L’utilizzo di questi farmaci in Dermatologia per il trattamento della malattia psoriasica porta molteplici vantaggi: non solo per la loro efficacia e sicurezza, ma anche in termini sociali, di risparmio economico e di sostenibilità.
Il Dott. Francesco Loconsole, Dirigente Medico con tre master in Management della Sanità, è Responsabile del Centro di Diagnosi e Cura della Psoriasi Clinica Dermatologica dell’AOU Consorziale Policlinico di Bari. Si occupa di questa malattia fin dai primi anni ‘90 e ha iniziato molto precocemente a utilizzare gli antiTNF alfa, quando erano disponibili solo in Reumatologia. Con la fattiva ed entusiastica collaborazione di due giovani specializzandi – il Dott. Edoardo Mortato e la Dott.ssa Silvia Baratta – ha realizzato uno studio economico di confronto tra le terapie sistemiche convenzionali e i biosimilari nella cura della Psoriasi, dimostrando i molteplici vantaggi nell’utilizzo di questi ultimi. “Non va dimenticato, infatti – sottolinea il medico – che la Psoriasi ha un impatto importante non solo sulla qualità di vita dei pazienti ma anche sulla società e dunque quale trattamento utilizzare diventa un tema non solo di efficacia e sicurezza, ma anche economico e soprattutto sociale e di sostenibilità”.
Dottore, che ruolo hanno oggi i biosimilari nella pratica clinica in Dermatologia?
“Gli antiTNF biosimilari sono senza dubbio una rivoluzione, in particolare nella cura della Malattia Psoriasica, che per anni è stata sottovalutata. L’avvento dei biologici, invece, ha favorito la conoscenza della complessità di una patologia che è infiammatoria, cronica, autoimmunitaria e multisistemica; l’arrivo sul mercato dei biosimilari ha portato poi a sdoganare definitivamente queste terapie innovative, mettendone in luce i molteplici vantaggi. Oggi si sa dunque che sono terapie sicure rispetto agli effetti collaterali che invece le terapie tradizionali possono causare; molto più efficaci, maneggevoli e che permettono un miglioramento della qualità di vita dei pazienti. A questo si aggiunge l’aspetto economico: i biosimilari portano a un sensibile risparmio della spesa sanitaria, non solo perché hanno un costo molto più basso ma anche perché, consentendo il trattamento più precoce dei pazienti con i farmaci biologici, evitano che la malattia progredisca e si aggravi. Se, dunque, inizialmente il biosimilare aveva solo la funzione “economica” di riequilibrare un mercato tendenzialmente oligopolistico, col tempo ha sdoganato tutti i benefici anche per il paziente”.
Quali sono stati i risultati principali dello studio economico che ha realizzato?
“Si tratta di un confronto di costi – e dunque di risparmio economico – tra i farmaci sistemici convenzionali e i biosimilari per il trattamento della Psoriasi a placche moderata. Nel modello studiato, abbiamo valutato i costi tangibili, ossia quelli legati agli esami e al numero di visite a cui il paziente deve sottoporsi, e quantificato le perdite di ore lavorative. Prendendo in considerazione due indicatori di efficacia del farmaco – l’indice PASI e il DLQI, che valuta la qualità di vita – abbiamo calcolato il cost per responder (costo totale per un trattamento spalmato su un anno) con i due tipi di terapie, giungendo alla conclusione che tra il costo nell’uso del farmaco sistemico tradizionale e quello dei biosimilari vi è un delta di 5.000 euro. Un risparmio notevole, dunque, che si ripercuote sia sul numero di pazienti in più che possono essere curati sia su quello di quanti possono accedere alle cure con questi farmaci innovativi, godendo di una migliore qualità di vita. Non solo: i miei specializzandi hanno calcolato anche l’NNT, il number needed to treat, ossia il numero medio di pazienti che devono essere trattati per prevenire un ulteriore esito negativo. Anche in questo caso si conferma l’efficacia dell’utilizzo dei biosimilari”.
Nella pratica clinica attuale c’è un ritardo nell’impiego della terapia biologica con antiTNF?
“I dati parlano non solo di un ritardo nell’utilizzo dei biosimilari ma anche nell’accesso dei pazienti alla cura della malattia. I motivi sono molteplici: uno è storico, perché è solo negli ultimi anni che si è conosciuta la complessità di questa patologia e di conseguenza si sono trasmesse in ritardo queste informazioni ai decisori; un altro motivo è economico, legato al costo delle terapie biologiche. A tutto questo si è aggiunta, negli ultimi due anni, la pandemia che ha canalizzato sulla cura del Covid molte delle risorse disponibili”.
Quali i suoi suggerimenti per una corretta gestione terapeutica dei pazienti psoriasici?
“Sicuramente è necessario sensibilizzare i decisori ad utilizzare il farmaco biologico – e in particolare il biosimilare antiTNF – in prima linea, eliminando totalmente i sistemici tradizionali, in modo da permettere, grazie al minor impatto economico, a un numero sempre maggiore di pazienti di accedere al trattamento migliore possibile e di consentire una cura sempre più precoce della malattia. Anche in considerazione del fatto che la popolazione sta invecchiando e che si sta abbassando l’età di insorgenza, cosa che porterà la malattia ad essere sempre più impattante a livello sociale”.
Contatti:
Prof. Francesco Loconsole
Responsabile Centro di Diagnosi e Cura della Psoriasi – Clinica Dermatologica AOU Consorziale Policlinico
Piazza Giulio Cesare, 11 – 70120 Bari
Tel. 080-5592680
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