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Radioterapia intraoperatoria con elettroni applicata a distretti addominali e pelvici

A spiegarci l’argomento il Prof. Felipe A. Calvo, cattedratico spagnolo a capo del reparto di Radioterapia Oncologica della Clínica Universidad de Navarra

La radioterapia intraoperatoria (IORT) si afferma oggi come tecnica che consente un evidente e comprovato miglioramento del controllo locale della neoplasia combinando la resezione (o l’esplorazione) chirurgica e la somministrazione precisa di una dose elevata direttamente sul bersaglio durante la fase chirurgica. Proprio il controllo locale è la “conditio sine que non” per la guarigione oncologica. A parlarcene il Prof. Felipe A. Calvo, luminare della tecnica, al cui sviluppo ha significativamente contribuito nel corso di più di 30 anni di carriera clinica ed accademica.

Prof. Calvo, qual è stata l’evoluzione della tecnica IOeRT nel corso degli anni?

La radioterapia intraoperatoria nasce nel lontano 11 marzo 1905 a Barcellona. Nei primi anni ’60, Abe ed i suoi colleghi giapponesi identificano gli elettroni di alta energia come lo strumento più idoneo per l’esecuzione della tecnica, dando inizio quindi all’era moderna della IORT (IOeRT). Nel 1965 il primo acceleratore lineare ad elettroni è stato installato in sala operatoria. A partire dagli anni ‘80 la tecnica IOeRT ha iniziato a diffondersi in Giappone, Cina ed in America; la Mayo Clinic (US, Rochester) dà il via al suo protocollo IORT nel 1981. In Europa i pionieri sono stati Spagna, Austria e Germania; nel 1985 fu introdotta in Italia. Nella seconda metà degli anni ’90 l’evoluzione della tecnica IOeRT è stata segnata dall’introduzione dell’acceleratore mobile dedicato, che consente d’irradiare il paziente direttamente in sala operatoria risolvendo così le criticità collegate all’utilizzo degli acceleratori fissi: il trasporto del paziente nel bunker, con tutti i rischi annessi, ed il prolungamento dei tempi tanto dell’intervento che dell’anestesia.

Quali risultati ha permesso di raggiungere la IOeRT?

I risultati clinici ad oggi disponibili in termini di controllo locale e sopravvivenza globale si fondano su follow-up maturi che hanno permesso un consolidamento della tecnica IOeRT. La grande quantità e qualità di dati pubblicati, ha fatto sì che la IOeRT nel corso del 2016-17 venisse inserita tra le linee guida internazionali come le National Comprehensive Cancer Network (NCCN) americane per il trattamento di tumori extra mammella: sarcomi, colon retto T4 e ricorrente, pancreas non resecabile e ricorrente ed i tumori ginecologici ricorrenti.

Qual è la sua esperienza con la IOeRT?

Dal 1984 al 1992 alla Clinica Universitaria de Navarra (CUN) sono stati trattati oltre 700 pazienti con trattamento IOeRT mediante l’utilizzo di acceleratori fissi. Questi dati sono stati pubblicati e rappresentano la base (insieme con Mayo Clinic, University Hospital Salzburg e Heildelberg University Cancer Center) della sostenibilità dei risultati della IOeRT a 20 e 25 anni di follow-up in tumori ad alto rischio locoregionale od oligo-ricorrenti. Dal 1995 al 2012, all’Hospital General Universitario Gregorio Marañon di Madrid, abbiamo trattato con gli acceleratori fissi più di 1.000 pazienti affetti da tumori del retto, pancreas, gastroesofageo e sarcomi dei tessuti molli. Nel 2012, HGUGM ha acquistato un acceleratore dedicato per IOeRT grazie al quale altri 1.000 pazienti sono stati sottoposti a trattamento IOeRT ottenendo risultati eccellenti e risolvendo le problematiche legate all’impiego dell’acceleratore fisso. Da pochi mesi mi sono trasferito alla CUN di Madrid, dove svolgo l’incarico di co-direttore del Dipartimento di Radioterapia Oncologica e del Centro Tumori nel Campus madrileno e coordinatore dell’Unità Accademica di Ricerca ed Insegnamento. Posso affermare che si tratta di una tecnica imbattibile in termini di precisione, di protezione dei tessuti sani non coinvolti e del trattamento dei residui tumorali microscopici dopo la resezione chirurgica.

Cos’è cambiato dunque nella tecnica IOeRT? Ad oggi è più facile somministrarla?

Certamente. Lo stato dell’arte della IOeRT è dato dalla possibilità di disporre di acceleratori miniaturizzati mobili di elettroni di alta energia in grado di lavorare ad altissime prestazioni in sala operatoria senza alcuna difficoltà. La prossima frontiera è rappresentata dalla pianificazione del trattamento in tempo reale durante l’atto chirurgico: in occasione della 37esima edizione del congresso ESTRO che si è tenuto a Barcellona, è stato presentato un sistema altamente sofisticato di pianificazione del trattamento (TPS) che sarà a breve commercializzato.

Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

Il futuro è la “medicina di precisione” e, quindi, l’“oncologia di precisione” in cui la IOeRT è la massima esponente della “radioterapia precisa” guidata da visualizzazione del bersaglio, somministrazione al tempo zero dopo la chirurgia e da imaging intraoperatorio 3D in tempo reale. La IOeRT è un elemento essenziale dell’oncologia contemporanea personalizzata e multidisciplinare: versatile, efficace e sicura

foto Prof. Calvo

Prof. Felipe Calvo

Dipartimento di Radioterapia Oncologica Clinica Universidad de Navarra

Calle Marquesado de Santa Marta, 1 – 28027 Madrid, Spagna

Centralino: + 34 91 3531920
atpacientecun@unav.es

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