Skip links

Mercato dei Farmaci Maturi: servono concorrenzialità e una programmazione lungimirante

UN MERCATO SOSTENIBILE E CHE PRODUCE RISPARMIO NON È QUELLO CHE OGGI PUNTA AL PREZZO PIÙ BASSO. VENDITE SOTTOCOSTO E POCHI PROFITTI DISTRUGGONO LA CONCORRENZA, CREANDO A LUNGO TERMINE PERICOLOSI MONOPOLI

Nel mercato dei farmaci maturi si assiste oggi sempre più alla ricerca ossessiva del continuo ribasso e di un  risparmio immediato ad ogni costo. Ma, a lungo termine, si tratta davvero di un vero risparmio per il SSN e per le imprese e di una strategia corretta per un mercato efficiente? Lo abbiamo chiesto a due esperti del settore, Professori della SDA Bocconi, Patrizio Armeni e Francesco Costa.

Associate Professor of Practice of
Government Health and Not for Profit
– SDA Bocconi, School of Management;
Coordinator of Health Economics
and HTA area – CERGAS SDA Bocconi;
Director of Operations
– LIFT Lab SDA Bocconi

Prof. Armeni, quali sono i rischi a medio e lungo termine di questa tendenza?

“L’abbassare progressivamente il prezzo a base d’asta sui mercati maturi, forzando la competizione in uno spazio competitivo sempre più stretto, sfruttare a tutti i costi uno sconto immediato e un po’ più alto, escludere dalle gare le imprese con prezzo offerto superiore a quello a base d’asta, sono strategie che denotano una mancanza di visione di lungo periodo che può portare, nel tempo, alla formazione di oligopoli o di monopoli e di un mercato sempre meno concorrenziale, difficile poi da risanare. Quando un’impresa esce dal mercato e toglie un prodotto dal portafoglio, infatti, difficilmente poi rientrerà, anche se le condizioni dovessero tornare profittevoli, perché magari nel frattempo ha venduto il business, ha chiuso la linea di produzione, ha licenziato il personale e queste sono scelte non reversibili nel breve termine. Senza contare la condizione di maggior rischio in termini di carenza di farmaci che questa strategia rischia di creare”.

 

 

 

 

Associate Professor of Practice of
Government Health and Not for Profit
– SDA Bocconi, School of Management

Prof. Costa, il rischio è solo delle Imprese o anche del Sistema?

“Sicuramente anche del Sistema. In un mercato concentrato, dove nel lungo termine le condizioni le dettano i monopolisti, si crea infatti una grande dispersione di tempo e denaro pubblico. Quando si pensa al peso da sostenere nell’approvvigionamento di una molecola, infatti, non bisogna considerare solo il costo unitario a base d’asta e il costo di aggiudicazione, ma si deve considerare anche lo sforzo che l’Amministrazione Pubblica ha sostenuto per imbastire la gara. Mandarla deserta non significa soltanto avere poi uno scoperto o un ritardo di prodotti, ma anche dover rimettere in piedi una macchina assai onerosa. Un tentativo di risparmio iniziale si va poi a pagare quindi anche in termini di costi amministrativi. Rischiando, oltretutto, di dover ricorrere ad acquisti urgenti in deroga o a importazioni dall’estero, a prezzi estremamente più alti”.

 

Prof. Armeni, cosa dovrebbero fare le Regioni per mantenere “sano” questo mercato?

“Io penso che un sistema di acquisti pubblici, che cerca di promuovere un mercato concorrenziale, debba periodicamente essere in grado di misurare la performance della concorrenzialità che genera. Un buon indicatore potrebbe essere il numero di offerte per lotto e il numero di lotti deserti: i dati Nomisma del Rapporto 2021 ci dicono ad esempio che calano le offerte per lotto e che aumentano i lotti deserti, due dati da guardare con preoccupazione perché significa che su mercati maturi e quindi potenzialmente concorrenziali non si sta generando appetibilità e questo potrebbe portare nel lungo termine ad avere dei monopoli o degli oligopoli. Quello che le Regioni devono fare è dunque prendere coscienza del grado di concorrenzialità e misurare nel tempo costantemente la propria capacità di generare condizioni concorrenziali, puntando non al prezzo più basso possibile ma a un prezzo sufficientemente basso che però possa consentire di avere diverse offerte per ogni lotto, lasciando lo spazio alla competizione e non determinandola ex ante”.

Prof. Costa, questo risparmio può essere reinvestito in innovazione e ricerca?

“Sicuramente i prodotti off patent sono un buon serbatoio di risparmio ma non dobbiamo illuderci che l’intera innovazione venga pagata dal risparmio sui prodotti maturi perché stiamo parlando di cifre incomparabilmente diverse. Il risparmio dei prodotti maturi è un utile e doveroso tassello che dà il suo contributo ma che da solo non basta. Quindi un consiglio che possiamo dare al sistema è di utilizzare metodi di approvvigionamento sostenibile, così da incrementare questi risparmi a sostegno delle risorse incrementali, ma soprattutto fare una programmazione finalizzata a dare quel complemento ulteriore per finanziare l’innovazione attraverso le risorse aggiuntive”.

Leave a comment