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I farmaci biosimilari: una grande opportunità per i pazienti e per il SSN italiano

Questi farmaci offrono un contributo molto positivo in termini di benefici non solo nella cura dei pazienti, ma anche per l’ ottimizzazione delle risorse per il Servizio Sanitario Nazionale. 

 

A parlarcene, a pochi anni dal lancio sul mercato dei primi biosimilari anti-TNFα da parte di Biogen, Giuseppe Banfi, General Manager della filiale italiana dell’azienda americana da oltre 40 anni leader nello sviluppo di terapie innovative, con un particolare focus nel campo delle neuroscienze. La profonda esperienza scientifica e l’approccio pionieristico, hanno consentito negli anni a Biogen di diventare leader nel campo della ricerca e dello sviluppo di farmaci e terapie innovative volte a cambiare la vita delle persone con malattie neurologiche e neurodegenerative. La grande esperienza nello sviluppo e nella produzione di molecole complesse ha inoltre consentito all’azienda di sviluppare un ampio portfolio di farmaci biosimilari per contrastare le patologie croniche complesse in ambito reumatologico, gastroenterologico e dermatologico, come artrite reumatoide, Malattia di Crohn, artrite psoriasica e psoriasi.

 

Biogen è da sempre leader nelle biotecnologie applicate alle neuroscienze. Che ruolo hanno i biosimilari nell’ambito del vostro portfolio?

“In Biogen crediamo fortemente che i biosimilari rappresentino una grande opportunità per i pazienti e il Servizio Sanitario Nazionale. Il nostro impegno su questo fronte rientra in quella che noi chiamiamo una missione di INNOVABILITÀ, in cui l’innovazione scientifica e il forte impegno in ricerca vanno di pari passo con una costante attenzione alla sostenibilità e ai bisogni che il servizio sanitario nazionale si trova a dover affrontare. Da oltre 40 anni siamo pionieri nelle neuroscienze e realizziamo terapie innovative per gravi malattie neurologiche e neurodegenerative a forte impatto sociale e con bisogni medici ancora insoddisfatti. Abbiamo un’ampia esperienza nello sviluppo e nella produzione di molecole complesse e abbiamo ritenuto doveroso, in un contesto sanitario che si trova a fronteggiare una sempre maggiore scarsità di risorse, impiegare questo patrimonio di esperienza per offrire farmaci biosimilari. Questo ci ha portati oggi ad avere il portfolio completo dei farmaci anti-TNFα approvati in Italia e in Europa per il trattamento di patologie in reumatologia, gastroenterologia e dermatologia, Sono convinto che l’azione combinata sul fronte dell’INNOVAZIONE e della SOSTENIBILITÀ sia la chiave per rispondere in futuro a bisogni sanitari sempre più complessi, che mettano al centro la vita dei pazienti e delle loro famiglie e a questo dedichiamo il nostro impegno quotidiano”.

 

A qualche anno dall’immissione nel mercato dei farmaco biosimilari di Biogen, qual è il bilancio?

“Nel corso degli ultimi anni il mercato dei biosimilari sì è evoluto: come evidenziato dai report di monitoraggio AIFA, a partire dal 2019 l’utilizzo dei biosimilari ha superato quello dei farmaci biologici originatori. Oggi possiamo dire che il bilancio è assolutamente positivo, sia per i pazienti e la comunità scientifica, sia per per il Servizio Sanitario, che ha potuto liberare risorse economiche preziose. Un recente studio, pubblicato nel 2019 dal Centre for Economic Evaluation and HTA presso il CEIS dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ha stimato l’impatto di spesa che i biosimilari anti-TNFα, attualmente disponibili in Italia hanno avuto sulla spesa del SSN tra il 2015 ed il 2020: la riduzione di spesa cumulata al 2020 sarebbe pari a circa € 635 milioni, quasi il 14% della spesa totale complessiva sostenuta per questi farmaci da parte del SSN. La gestione responsabile delle risorse è ormai una necessità imprescindibile. In Biogen siamo orgogliosi di aver creato un circolo virtuoso, aiutando i professionisti sanitari a liberare risorse da reinvestire nell’efficienza e nella qualità del sistema stesso, a favore dei pazienti. Sono felice di guidare un’azienda in grado di impattare in maniera così concreta sul Servizio Sanitario”.

 

Cosa si auspica per il futuro più prossimo e quali dovrebbero essere i prossimi step per una maggiore diffusione dei farmaci biosimilari in Italia?

“I biosimilari vanno considerati come una importante opportunità in quanto danno la possibilità di trattare un numero maggiore di pazienti con farmaci biologici e, soprattutto, permettono di liberare risorse per finanziare l’innovazione. Tuttavia, ci sono ancora delle criticità da superare. Un problema del nostro Paese consiste nella grande variabilità tra le Regioni in termini di utilizzo dei biosimilari, come riporta anche l’ultimo Report di monitoraggio AIFA. Questo si traduce in differenti opportunità di accesso ai farmaci per i pazienti, ma soprattutto mette in evidenza che esiste ancora una grande area di potenziale ottimizzazione delle risorse per il Servizio Sanitario, su cui si può andare ad agire. La differenziazione regionale rappresenta anche un problema di gestione da parte delle aziende produttrici, in termini di programmazione e controllo e di gestione dei processi di acquisto. È auspicabile una maggiore uniformità tra le Regioni nell’utilizzo di questi farmaci”.

Biogen
Con un fatturato globale 2020 di 13,5 miliardi di dollari, Biogen conta oltre 9.000 dipendenti, opera direttamente con proprie filiali in 39 Paesi e collabora con una rete di partner in oltre 102 nazioni. La sede centrale si trova a Cambridge, nel Massachussetts (USA), il quartier generale europeo è ubicato a Baar, in Svizzera; i siti produttivi hanno sede nel Research Triangle Park in Nord Carolina e nel 2016 è stata posata la prima pietra del nuovo stabilimento di Solothurn, in Svizzera, un impianto di nuova generazione che entrerà in funzione a brevissimo. La ricerca scientifica è il cuore del lavoro Biogen: l’azienda investe circa il 19% del proprio fatturato annuo per lo sviluppo di trattamenti innovativi per rispondere a bisogni terapeutici ancora insoddisfatti. Oggi Biogen vanta il portfolio di farmaci più ampio al mondo nell’ambito delle terapie per la sclerosi multipla (SM), ha introdotto il primo trattamento per l’atrofia muscolare spinale (SMA) ed è all’avanguardia nella ricerca neurologica in SM e in neuroimmunologia, Alzheimer e demenze, disturbi del movimento, neuromuscolari e neurocognitivi, neurologia acuta, dolore. In Italia dal 1997 e con un’affiliata indipendente dal 2011, l’azienda, ha sede a Milano. www.biogenitalia.it

 

 

Giuseppe Banfi

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