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Trauma Center Careggi: una risposta efficiente e integrata alle emergenze

Inaugurato nell’aprile 2017, offre ai cittadini un unico punto di accesso per tutte le emergenze-urgenze compreso il trauma, con specialisti diversi e dotazioni all’avanguardia.

La riorganizzazione dell’A.O.U. Careggi di Firenze ha visto la creazione, due anni fa, di un nuovo Trauma Center che ha riunito, in un’unica struttura, moderna e funzionale, tutte le attività di pronto soccorso dell’ospedale fiorentino: ortopedico, oculistico, otorino, generale…. L’obiettivo era quello di poter indirizzare correttamente e nel minor tempo possibile il paziente che arriva in ambulanza o in elicottero, con qualsiasi tipo di problematica, allo specialista o al gruppo di specialisti più idonei a curarlo. A parlarcene, il Professor Stefano Romoli, Neurochirurgo e Direttore della Chirurgia della Colonna, una super specialistica che unisce neurochirurgia e ortopedia ed è dedicata alla cura chirurgica e non di tutte le patologie della colonna vertebrale.

Di cosa si occupa la sua unità operativa?

“Una buona parte dei traumi che arrivano al Trauma Center, nella misura del 15% circa, ha anche un interessamento vertebrale, da qui la necessità di creare un gruppo multidisciplinare di specialisti che potesse dare un supporto valido alla gestione del trauma senza trascurare le altre patologie. Il gruppo che oggi dirigo è nato nel 2016 mettendo insieme neurochirurghi e ortopedici che si occupassero dei traumi della colonna e, grazie alla fattiva collaborazione con altre specialità, coprendo tutte le problematiche ad essa inerenti: dai tumori alle patologie degenerative, per arrivare alle deformità come le scoliosi. Ad oggi parliamo di 750/800 interventi l’anno solo in questa struttura, di cui 150 per trauma, e di oltre 4.000 pazienti visitati ambulatorialmente.

 

Come si è evoluto il trauma negli ultimi anni?

“C’è stato sicuramente un grande cambiamento negli anni, perché adesso abbiamo imparato a classificare tutti i vari tipi di frattura della colonna e a capire quali di queste debbano essere trattate chirurgicamente e quali no, quali potrebbero avere dei problemi successivamente e quindi necessitare di una chirurgia a distanza per correggere le conseguenze del trauma stesso e come gestire i pazienti che non vengono operati. L’obiettivo è avere un linguaggio comune in tutti gli ospedali e tra tutti i medici in modo che ci siano delle regole e dei principi scientifici secondo i quali intervenire sul paziente – non solo quelli presi in carico qui ma anche quelli che si rivolgono al Careggi solo per una consulenza – e non in base a competenze autoreferenziali, tipo di formazione o anzianità. L’obiettivo  è garantire ai cittadini che non hanno bisogno di un intervento un percorso terapeutico per il prosieguo”.

 

Cosa c’è nel futuro della Chirurgia della colonna?

“La tecnologia sicuramente ci darà una mano e renderà tutto più facile: a partire da una modernizzazione delle strutture, fino ad arrivare a una maggiore informatizzazione e meccanizzazione di diagnosi e di cura. Penso ad esempio ai sistemi di navigazione, oramai di uso routinario, alle stampanti in 3D per le ricostruzioni di parti ossee ed ancora, alla personalizzazione della cura, un aspetto fondamentale che ci consente di valutare, per ogni paziente, la terapia più appropriata, perché una persona di 80 anni con una frattura, il colesterolo alto e che ha avuto tre infarti dovrà essere trattata diversamente rispetto a un ragazzo di 20, in piena salute, che deve tornare a giocare a calcio dopo 15 giorni. Il prossimo passo, in questo senso, sarà la ricostruzione personalizzata di una colonna custom made sul singolo paziente. Tutte innovazioni che ci garantiranno sicuramente risultati sempre migliori. Ma la conquista più importante oggi è sicuramente la multidisciplinarietà, che fa sì che io mi trovi a lavorare – in caso di pazienti con patologie vertebro-midollari complesse ad eziologia traumatica e non  – in stretta collaborazione e sinergia con altri specialisti quali il chirurgo toracico, l’ortopedico oncologo, il neuroradiologo interventista. Questo consente di operare nel minor tempo possibile, nella massima sicurezza del paziente, senza stressarlo troppo e riportandolo velocemente alla sua vita pre-trauma. Non più, quindi, un solo chirurgo che fa tutto ma l’unione, proficua, di tante specializzazioni”.

 

I numeri del Trauma Center

l complesso sanitario si sviluppa su una superficie complessiva di 8 mila metri quadrati, divisi su due livelli. La casistica traumatologia maggiore è gestita al piano terra dell’edificio, nell’area già attiva dal 2015: qui vengono accettati i casi complessi (codice rosso) e hanno a disposizione diagnostica d’avanguardia. Al piano -1 del padiglione è stata allestita un’area di quasi 4 mila metri quadrati dedicata alla diagnosi e cura di fratture e traumi ortopedici minori, alla gestione del codice rosa per le vittime di violenza, alla casistica di bassa complessità medico-chirurgica, oculistica e otorinolaringoiatrica, gestita anche con percorsi ambulatoriali per i codici minori, il tutto supportato da un’area di diagnostica per immagini di nuova concezione.

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Prof. Stefano Romoli

Resp. SOD Chirurgia della colonna A.O.U Careggi

Via delle Oblate 1,- 50134 Firenze

Tel +39 055 7947530/7481/7577

Mail: romolis@aou-careggi.toscana.it

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