Le donne vengo affiancate da un gruppo di coach professionisti nella gestione della nuova quotidianità nella malattia.
Obiettivo: riacquisire fiducia in se stessi e negli altri e indipendenza (anche, a volte, dalla famiglia) per rimettersi al centro.
Milano, 11 marzo 2024 – Al via all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano la sperimentazione di un servizio gratuito di Medical Coaching per donne affette da tumore alla mammella, in terapia.
“Medici. Pazienti. Parenti”, questo il titolo del progetto, è un servizio messo a disposizione dalla Fondazione Renata Quattropani ETS, che nel 2017 ha portato in Italia con successo il medical coaching per i pazienti onco-ematologici cronici e loro familiari.
Il medical coach è una figura capace di accompagnare il paziente cronico o affetto da gravi patologie, in alcuni casi insieme ai caregiver, nella gestione quotidiana della malattia, seguendolo passo per passo e motivandolo ad affrontare le piccole grandi sfide quotidiane con vantaggi sia sulla qualità della vita dei malati, che vengono rimessi al centro, come persone e non solo come malati, che sulla regolarità terapeutica e quindi sull’efficacia delle cure.
Dopo il successo di “Medici. Pazienti. Parenti” per i pazienti onco-ematologici in corso al Policlinico e in altri IRCCS milanesi quali l’Ospedale San Raffaele e l’Istituto dei Tumori, la Fondazione ha avviato all’Ospedale Fatebenefratelli la sperimentazione con un gruppo di donne affette da tumore alla mammella.
In questo programma, il coach diventa un alleato della donna nella gestione dei cambiamenti portati dalla malattia, dalla necessità di seguire con scrupolo l’iter di cura conciliandolo con il lavoro e gli impegni familiari, ai disagi estetici come la perdita dei capelli e altri effetti collaterali, che per molte donne può essere motivo di conflitto nella regolare continuità delle terapie adiuvanti.
Il coach supporta e incoraggia l’indipendenza della donna nel suo percorso di cura e nell’adottare, laddove necessario, nuovi comportamenti con l’obiettivo di mantenere una vita pienamente attiva e sociale sia nel contesto familiare che in quello lavorativo e relazionale. Incontro dopo incontro, si lavora alla costruzione di una consapevolezza che porti la donna a vivere da protagonista attiva l’esperienza della malattia.
Il percorso si svolge online grazie a un sistema di videoconferenza di semplice utilizzo su PC, Tablet o smartphone e inizia con un colloquio conoscitivo individuale, dove viene presentata la metodologia del coaching; seguono 14 incontri di gruppo nell’arco di 7 mesi, uno ogni 15 giorni, sempre online.
Completa il servizio un affiancamento individuale di durata annuale denominato Coaching Time, rivolto a tutti i partecipanti.
“Vogliamo muoverci verso le persone in modo diverso, guardando oltre la sofferenza, al servizio di una ricerca più ampia, più profonda. Quella ricerca di cui tutti noi comprendiamo il valore, l’umanizzazione della cura che inizia da un’attenzione più mirata alle emozioni”, spiega Giovanna Ferrante, fondatrice e presidente di Fondazione Renata Quattropani.
“Il lavoro del coach parte dall’ascolto del paziente, fondamentale perché lo stesso possa chiarire quali sono i suoi obiettivi e assumere nel dialogo un atteggiamento proattivo – spiega Roberto Assente, responsabile dei progetti di Coaching della Fondazione – Noi non lavoriamo sul passato ma sul presente, sull’oggi come motore di futuro, aiutando l’individuo a focalizzare in maniera più efficace e consapevole gli obiettivi da raggiungere e le scelte per raggiungerli. Nel caso specifico delle donne con tumore al seno, lavoriamo al di là del superamento del trauma e delle possibili comparse di difficoltà psicologiche associate, interventi questi a carico degli psico-oncologi. Noi Coach ci occupiamo di sviluppare il senso di consapevolezza del valore della propria persona, dei valori di riferimento individuali, delle proprie potenzialità e dei propri talenti. Affianchiamo i partecipanti nello scegliere, individualmente, un proprio obiettivo che rinforzi il loro senso di appartenenza ad un progetto di vita presente e futura, sia durante la terapia che nelle fasi successive. I nostri percorsi di Medical Coaching permettono di dare risposte efficaci a queste necessità, rendendo le partecipanti in grado di “agire” in proprio e in autonomia, guidate da consapevolezza, responsabilità, auto-motivazione e facendo recuperare loro la capacità di apprezzare appieno il valore del loro impegno, non solo terapeutico, ma anche di autorealizzazione.”
I bisogni principali delle donne con tumore al seno
- riguadagnare fiducia in se stesse e nel futuro
- mantenere un’adeguata cura di sé, sia fisica che attitudinale
- dare maggior priorità a se stesse, a beneficio della qualità delle relazioni con gli altri, familiari compresi
- confrontarsi con altre pazienti, non solo per quanto riguarda la malattia o la terapia, ma sulle modifiche intervenute nel quotidiano e sulle strategie adottate per affrontare la nuova situazione, a favore di una qualità di vita migliore e di sostegno a condurre la propria vita in modo proattivo e non solo reattivo.
Fondazione Renata Quattropani nasce nel 2011 su iniziativa del suo Presidente, Giovanna Ferrante, scrittrice milanese e caregiver per 27 anni a fianco della madre nella convivenza con la Leucemia Linfatica Cronica (LLC). Per i primi 4 anni di attività la Fondazione ha sostenuto la ricerca clinica presso l’IRCCS Ospedale Ca’ Granda Niguarda, la stessa realtà dove per ben 27 anni la madre del presidente è stata curata. Dopo l’impegno nella ricerca clinica sulla Leucemia Linfatica Cronica, dal 2016 si sceglie di sostenere un approccio unico ed innovativo. Dal 2017 a oggi ha collaborato con: IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Ospedale Carlo Poma di Mantova, IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, IRCCS San Gerardo di Monza, ASST Fatebenefratelli – Sacco , ASST Melegnano-Martesana.
“Dopo la morte di mia madre ho voluto dare un senso al dolore del lutto, trasformando la sua perdita in una Fondazione che si occupasse della Leucemia Linfatica Cronica e in seguito anche di altre patologie onco-ematologiche. Perché il vuoto della sua assenza fosse colmato da gesti concreti nei confronti di pazienti che come mia madre, devono affrontare la cronicità della malattia”, Giovanna Ferrante – presidente di Fondazione Quattropani Onlus. |