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Tumori ginecologici, fattori di rischio e strategie diagnostiche

Il Dott. Armellino ci spiega quali sono i più frequenti e l’importanza della prevenzione

I tumori ginecologici interessano in particolare l’utero, le ovaie e la mammella. Un esperto in materia è il Dott. Flavio Armellino, ginecologo e Direttore Responsabile del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino.

 

Dott. Armellino ci parli dei tumori ginecologici, quali sono i più frequenti e come si possono prevenire.

Tra i più frequenti ci sono quelli che interessano il corpo dell’utero, che prendono origine dalle cellule dell’endometrio e sono definiti carcinomi endometriali. Quando invece il tumore si origina dal tessuto connettivo dell’utero si parla di sarcomi uterini, che sono fortunatamente più rari. Per quanto riguarda il tumore dell’endometrio, l’età è sicuramente uno dei principali fattori di rischio, infatti viene diagnosticato raramente prima dei 50 anni. Obesità e diabete possono, altresì, favorirne l’insorgenza. Un ruolo importante nella prevenzione può essere svolto dalle visite ginecologiche periodiche comprensive di ecografia transvaginale, che consente il monitoraggio dello spessore dell’endometrio: se questo supera i 4 mm si rendono necessari ulteriori accertamenti. Il tumore delle ovaie è in aumento ed è più insidioso perché di difficile diagnosi nonostante i controlli periodici. Questo può essere di tipo maligno o benigno e coinvolge quei piccoli organi, collocati a destra ed a sinistra dell’utero, deputati alla produzione degli ormoni sessuali femminili e degli ovociti. In questo caso la familiarità è un importante fattore di rischio ed è fondamentale il monitoraggio ecografico annuale per poter intercettare precocemente l’insorgere della malattia. I tumori ginecologici ad oggi meno frequenti, grazie alla prevenzione, sono invece quelli del collo o cervice uterina. Uno dei principali fattori di rischio per il tumore della cervice è l’infezione da HPV, il Papilloma virus umano, che si trasmette per via sessuale. Importante è l’uso del profilattico e la vaccinazione che si effettua dai 10 anni di età. Non tutte le infezioni da HPV provocano il cancro: la maggior parte delle donne che entrano in contatto con il virus infatti, sono in grado di eliminare l’infezione grazie al proprio sistema immunitario. Solo alcuni degli oltre 100 tipi del virus dell’HPV sono pericolosi dal punto di vista oncologico, mentre la maggior parte rimane silente. Il tumore della cervice uterina può essere diagnosticato effettuando regolarmente lo screening con Pap-Test. Si sta comunque diffondendo un nuovo esame, sempre più validato a livello internazionale, che consiste nell’HPV Test che, a differenza del Pap-Test, che si basa sull’esame microscopico di cellule epiteliali prelevate dalla cervice uterina, si fonda sulla ricerca del DNA, dell’m-RNA o di proteine specifiche virali direttamente in queste cellule. Un capitolo a parte meriterebbe il tumore della mammella, sempre più frequente e che sempre più colpisce anche in giovane età. È  importante per la donna non dimenticare che la familiarità è un importante fattore di rischio. Anche in questo caso la prevenzione è fondamentale: oltre all’autopalpazione che deve essere appresa e messa in atto già in giovane età, è necessario ricorrere sistematicamente a controlli periodici oltre i quarant’anni di età avvalendosi della mammografia abbinata all’ecografia mammaria. La diagnosi precoce consente un intervento conservativo ed una garanzia per la guarigione completa.

 

Come si curano questi tumori?

La chirurgia rappresenta il principale trattamento per i tumori del corpo dell’utero e consiste nel rimuovere l’utero integralmente insieme alle tube e le ovaie, in considerazione del fatto che si tratta quasi sempre di un tumore che colpisce in menopausa. Nei casi in cui l’invasività è più avanzata, è prevista anche la rimozione dei linfonodi addomino-pelvici. La laparoscopia è la tecnica chirurgica più utilizzata, perché a differenza della chirurgia tradizionale, che comporta l’apertura dell’addome attraverso un’ampia incisione, consente di operare attraverso alcune piccole incisioni di meno di un centimetro. È una tecnica mini invasiva che consente una ripresa più rapida per la paziente. Per quanto concerne invece casi più avanzati di tumore del collo uterino e dell’ovaio, può essere necessario talvolta, effettuare alcuni cicli di chemioterapie pre-intervento chirurgico, per ridurre le dimensioni del tumore ed essere più radicali nell’intervento successivo. Il confronto con gli oncologi permetterà, in funzione del tipo istologico del tumore e del suo grado di invasività, di definire un completamento della terapia.

Dott. Flavio Armellino

Direttore Responsabile del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino

via Cibrario, 72 – 10144 Torino
Segreteria: 011.43931
Segreteria Studio Medico: 011.752609
armellinoflavio@libero.it

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