PER GARANTIRE LA SALUTE AI PAZIENTI, LA SOSTENIBILITÀ AL SISTEMA E LA LIBERTÀ PRESCRITTIVA AI MEDICI, BISOGNA LAVORARE SUL PREZZO EQUO, SU UNA CORRETTA INFORMAZIONE SCIENTIFICA E SU UNA SANA CONCORRENZA DI MERCATO
Il Prof. Salvatore Corrao è Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica dell’UOC di Medicina Interna dell’ARNAS dell’Ospedale Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo e Professore di Medicina Interna dell’Università cittadina.
“In questi dieci anni di Direzione ho costruito, insieme a validi collaboratori, un’attività ambulatoriale per la gestione di pazienti complessi che non possono essere presi in carico a livello territoriale per il trattamento delle patologie immunologiche dermatologiche e reumatologiche che necessitano di prescrizioni ospedaliere di farmaci biologici o innovativi.
Una struttura più unica che rara in Sicilia, che svolge un’attività importantissima, che non si è mai fermata neanche durante la pandemia, nell’ottica di dare un servizio integrato che metta realmente al centro il paziente”.
In questo contesto, i farmaci biosimilari hanno dimostrato essere una grande opportunità per i pazienti e per il SSN: qual è la sua opinione in proposito?
“Oltre alla comprovata efficacia e sicurezza, i farmaci biosimilari consentono di ottimizzare le risorse economiche, favorendo l’accesso alle terapie biologiche ad un maggior numero di pazienti.
Pur avendo tutta la parte biotecnologica esattamente uguale al farmaco brand e pur essendo sottoposto agli stessi controlli, il farmaco biosimilare ha, infatti, un costo inferiore perché non ha i costi di ricerca che ha sostenuto l’azienda che ha sviluppato il farmaco per la prima volta e quindi i costi di produzione sono quelli prevalenti rispetto a tutti gli investimenti iniziali.
Dopo anni di discussione in merito, oggi la raccolta di dati Real Word Evidence conferma che il passaggio a un farmaco biosimilare è assolutamente sicuro, perché non solo mantiene la stessa efficacia in termini di risultati ma anche la stessa sicurezza per il paziente”.
Cosa ne pensa della gestione dei Biosimilari in Regione Sicilia?
“Se andiamo a guardare il rapporto OsMed o i rapporti AIFA, ci rendiamo conto che ad oggi in Italia sussistono ancora delle differenze regionali importanti. Per quanto riguarda la Regione Sicilia, abbiamo la fortuna di avere un Direttore del Dipartimento per la pianificazione strategica dell’Assessorato per la Salute, dottor Mario La Rocca, e il dottor Pasquale Cananzi, Responsabile del Servizio Farmaceutico, che hanno permesso un’implementazione graduale ma decisa di questo passaggio, grazie al quale noi clinici siamo stati sostenuti costantemente in questo percorso e non semplicemente sottoposti a un controllo ragionieristico”.
Quale dovrebbe essere, a suo avviso, la strada migliore per ottimizzare le risorse economiche garantendo al contempo il miglior servizio per i pazienti?
“Attingendo alle mie conoscenze organizzative, essendomi occupato del Piano di rientro della Regione Sicilia, avendo lavorato con l’ISS ed essendo anche igienista, credo che si debbano creare e incrementare i link tra i clinici e il servizio farmacia, anche con processi di audit sotto il controllo della Regione.
Il clinico deve imparare che ci sono dei doveri nei confronti, da un lato del paziente, dall’altro del Sistema, e dunque l’abilità vera del clinico moderno deve essere quella di conciliare i bisogni del Sistema pensando sempre a soddisfare il bisogno di salute del paziente.
In questo senso, il biosimilare torna ad essere un’opportunità perché nel processo prescrittivo sappiamo che i farmaci biosimilari sono efficaci e che quindi vanno utilizzati esattamente come altri farmaci biotecnologici.
E riducendo la spesa complessiva per quei pazienti per i quali il farmaco biosimilare risulta efficace, iberiamo risorse da poter utilizzare per garantire quel bisogno di salute a una platea sempre più ampia di pazienti e per finanziare l’innovazione”.
Una politica di risparmio nel breve periodo comporta dei rischi per il Sistema nel medio lungo?
“Se guardiamo ai biosimilari solo come un modo per abbassare la spesa sanitaria, entriamo in un percorso perverso in cui la tentazione diventa quella di abbassare la spesa indipendentemente da tutto, schiacciando la spesa sui biosimilari più in basso possibile, tagliando la concorrenza e rischiando di avere alla fine un monopolio di una o di poche aziende sul mercato.
E su questo c’è una responsabilità precisa del decisore politico. Io credo sia necessario garantire a livello nazionale, più che regionale, un prezzo equo fino al quale il clinico può scegliere i Biosimilari.
Se lavoriamo sul prezzo equo, anche le varie aziende di Biosimilari saranno interessate tutte a promuovere una corretta informazione scientifica, il clinico verrà informato meglio e questa pressione informativa su tutte le molecole che sono presenti in commercio lo porterà a fare delle scelte verso il biosimilare più corretto, basandosi anche sull’esperienza e la relazione con il paziente”.