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Trapianto di fegato per tumore, la tecnica che tutto il mondo segue

Il Prof. Mazzaferro, che ha elaborato i “Criteri di Milano” e le altre innovazioni per le neoplasie del fegato, ci parla della struttura che dirige all’Istituto Nazionale dei Tumori

La Struttura Complessa Chirurgia Epato-Gastro-Pancreatica e Trapianto di Fegato è oggi all’interno della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, l’esempio di un’organizzazione di lavoro assistenziale e di ricerca tesa ad una sanità comprensibile, moderna e vicina alle persone ed ai vari contesti di vita. A dirigerla il Prof. Vincenzo Mazzaferro, uno degli esperti internazionali più rilevanti nel campo del trattamento dei tumori dell’apparato digerente, con particolare riferimento al fegato ed al trapianto epatico.

Dopo numerosi anni di lavoro negli Stati Uniti, rientrando in Italia ha guidato, dall’Istituto Tumori di Milano, il primo gruppo medico-chirurgico che ha iniziato ad eseguire sistematicamente nel nostro paese interventi di trapianto di fegato per tumore. Nel 1996 ha elaborato le linee-guida per eseguire questo tipo di interventi, da allora noti in tutto il mondo come “Criteri di Milano”, grazie alla cui applicazione ed alla conseguente migliore prevedibilità di risultato in pazienti affetti da tumore, l’intera organizzazione dei trapianti ha potuto migliorare sia in Italia che all’estero, il rapporto tra domanda ed offerta di organi, permettendo di allocare con corretta priorità la risorsa preziosa degli organi donati a scopo di trapianto per i pazienti con tumore in lista di attesa. Dal 2000 i “Criteri di Milano” sono parte del sistema di allocazione degli organi in tutti gli Stati Uniti e criterio di riferimento anche in Italia ed in Europa, nonché per l’intero mondo orientale e per tutta la letteratura scientifica specialistica. A tale contributo, la linea di ricerca sviluppata sulla base dei Criteri di Milano ha portato ulteriori approfondimenti in tema di “criteri allargati” e di terapie di retro-stadiazione nei pazienti con tumore ed esigenza di trapianto, pubblicati sulle più importanti riviste del settore. Per la sua attività ha ricevuto molti premi e riconoscimenti come il primo premio FIRC (Fondazione Italiana Ricerca sul Cancro) consegnato dalla Presidenza della Repubblica e dal fondatore dell’Associazione no-profit per la Ricerca sul Cancro, Prof. Guido Venosta, il Premio AACR and Landon Foundation Innovator Award, il Premio Ambasciatore di Milano ed il premio CIRSE (Cardiovascular and Interventional Radiological Society of Europe), oltre che la benemerenza civica della città di Milano per due volte.

 

Prof. Mazzaferro ci parli della Struttura Complessa che dirige

Il nostro è un reparto di Chirurgia oncologica con forte vocazione multidisciplinare, in particolare per l’area della gastroenterologia. Essendo inserito in un’Istituzione monotematica, quindi dedicata al cancro, si dedica alla risoluzione del problema cancro in un certo settore, che è quello dell’apparato digerente con particolare riferimento all’area epatologica ed epatobiliare pancreatica, però con larghi sconfinamenti sul resto della parte digerente (dallo stomaco al colon). La nostra struttura vanta la più ampia casistica in Italia di tumori epatici sottoposti a trapianto ed il reparto, nella sua interezza, è in assoluto tra i più attivi sul territorio nazionale per numero di interventi eseguiti per tumore del distretto epatico-pancreatico-biliare.

Oltre all’attività focalizzata sul trapianto di fegato, numerose sono le ricerche cliniche di alto valore prodotte, perché lo scopo è curare meglio domani il paziente di oggi, come il trattamento delle metastasi epatiche da tumori del colon, applicando nuovi approcci di terapie integrate mediche e chirurgiche, anche con interventi tecnicamente innovativi associati a tecnologie di ultima generazione ed ai nuovi farmaci biologici; il controllo integrato dei tumori epatici mediante la termoablazione, con nuove tecnologie che impiegano il calore e l’approccio mini-invasivo all’addome, e la radioembolizzazione. Abbiamo superato ampiamente le 5000 resezioni cioè le asportazioni di tumore dal fegato (anche in questo campo abbiamo la più ampia casistica, che colloca intorno al 60-70% le probabilità di sopravvivenza dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico resettivo), abbiamo fatto il cinquecentesimo trattamento da radioembolizzazione, una procedura che prima di noi era solo pioneristica e che siamo stati i primi ad importare nella pratica corrente.

 

In cosa consistono le procedure di retrostadiazione?

I pazienti con tumore oltre i criteri convenzionali che vengono accettati per essere sottoposti ad interventi chirurgici, vengono trattati con procedure di altro tipo, tra queste la radioembolizzazione, grazie alle quali i tumori vengono ridotti (in alcuni casi addirittura eliminati), e comunque resi più aggredibili al punto da poter essere operati e rimossi definitivamente. Il complesso delle cure, ossia dei farmaci o delle procedure che vengono somministrati prima degli interventi chirurgici e che permettono di ridurre la massa tumorale, vengono anche definite terapie neoadiuvanti.

 

Quando e come ha capito che quella del trapianto era la giusta soluzione per curare determinati tumori?

Ho cominciato la mia carriera proponendo quella che per l’epoca era una mezza follia, ossia pensare di fare i trapianti anche nei pazienti oncologici. Oggi il trapianto di fegato in oncologia si avvia ad essere l’indicazione più importante in assoluto. Ho capito che si poteva fare il trapianto di fegato sui malati di tumore osservando le cose. La medicina è sempre passata attraverso l’osservazione di ciò che i pazienti manifestano e sulla riflessione di quello che si può fare per modificarlo. Il tumore del fegato per sua natura rimane confinato per molto tempo nello stesso organo in cui nasce e progredisce, a differenza degli altri tipi di tumore. Il cancro epatico è uno dei pochi di cui si capisce l’origine e la popolazione a rischio è abbastanza individuabile a priori. Il ragionamento si è quindi mosso in questa direzione: se si rimuove in un solo tempo sia la condizione di base – ad esempio l’infezione virale e la cirrosi – che causa il tumore assieme al tumore stesso e quindi si sostituisce il fegato malato rimosso con un altro organo sano, si risolve il problema. Progressivamente si è cominciato ad agire così, tanto che oggi si comincia a parlare di trapianto anche per le patologie metastatiche, ossia non “nate” nel fegato ma “arrivate” al fegato da altre sedi. Davvero è l’osservazione che aiuta a fare la cura migliore. La chirurgia, anche in oncologia, è fatta di tanti insuccessi ed insoddisfazioni, ma questo è parte di ogni processo di crescita e di ricerca. Il buon chirurgo ama al contempo il proprio paziente ed il proprio lavoro. Ci sono due dimensioni nel nostro mestiere, una etico-filosofica di ricerca ed una tecnico-organizzativa di applicazione. Le due dimensioni devono convivere e andare di pari passo. È importante ricordare sempre che, quello che un chirurgo sta facendo lo fa su un essere umano che ha una sua vita ed una sua storia e che a lui si affida, solo così si può governare la propria audacia in modo corretto.

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  1. Unico centro oncologico italiano autorizzato al trapianto di fegato.
  2. Leadership internazionale nella elaborazione ed applicazione dei criteri di selezione ed allocazione per il trapianto di fegato in oncologia (carcinoma epatico, metastasi da tumori neuroendocrini e da tumori rari).
  3. Trattamento in regime di ricovero di circa 800 pazienti/anno portatori di casi complessi a carico di tumori del distretto epato-bilio-pancreatico e dell’apparato digerente.
  4. Centro di eccellenza ENETS per la cura dei tumori neuroendocrini del tratto gastro-enterico e sede del meeting annuale tra i Centri NET presenti sul territorio nazionale.
  5. Sede del gruppo di epato-oncologia multidisciplinare per la gestione concertata anche a distanza (web-based) delle problematiche dei pazienti con tumori dell’apparato digerente, in particolare del distretto epato-bilio-pancreatico.
  6. Sede di coordinamento (principal investigator), di reclutamento e di follow-up per studi clinici prospettici sulle nuove terapie chirurgiche, interventistiche e farmacologiche nell’ambito del trattamento dei tumori primitivi e secondari (metastasi) del fegato, delle vie biliari e del pancreas. Costante produzione scientifica ad alto impatto.
  7. Centro di training formativo pre-e post-laurea (Università di Milano e Scuola di Chirurgia Generale) sia sulla chirurgia convenzionale che mini-invasiva nel trattamento dei tumori addominali.
  8. Centro autorizzato alla prescrizione dei nuovi farmaci contro l’epatite C con particolare riferimento all’area dell’oncologia e sede di speciali competenze in epatologia dei trapianti.
  9. Leadership internazionale e primo Centro di applicazione in Lombardia della radioembolizzazione con Y90 per il trattamento dei tumori epatici primitivi e secondari.
  10. Sede dell’Associazione Prometeo (Progetto Malattie Epatiche Trapianto e Oncologia), ONLUS di supporto alle problematiche socio-assistenziali, logistiche (casa di accoglienza Casa Prometeo) e di miglioramento della qualità di vita nei pazienti affetti da neoplasie del distretto epato-bilio-pancreatico o sottoposti a trapianto.
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Associazione Prometeo

Prometeo, che è l’acronimo di Progetto Malattie Epatiche, Trapianto e Oncologia, nasce nel 1999 all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. A fondarla il Prof. Vincenzo Mazzaferro insieme ad alcuni suoi ex-pazienti, con lo scopo di rispondere in modo concreto ed attivo alle problematiche dei pazienti ed ai loro familiari. Le attività ed i progetti dell’Associazione sono mirati all’accoglienza ed alla gestione della qualità di vita. Prometeo fa accoglienza attraverso lo “sportello di supporto ed orientamento”, con un volontario presente ogni mattina in reparto per aiutare i visitatori e rispondere alle possibili domande; attività di intrattenimento e ricreative ed offrendo alloggio a condizioni agevolate nei pressi dell’Istituto dei Tumori. La qualità di vita è curata attraverso le attività di sensibilizzazione per promuovere l’umanizzazione della cura ed una cultura dell’accoglienza del malato e della sua famiglia. L’Associazione supporta anche la ricerca clinica relativa alle malattie epatiche con l’erogazione di borse di studio a medici e con attività di informazione e formazione per le persone che hanno subito un trapianto di fegato.

Prof. Vincenzo Mazzaferro

Direttore della Struttura Complessa Chirurgia Epato-Gastro-Pancreatica e Trapianto di Fegato della Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori

Via Venezian, 1 – 20133 Milano
Segreteria: 02.23902760/2338
Fax: 02.23903498
segreteria.mazzaferro@istitutotumori.mi.it

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  1. Buongiorno, sono la moglie di Emanuele Abatantuono. Mio marito ed io vogliamo ringraziare il prof. Mazzaferro e tutto il reparto, compreso il personale paramedico, per la professionalità e la sensibilità dimostrata, in particolare ringraziamo i dottori Cotsoglou e Bongini che hanno operato mio marito e che sono stati non solo altamente professionali ma anche sempre disponibili.
    Cordiali saluti
    Maria Di Stasio