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Sanità e Benessere Focus n°21

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Spallanzani: un Modello di Gestione strategica della pandemia, con uno sguardo sempre rivolto al futuro

Marta Branca

“Nel nostro Ospedale sono stati ricoverati i primi due casi di pazienti con Covid in Italia. In questa primissima fase, grazie alle competenze e all’impegno delle nostre Ricercatrici, abbiamo avuto l’opportunità di isolare in sole 48 ore il virus e di metterlo subito a disposizione della Comunità Scientifica per far sì che i ricercatori di tutto il mondo potessero accedere liberamente ai dati e procedere più velocemente nella Ricerca. Il passo successivo è stato quello di mettersi a disposizione della Regione Lazio come capofila di questa strategia di contenimento, sotto il coordinamento incessante dell’Assessorato alla Sanità, creando una rete molto efficace di gestione dei contagi con un soddisfacente percentuale di guarigioni. Anche la sinergia forte tra Ospedali e territorio è stata fondamentale per isolare i focolai, portare assistenza ai pazienti e porre in essere tutte le misure necessarie per evitare il diffondersi del virus. In Ospedale abbiamo avuto zero contagi e questo è stato dovuto al fatto che, essendo un Istituto per le Malattie Infettive, il nostro personale è perfettamente addestrato e formato, conosce i protocolli sul contenimento dei contagi e anche la struttura stessa era stata costruita con percorsi separati e ben definiti. In questa seconda fase, grazie al sistema flessibile o “a fisarmonica” che la Regione ha messo in piedi, garantiamo in ogni momento dei posti letto in caso la curva del contagio dovesse risalire, ma, nel frattempo, abbiamo attivato un ambulatorio per il follow-up dei pazienti che hanno avuto delle conseguenze di tipo respiratorio, cardiologico o anche psicologico in seguito all’infezione da Covid, e ci stiamo concentrando sulla Ricerca Farmacologica e del vaccino. Tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto, infatti, noi per primi e successivamente dopo e altri Centri a noi collegati lo sperimenteremo per la prima volta sull’uomo per verificarne l’efficacia e l’appropriatezza e procedere quindi alla realizzazione del vaccino che speriamo di avere entro la fine dell’anno per poterlo somministrare entro i primi mesi del 2021. Cosa abbiamo imparato da questa esperienza? Speriamo che possa servire in futuro per far sì che i decisori tengano in maggiore considerazione le patologie infettive e investano su di esse in maniera sistematica. Nel frattempo, dobbiamo rafforzare l’assistenza sul territorio e a domicilio; non abbassare la guardia; confidare nel progresso della ricerca per l’individuazione di nuovi farmaci e del vaccino; vaccinare il più possibile contro l’influenza, così da evitare l’affollamento dei pronto soccorso in autunno. Un’ultima raccomandazione riguarda la comunicazione: come Policy Aziendale, abbiamo sempre tenuto un profilo serio ed equilibrato e un cauto ottimismo, senza mai eccedere né in comunicazione né in allarmismo. Questa è la prima epidemia in epoca social e abbiamo assistito a una vera e propria infodemia, che a mio avviso è deleteria perché rischia di generare timori e paure ingiustificate. È necessario, invece, dare un’informazione il più possibile corretta, certa, supportata da evidenze scientifiche e soprattutto efficace per chi ci ascolta. Altrimenti, meglio astenersi.

* Direttore Generale IRCSS INMI Lazzaro Spallanzani

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