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Progressi e nuove metodiche in campo pneumologico

Tra le novità, tecniche innovative per la cura dell’insufficienza respiratoria cronica e acuta

Laureato a Pavia, un’esperienza di tre anni in Canada e altre due presso l’Università di Leuven in Belgio e la Tufts University di Boston, due specializ-zazioni – una in malattie respiratorie e l’altra in anestesia e rianimazione – dal 2010 a Bologna, Stefano Nava è Professore ordinario delle malattie dell’apparato respiratorio all’Università Alma Mater di Bologna e Direttore della Pneumologia e Terapia Intensiva Respiratoria dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi della città emiliana. L’attività dell’Unità Operativa – formata da 30 posti letto di degenza ordinaria e 7 di terapia intensiva, oltre ai day ospital, gli Ambulatori e i Laboratori – è finalizzata alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento del paziente stabile e con insufficienza d’organo acuta o cronica delle patologie dell’apparato respiratorio sia classiche – bronchite cronica e enfisema polmonare (BPCO), polmonite, tumore del polmone, asma bron-chiale, tubercolosi, sindrome delle apnee notturne – sia rare, come ad esem-pio la fibrosi polmonare, la sarcoidosi, la linfangioleiomiomatosi (LAM). Il “ca-vallo di battaglia” del dipartimento diretto dal Professor Nava è senza dubbio il trattamento dell’insufficienza respiratoria sia acuta che cronica.

Quali sono stati i più sostanziali progressi nel campo della pneumologia negli ultimi anni?

Essendo io, come formazione improntato alla cura anche dell’insufficienza d’organo, penso che la ventilazione non invasiva (di cui la scuola bolognese è stata pioniera a livello mondiale) sia nel paziente acuto che cronico, la rimo-zione extracorporea di CO2 e il nuovo trend di terapia, ossia gli alti flussi umi-dificati, siano in prospettiva le più grandi novità presenti e future. Si tratta di tre differenti metodiche per curare questa patologia. La prima è la più stan-dardizzata e, se vogliamo, più storicamente presente. La rimozione extracor-porea di CO2 e gli alti flussi umidificati sono, invece, nuove tecnologie. In par-ticolare, la rimozione di CO2, seppur ancora in via sperimentale, è sicura-mente una tecnica molto innovativa, specialistica e rivoluzionaria. Non dimen-tichiamoci, inoltre, della farmacologia, sempre più improntata alla personaliz-zazione del trattamento per ogni singolo paziente. La ricerca farmacologica ci vede ancora spesso attori “passivi” delle multinazionali. Il bello della ricerca clinica, come nel caso dei supporti ventilatori, ci vede invece, in alto a guar-dare l’orizzonte e la rotta che noi stessi abbiamo scelto.

Qual è, invece, lo stato ad oggi dell’assistenza domiciliare respiratoria?

Nel nostro Paese la situazione dell’assistenza domiciliare è caratterizzata da una grande disomogeneità non solo tra regioni diverse ma anche all’interno della stessa. Di suo, comunque, il sistema di home care e l’attività degli ope-ratori specializzati è importantissimo, non solo per ridurre ma addirittura per prevenire le acutizzazioni delle patologie, oltre che per prevenire anche rico-veri in ospedale. In questo senso un valido supporto arriva dal metodo della telemedicina, una delle più importanti applicazioni dell’innovazione tecnolo-gica nel campo della sanità. Se dunque un programma domiciliare serio è si-curamente in grado di ridurre i costi futuri e dare i suoi frutti, è altrettanto vero che i costi iniziali sono impegnativi ed è necessaria una notevole implementa-zione delle tecnologie da utilizzare.

La rimozione di CO2

Sino ad oggi i trattamenti per curare l’insufficienza respiratoria acuta e cro-nica erano fondamentalmente due: uno invasivo, ovvero intubare i pazienti, l’altro non invasivo, ovvero eliminando l’anidride carbonica con maschera e respiratore. Oggi la ricerca ha portato alla scoperta di una terza via: un cate-tere nella vena che pesca il sangue, lo porta a un filtro e lo restituisce depu-rato dall’anidride carbonica. Una rimozione extracorporea della Co2 in grado di ridurre il ricorso all’intubazione e allo stesso tempo la mortalità dei pazienti.

STEFANO NAVA

Prof. Stefano Nava

Pneumologia e Terapia Intensiva Respiratoria – Pad. 15, Ospedale Sant’Or-sola Malpighi

Via Massarenti 9, Bologna

Tel. 051 2143253

email: stefano.nava@aosp.bo.it

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