si riserva di richiamare per eventuali approfondimenti. Ancora molte pazienti però, si affidano a percorsi diagnostici spontanei scegliendo ogni volta centri e professionisti diversi.

Quando si trova un carcinoma del seno quale sarà il percorso?

Nel caso di diagnosi di carcinoma della mammella, la paziente deve essere indirizzata ad un centro di eccellenza della propria regione. Il decreto del Ministero della Salute del 2014 ha regolamentato i “centri di senologia” come gli unici centri di riferimento idonei per il trattamento del tumore mammario e sono quelli che ne trattano almeno 150 casi per anno, con un team multidisciplinare ed interdisciplinare, che segue la paziente in un percorso di ulteriori accertamenti (stadiazione) e di cura chirurgica ed oncologica, fino al post trattamento che include psiconcologia e riabilitazione. Secondo un decreto ministeriale del 2017, è opportuno applicare anche le linee di indirizzo per la nutrizione, per cui ogni paziente avrà accesso ad un iniziale screening alimentare, per poi essere seguito nelle diverse fasi di trattamento.

L’attenersi alle linee guida previste dai centri di senologia garantisce il trattamento più appropriato e personalizzato ed una sopravvivenza maggiore a 5 anni del 17%.

Esiste un’ereditarietà nel tumore della mammella?

Circa il 10% dei carcinomi della mammella è di tipo ereditario, un numero non elevato se si pensa ai casi non collegati alla famiglia (90%).

Esistono famiglie con una maggiore predisposizione (familiarità) ed altre portatrici di mutazione genetica (BRCa1 e 2). La consulenza genetica è raccomandata in persone che abbiano tumore della mammella e/o dell’ovaio; vengono prese in considerazione famiglie dove siano presenti più casi di uno dei due tumori, indifferentemente dal ramo materno o paterno. Sarà il genetista a valutare l’opportunità di esecuzione o meno del test, considerando che l’eventuale negatività non è probante di una negatività e che la positività espone ad un rischio elevato di contrarre tumore del seno e/o dell’ovaio, ma non la certezza. E’ un argomento molto delicato da trattare; la presenza di una mutazione BRCa1 o 2, anche in una persona sana senza malattia oncologica in atto, può comportare interventi definiti di profilassi, con asportazione delle due mammelle e delle ovaie. Vorrei però raggiungere il Lettore con il messaggio che “ la conoscenza e la consapevolezza possono salvare la nostra vita attraverso la prevenzione”.

Qual è il ruolo delle Associazioni di volontariato?

Molteplici sono in Italia le associazioni di volontariato con tema centrale il tumore del seno: supporto, ricerca, solidarietà, campagne di sensibilizzazione, advocacy. IncontraDonna è l’associazione della quale sono presidente; sono particolarmente fiera della diversificazione delle attività della nostra onlus, che non fa mancare il supporto alle donne operate, con uno sguardo più ampio a campagne di sensibilizzazione nazionale (Frecciarosa) e partecipazione a tavoli istituzionali per i diritti dei pazienti oncologici.

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Prof.ssa Adriana Bonifacino

Unità di Senologia A.O.U. Sant’Andrea – Sapienza

Via di Grottarossa, 1035/39 – 00189 Roma

Segreteria: 06 33775997
adriana.boni@gmail.com

incontradonna.it

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