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Diabete, come le nuove tecnologie stanno cambiando la cura della patologia

A parlarcene la Prof.ssa Buzzetti, Professore Ordinario di Endocrinologia all’Università “Sapienza” di Roma

Come si definisce il diabete mellito?

Il diabete mellito può essere definito come un gruppo di malattie metaboliche caratterizzate da un incremento dei livelli di glucosio del sangue dovuto ad un difetto di secrezione insulinica, di azione insulinica o di entrambe. Nel diabete di tipo 1, la produzione di insulina da parte del pancreas viene a mancare a causa della distruzione delle cellule beta che la producono. Il sistema immunitario non le riconosce come appartenenti all’organismo, ma come estranee. Il diabete mellito di tipo 2 è caratterizzato da un duplice difetto: non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina a soddisfare le necessità dell’organismo ed inoltre l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente A parlarcene, la Prof.ssa Raffaella Buzzetti, Professore Ordinario di Endocrinologia e dal 2017 Responsabile della UOD di Diabetologia presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Umberto I di Roma. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, si specializza prima in Endocrinologia e poi in Genetica Medica, nella stessa Università romana, dove dal 2001 è professore associato e poi ordinario. Dal 2004 al 2017 Responsabile della UOC di Diabetologia Universitaria al Polo Pontino della “Sapienza (ospedale S.Maria Goretti di Latina).

Prof.ssa Buzzetti, Cosa offrono le tecnologie per i due tipi?

L’esponenziale incremento di prevalenza del diabete degli ultimi vent’anni, (in Italia la prevalenza si attesta su circa il 6-7% della popolazione, di cui il 7-8% dei casi riguarda il diabete di tipo 1, mentre il diabete tipo 2 rappresenta circa il 90% di tutte le forme di diabete), ha stimolato tutti i campi della ricerca, da quella farmacologica a quella tecnologica. Principalmente la tecnologia, sta rivoluzionando il trattamento del diabete, Gli strumenti per misurare la glicemia, insieme ai “sistemi di erogazione dell’insulina” definiti microinfusori, hanno modificato l’approccio e la gestione del diabete da parte del medico ma soprattutto del paziente. Una corretta gestione richiede un controllo costante della glicemia domiciliare soprattutto in caso di terapia insulinica. I glucometri, che misurano la glicemia “capillare” pungendosi il dito, hanno ormai una precisione che si approssima al 100%. I sensori glicemici sono inoltre entrati nella quotidianità della persona con diabete, si tratta di strumenti per il monitoraggio in continuo della glicemia che applicati sulla pelle dell’addome o del braccio, sono in grado di “rilevare” il valore di glucosio a livello interstiziale, per diversi giorni consecutivi. Il sensore, per mezzo di un trasmettitore wireless, invia le informazioni al monitor, che la persona con diabete può tenere in tasca. Più di recente è entrato nell’uso corrente, un modello che non necessita di “calibrazione”, ovvero di misurare la glicemia capillare come riferimento, ma che è stato precedentemente “calibrato” in laboratorio. Il microinfusore rappresenta un fondamento nella terapia del diabete, in particolare del tipo 1. È uno strumento che “mima” la fisiologica secrezione erogando insulina in maniera continua (fabbisogno basale), e “a domanda” (boli prandiali). Varia inoltre l’infusione a seconda delle esigenze quotidiane del paziente. L’avanzamento della tecnologia ha permesso anche di integrare al microinfusore un sensore, la cosiddetta SAP (Sensor-augmented pump therapy). Un’ulteriore funzione, in alcuni modelli, permette di interrompere, in maniera automatica, l’erogazione di insulina quando la glicemia, rilevata dal sensore, scende troppo velocemente e raggiunge un limite di allarme e di riprenderla una volta che la glicemia è risalita. Integrare lettura della glicemia, infusione e sospensione automatica dell’erogazione di insulina in caso di ipoglicemia ha aperto la porta al pancreas artificiale.

Nello specifico, che ruolo giocano le tecnologie nel trattamento del diabete tipo 1 e tipo 2 in Italia?

I modelli di microinfusore attualmente in commercio in Italia o che stanno per fare il loro ingresso sono molteplici e potremmo dire che rispecchiano quelle che sono le esigenze della persona con diabete, dai modelli più complessi e sofisticati dotati di molteplici funzioni e più adatti alla cura delle persone con diabete tipo 1 a quelli più semplici e più facilmente gestibili dalla persona con diabete tipo 2. In Italia, ad esempio, è appena arrivato un nuovo microinfusore dagli Stati Uniti tecnologicamente molto avanzato, integrato con un sistema di monitoraggio glicemico in continuo, che mima ancora di più la fisiologica secrezione di insulina interrompendola e riprendendola a seconda della glicemia. Ma sempre dagli Stati Uniti è in arrivo in Italia una pompa specificamente pensata per il diabete tipo 2 e quindi molto più semplice nella gestione. Nonostante, tuttavia, l’enorme potenzialità delle nuove tecnologie, soltanto una profonda conoscenza del loro funzionamento unita ad un corretto stile di vita e ad una terapia adeguata possono essere di reale ausilio alla persona con diabete.

Prof.ssa Raffaella Buzzetti

Prof.ssa Raffaella Buzzetti

UOD di Diabetologia Istituto di II Clinica Medica Dipartimento di Medicina Interna e Malattie Infettive Azienda Ospedaliero-Universitaria  Policlinico Umberto I

Viale de Policlinico, 151 – 00161 Roma
Tel: 06-49970952  Fax: 06-49970952

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