Skip links

Target therapy, una nuova speranza per i malati oncologici

A parlarci della medicina di precisione, il Prof. Sobrero, Direttore dell’U.O. di Oncologia Medica del Policlinico San Martino IRCCS di Genova

La lotta ai tumori beneficia oggi di nuovi strumenti diagnostici e terapeutici che possono in molti casi portare alla guarigione ed in altri a rendere il cancro una patologia cronica con cui convivere a lungo, come la target therapy o medicina di precisione, in grado di colpire selettivamente le cellule neoplastiche risparmiando i tessuti sani ed i farmaci immunoterapici che sono in grado di potenziare il sistema immunitario e stimolarlo a combattere il cancro. A parlarci di questa innovazione, il Prof. Alberto Sobrero, Direttore dell’U.O. di Oncologia Medica del Policlinico San Martino IRCCS di Genova. Vanta la frequentazione della prestigiosa Yale University, New Haven (USA), e numerose pubblicazioni scientifiche a livello internazionale. In passato è stato Professore Associato di Oncologia Medica all’Università di Firenze e Direttore del Dipartimento Oncologico dell’Ospedale Civile dell’Università di Udine. È membro delle più importanti società scientifiche internazionali, come l’American Society of Clinical Oncology e l’European Society for Medical Oncology. Nel 2016 ha vinto l’Esmo Award, il premio per l’oncologo dell’anno istituito dalla Società Europea di Oncologia Medica nel 1985. È stato il terzo italiano a vincere questo prestigioso riconoscimento.

Prof. Sobrero che cos’è la medicina di precisione ed a che punto siamo oggi con la target therapy?

La cura dei tumori fino ad una decina di anni fa, andava in quattro direzioni, e cioè la chemioterapia, la radioterapia, gli interventi chirurgici e l’ormonoterapia. Queste erano le uniche armi che avevamo a disposizione. Si tratta di strategie non molto specifiche, nel senso che distruggono tutte le cellule che incontrano, quindi non solo quelle tumorali ma anche le normali, agendo con poca selettività nel loro campo di azione. Questo loro limite era legato al fatto che non si conoscevano i meccanismi che sono alla base del tumore. Oggi invece, possiamo dire di conoscere meglio i meccanismi che sottendono alla proliferazione cellulare incontrollata. Quando abbiamo potuto dare un nome ai tanti fattori di crescita od ai loro precursori di acidi nucleici (DNA e RNA), ci è stato possibile puntare proprio su questi come target e bersagli di farmaci che vanno ad inibirne la funzione. Quindi la differenza tra la chemioterapia e la medicina di precisione è data dal fatto che mentre la prima distrugge le cellule e quindi ne rompe la struttura, la seconda mira ad inibire la funzione ed attraverso ciò produrne la morte in maniera selettiva. Target therapy significa infatti, colpire il bersaglio in modo mirato e non a mitraglia. Con l’avvento della medicina di precisione, c’è stato un cambio di marcia nella cura dei tumori. Mentre con le altre terapie si potevano guadagnare magari 6 mesi di vita, con la medicina di precisione è stato possibile identificare delle nicchie all’interno dei tumori più o meno comuni, nella cura delle quali i risultati sono stati molto più consistenti con guadagni di 2 o 3 anni di vita nelle forme non guaribili ed addirittura la guarigione in altre forme.

Qual è il ruolo dei marcatori predittivi nella ricerca traslazionale?

I marcatori predittivi sono il sine qua non della medicina di precisione. Se non si è riconosciuto e dato un nome preciso ad un fattore di crescita, ad un pezzetto del DNA, e quindi non si ha un bersaglio, non è possibile fare medicina di precisione. Il vero problema è che, pur avendo identificato questi marcatori predittivi, il tumore al suo interno ha varie sfaccettature, quindi ci può essere la cellula od il gruppo di cellule che muoiono se bersagliate attraverso quel singolo marcatore, ma molte altre che possono sopravvivere. E questo è il motivo per cui nonostante abbiamo fatto un notevole balzo in avanti nella cura dei tumori rispetto alla chemioterapia, molte forme di cancro non sono affatto guaribili e continuiamo ad avere 160.000 morti all’anno.

Quali sono i tumori, soprattutto rari, che potranno essere guariti in un futuro non molto lontano?

Fino a poco tempo fa si parlava di tumori rari o frequenti sulla base di una classificazione compiuta su base istologica. Oggi invece, la classificazione è fatta su base molecolare, per cui è venuta fuori una nuova classe di tumori, i cosiddetti nuovi tumori rari che sono sottogruppi identificati su base molecolare di tumori che rari non sono. Il problema cui va incontro la medicina attuale e del futuro, è che tutti i tumori diventeranno rari, in quanto la nuova classificazione prevede la spaccatura delle classiche categorie istologiche dei tumori in categorie molto più numerose dello stesso tumore ma divise su base molecolare. Un buon esempio di come ci si sta muovendo può essere dato dal tumore della vescica, abbastanza frequente, e dal colangiocarcinoma, che è invece un tumore raro. Il tumore della vescica è uno di quei tumori che beneficiano dell’immunoterapia, mentre il colangiocarcinoma no. Purtroppo ancora non riusciamo a capire bene il perché ci sono ancora oggi tumori che non beneficiano di questa nuova strategia terapeutica che è l’immunoterapia, mentre altri rispondono in maniera molto consistente. L’idea è che in alcuni tumori, come appunto il colangiocarcinoma, non ci sono i linfociti, che sono il braccio armato dell’immunoterapia, mentre nel tumore della vescica si. Un esempio di come la medicina di precisione possa cambiare radicalmente la prospettiva di cura di un tumore è il trattamento del tumore del colon retto, che nel 97% dei casi, quando è allo stadio disseminato, non è guaribile. Con la medicina di precisione mediamente l’attesa di vita è di 3 anni, mentre in passato se non trattato portava alla morte nell’arco di 5 mesi. Si è quindi passati da una malattia fulminante ad una che lascia speranze.

Sobrero_photo__preview

Prof. Alberto Sobrero

U.O. di Oncologia Medica Ospedale Policlinico San Martino IRCCS

Largo Rosanna Benzi, 10 – 16132 Genova

Segreteria: 010 5553301
albertosobrero@hsanmartino.it

Leave a comment