Come rispondere a un simile quesito?
Nessun dubbio che non sia solamente un capriccio dei nostri tempi, nessun dubbio che il senso estetico sia una fattore innato nell’uomo e che vi presiedano secoli e secoli di storia e di arte.
Se per Estetica si intende il culto della Bellezza fisica, l’uomo non l’ha scoperto in tempi recenti, ma da sempre ha manifestato grande sensibilità e interesse verso il Bello, inteso in tutte le sue forme e manifestazioni sacre e profane.
Autore ignoto
Bronzi di Riace, sec. V a.C.
Museo Nazionale della Magna Grecia, Reggio Calabria
E non potrebbe essere altrimenti visto che già nell’Antico Testamento (Genesi 1,31) si legge: “Dio contemplò tutto quello che aveva fatto e vide che era cosa molto buona”, volendo intendere con il giudizio di “buono” il godimento che si prova alla vista di un universo “bello” nella misura in cui le parti di esso sono in assoluta armonia tra loro.
Michelangelo
La Creazione, 1512
Cappella Sistina, Vaticano
C’è da evidenziare che, come sostiene la maggior parte degli studiosi, la Genesi è stata scritta in Giudea intorno ai secoli VI e V a.C. e quindi è grosso modo coeva al Classicismo occidentale a cui si possono assegnare i Bronzi ritrovati a Riace Marina, piccolissimo esempio della prolifera produzione statuaria dell’epoca.
L’epoca di appartenenza dei due guerrieri nudi è anche l’epoca in cui vive il filosofo Platone, che nel suo Fedro ribadisce che la bellezza è autorivelazione del divino, è il farsi manifesto di dei e virtù, indicando per la prima volta nella storia della letteratura le quattro virtù cardinali – Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza – che tutti gli uomini dovrebbero osservare nel loro quotidiano.
Giotto di Bondone
Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza, 1303 – 1305
Cappella degli Scrovegni, Padova
Più tardi, nel III secolo d.C., il filosofo Plotino spiega nelle Enneadi come il mondo percettibile e l’anima di ciascuno di noi siano stati generati non da una divinità qualsiasi, ma da Afrodite, la dea della Bellezza.
Sandro Botticelli
La nascita di Venere, 1485 – 1486
Galleria degli Uffizi, Firenze
Così Plotino sostiene un pensiero greco, ormai tardo, che, raccogliendo gli ultimi bagliori della visione classica, sta cercando di sopravvivere a una cultura ormai ampiamente romanizzata e cristianizzata: l’Ellenismo.
Dai tempi di Cristo, infatti, aveva già preso piede una visione mistica e trascendente della bellezza, individuata, questa, nelle tre Virtù Teologali, teorizzate da Paolo di Tarso, meglio conosciuto come San Paolo, che esercita la predicazione apostolica anche attraverso le sue celebri Lettere.
Nei secoli successivi, e per tutto il cosiddetto Medioevo, la spiritualità del Cristianesimo dominerà la cultura e l’arte sino alle soglie del Rinascimento, negando valore alla bellezza corporea.
Sul finire della lunga stagione medioevale le Virtù Teologali e le Virtù Cardinali si riuniscono in un Pantheon che, rappresentato nell’arte da sette affascinanti figure femminili, diventa un patrimonio iconografico ampiamente sfruttato dal XIV secolo in poi e ne è un primo esempio Giotto di Bondone, vissuto a cavallo tra Due e Trecento.
Nonostante l’oscurantismo estetico che segna pesantemente il Medioevo, le “virtuose” donne di Giotto, massicciamente presenti nel programma della Cappella degli Scrovegni a Padova, esprimono l’esigenza di tornare alla Bellezza fisica, anche se intrinsecamente sublimata da istanze religiose.
Giotto di Bondone
Fede, Speranza, Carità, 1303 – 1305
Cappella degli Scrovegni, Padova
Le Virtù giottesche confermano come Bellezza equivalga a manifestazione del Divino e all’affermazione dell’anti-corporeità della cultura letteraria e artistica cristiana e medioevale il maestro di Bondone si opporrà, ritenendo di non poter prescindere dalla necessità di un Bello più carnale.
Noto è l’episodio riportato da Giorgio Vasari, dove si legge che a Giotto fu rivolta la seguente domanda: ”Maestro, perché le vostre opere sono così belle, mentre i vostri figli sono così brutti?”. Immediata fu la risposta: “Perchè i figli li faccio al buio, mentre le mie opere le faccio alla luce del giorno”.
È evidente che Bellezza e Luce coincidono … la luce offre la possibilità di godere con gli occhi del bello. E in sintesi le stesse virtù resterebbero solo astratti concetti, se non fossero percepibili attraverso la bellezza, esattamente come fredde e vuote ci apparirebbero le didascalie senza immagini.
La bellezza materiale continuerà per molto tempo ancora ad essere considerata intrinseca alla Creazione poiché Dio, avendo creato il mondo, lo ha reso partecipe della propria sublime Bellezza.
Tiziano
Amor Sacro e Amor Profano, 1515
Galleria Borghese, Roma
Dal Rinascimento in poi la bellezza femminile si svuoterà un po’ alla volta della sacralità assegnatale dal pensiero cristiano per acquisire modi ed espressioni più in linea con la cultura umanistica e mai cessando di affascinare gli esseri umani, influenzandone il comportamento e le scelte.
Nei tempi odierni, in cui l’apparire gioca un ruolo fondamentale nei rapporti sociali, il carattere e le qualità di un individuo – non importa se donna o uomo – rischiano di non ottenere il giusto apprezzamento e valorizzazione se non sono accompagnati da una bella presenza.
Quanto i denti possono influenzare i rapporti
interpersonali e di conseguenza la qualità della vita?
Moltissimo: se un corpo non perfetto lo si può sempre nascondere con vestiti tagliati su misura e abbellire con accessori raffinati, il viso resta sempre esposto agli sguardi e ai giudizi altrui.
La bocca poi è fondamentale per stabilire un primo effettivo contatto con gli altri: un semplice sorriso ha il potere di creare attrattiva o repulsione nel nostro interlocutore.
Jan van Scorel
Ritratto di Agatha van Schoonheven, 1529
Galleria Doria Pamphilj, Roma
Ma cosa dà al sorriso, prima ancora che alle parole, questo potere così grande, se non i denti? Una bella dentatura, offrendo un impatto esterno gradevole, rafforza la sicurezza in se stessi e permette di relazionarsi in modo più incisivo e, soprattutto, positivo con chi ci circonda, migliorando quindi anche la qualità della nostra vita.
È comprensibile, dunque, che ci si rivolga sempre più spesso allo specialista, non solo a semplice scopo curativo, ma anche per ottenere un sorriso accattivante.
La storia dell’arte tuttavia ci illustra, attraverso le opere dei grandi maestri, come venga data importanza al sorriso – sotteso a una bocca che scopre la dentatura – non prima del XIX e XX secolo, perché esibire i denti non era considerato né consono alla dignità della persona ritratta, essendo i denti una parte molto intima di sé, né bello, essendo i denti quasi sempre trascurati.
La teoria più diffusa, secondo cui fosse difficile tenere la bocca stirata sui denti per tutto il tempo della posa del ritratto, è tuttavia anche la più discutibile, se solo si guarda agli olandesi, che già nel Seicento indugiavano su risi e sorrisi sparsi in abbondanza nella pittura di ritratto, governata, come tutto il resto della loro arte, dall’esigenza di un realismo assoluto.
Judith Leyster
Ritratto di Jolly Toper, 1629
Frans Hallsmuseum, Haarlem
Sorridere e scoprire una bella dentatura resta comunque una conquista dei tempi moderni, in stretta relazione da un lato con la mutata istanza morale, dall’altro con l’evoluzione delle varie specializzazioni mediche e tra queste proprio l’odontoiatria, che viene posta al centro della ricerca dalla Federation Dentaire Internationale fondata in Francia nel 1900
Andy Wharol
Marilyn Monroe, 1962
Collezioni varie
Quali requisiti deve possedere l’odontoiatra
per soddisfare la necessità di un bel sorriso?
Per conseguire questo risultato, occorre che l’odontoiatra sia competente anche in quella materia che per eccellenza tratta il bello: l’Estetica. Il vocabolo deriva dal greco aisthesis, riferito all’attività del percepire, in poche parole alla sensazione.
Dalla stessa radice si forma il verbo “inspirare” che indica proprio l’attività fisiologica del trattenere il fiato … per quella sensazione di meraviglia che è la risposta primaria a ciò che è bello.
E, proprio in quanto studia il Bello in ogni sua manifestazione, l’Estetica è strettamente collegata all’Arte che, come sostenevano gli antichi, ha il potere di perfezionare la Natura, sviluppando quelle potenzialità che essa non è riuscita a realizzare.
Quindi, chi pratica l’odontoiatria estetica non può e non deve limitarsi all’utilizzo delle sole regole matematiche, perché così facendo i manufatti risulterebbero tutti identici a se stessi e quindi falsi.
Per creare sorrisi che attraggano in modo naturale, lo specialista deve possedere doti artistiche, in altre parole deve “avere occhio”, fondamentale nell’esercizio della disciplina odontoiatrica.
Ci giunge in soccorso Leon Battista Alberti (1404 – 1472) con il suo Occhio Alato, qui riportato, di cui il celebre architetto fece il suo marchio di impresa, così motivandolo “L’occhio è alato-divino perché ovunque vola e tutto in potenza vede e nel ‘tutto’ vi è la vicissitudo delle cose umane […], nel ‘tutto’ ha anche luogo la fatica, l’improbus labor che costa lo stare pronti, il vigilare sempre per cogliere l’apparire delle cose e rappresentarle coerentemente”.
Matteo De’ Pasti
Medaglia bronzea di Leon Battista Alberti (fronte – retro), 1456
Tempio Malatestiano, Rimini
L’occhio è l’immagine di Dio che vede ogni cosa, ma non soltanto del nostro Dio: l’Alberti, infatti, nel De Re Aedificatoria muove la teoria dell’infallibilità dell’occhio dall’osservazione degli antichi Egizi, che avevano rappresentato il dio Horus proprio con un grande occhio, e medesimo è il caso di Omero che nella sua Iliade descrive l’occhio di Zeus, la massima deità pagana, abile nell’afferrare con un solo sguardo tutto ciò che accade sulla Terra.
Per l’uomo, invece, l’occhio è soprattutto uno strumento attraverso cui egli può esercitare l’attività del vedere e pertanto, ben acuendo la vista, l’odontoiatra può ripristinare il giusto equilibrio tra denti, tessuti molli, labbra, viso e fisionomia, creando quell’armonia di proporzioni che in una sola parola è la bellezza.
Esattamente come il valente architetto riesce a trarre il massimo beneficio visivo da una costruzione regolata da principi di equilibrio e proporzioni e proprio Leon Battista Alberti ne è un esempio con l’intervento “ricostruttivo” della gotica Chiesa di San Francesco a Rimini inglobata in un’involucro architettonico di mirabili fattezze, meglio noto come Tempio Malatestiano.
Leon Battista Alberti
Tempio Malatestiano, 1450 – 1468
Rimini
Ha senso che i pazienti chiedano all’odontoiatra
di poter sfoggiare denti perfetti e bianchissimi?
Ricordiamoci che il sorriso gioca un ruolo primario non solo nella gradevolezza di un viso, ma anche nell’esprimere l’individualità di una persona. E pertanto non si può e non si deve stampare sulla bocca dei pazienti un sorriso preconfezionato, per quanto possa essere costituito da elementi di per sé perfetti.
Attingendo invece a quella sensibilità artistica di cui abbiamo parlato, occorre saper personalizzare il sorriso anche a condizione di modificare o eliminare tutto ciò che stona non solo con il contesto fisico, ma anche caratteriale di una persona.
Dobbiamo quindi spiegare ai pazienti che a donare un bel sorriso non sono i denti privi di qualsiasi difetto, tanto da sembrare fatti in serie e magari di un “bianco che più bianco non si può”, come urlano gli slogan di certi detersivi.
Occorre invece organizzare un insieme di elementi dentali che, proprio grazie a piccole imperfezioni e irregolarità di forma e colore, riescano a integrarsi armoniosamente con il contesto del viso, dando così un risultato naturalmente bello e non artefatto.
Avere occhio quindi può rendere più pregevole
Il lavoro di un odontoiatra?
La gente di oggi è sempre più attenta al proprio aspetto, cercando di migliorarlo e soprattutto conservarlo piacevole il più a lungo possibile e pertanto la richiesta di interventi estetici è in continuo aumento.
Essendo il sorriso il maggior responsabile dell’aspetto di un viso, anche l’odontoiatria non può sfuggire a questo genere di richieste, che, per essere soddisfatte, necessitano non solo di perizia tecnica, ma anche di senso artistico perché, come abbiamo detto, per quanto possa essere perfetta la riorganizzazione dentale della bocca, se poi questa entra in disarmonia con il resto del viso, l’effetto finale è tutt’altro che naturale con il rischio di poter sortire negli altri effetti di repulsione.
Un’astratta perfezione non aiuta il paziente a centrare l’obiettivo desiderato. Ne scriveva persino San Tommaso nella sua Summa Theologiae “Belle sono dette quelle cose che, viste, destano piacere” e un sorriso finto non desta di sicuro piacere.
Lo specialista in odontoiatria, volendo ottenere un risultato esteticamente valido, non deve limitarsi solo a mettere in pratica le conoscenze scientifiche acquisite, ma deve soprattutto “avere occhio”, come prima si è dimostrato, al fine di armonizzare i suoi manufatti alla fisionomia del paziente.
L’ideale sarebbe riunire più discipline estetiche in un unico centro, per offrire un servizio completo che permetterebbe di realizzare al meglio la bellezza sognata dai pazienti… e infine non può mancare a questa breve trattazione il sorriso più seducente del mondo: quello di Monna Lisa.
Leonardo da Vinci
La Gioconda, 1503
Museo del Louvre, Parigi
Concludo, ripensando alla saggezza antica, che aveva compreso quanto la bellezza sapesse sempre accompagnarsi alle virtù, e soprattutto a Platone, che non possiamo lasciare senza aver citato il dialogo Ippia maggiore o Sul bello, dove si legge: ”Il bello genera il bene” … e pertanto i nostri pazienti non si ritroveranno solo con un aspetto più bello, ma forse anche con un carattere migliore.
Prof. Dott. Loris Prosper
MD – RDT
Responsabile Reparto Odontoiatria Estetica, San Raffaele di Milano
Coordinatore Scientifico Master II Livello, Università La Sapienza di Roma
Direttore Scientifico
Quintessenza Internazionale
http://facebook.com/lorisprosper/
Studio
via San Gottardo 84
20052 – Monza (Italia)
Tel. 039 388744
Prof. Giulia Sillato
Storico dell’arte di scuola longhiana, Università Federico II di Napoli
Master, Università La Sapienza di Roma
Presidente
Fondazione Giulia Sillato
Via Giosue Carducci 43
37129 – Verona (Italia)
Tel. 045 8003330