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Sanità e Benessere Focus n°30

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Innovazione, Sostenibilità Sociale, Sicurezza: i 3 pilastri della nuova Università

di Giovanna Iannantuoni

Rettrice dell’Università di Milano-Bicocca

Ripartenza, una parola che si porta dietro una carica di energia. Una parola che per il secondo anno consecutivo è diventata un simbolo per il mondo universitario.
Mi fa piacere ricordare che Milano-Bicocca non si è mai fermata, neppure nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria. I ragazzi hanno potuto continuare a seguire le lezioni dalle loro case, molto spesso lontane da quelle città universitarie in cui hanno scelto di costruire il proprio futuro. Gli esami e le sessioni di laurea sono stati riorganizzati con nuove modalità a distanza. La Ricerca Scientifica è proseguita in piena sicurezza nei laboratori e anche a distanza, con nuove e spesso creative modalità rese possibili dalla passione e dalla determinazione con cui ogni giorno il nostro personale, docente e non, porta avanti il proprio lavoro. Pensando a tutto questo e guardando con fiducia al futuro, mi piace parlare di “nuovo inizio”.
L’Università post-covid dovrà crescere attorno a tre pilastri: innovazione, sostenibilità sociale e sicurezza. Dovrà essere in grado di proporre soluzioni alle disuguaglianze accentuate dalla pandemia, disuguaglianze economiche ma anche sociali, come la questione femminile, perché tanti posti di lavoro che andranno persi saranno quelli delle donne.
L’Università della ripartenza deve sapere cogliere le sfide del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un investimento senza precedenti da cui scaturiranno preziose occasioni di sviluppo per il nostro Paese.
Il nuovo inizio dell’Università passa anche dal vaccino e dal green pass. Non possiamo ancora mettere la parola fine su questa pagina buia della nostra storia chiamata Covid, ma, grazie ai progressi della Ricerca Scientifica e alle misure di sicurezza entrate ormai nel nostro quotidiano, stiamo imparando a convivere con la pandemia.
In questo scenario, il mondo dell’Università si è trovato a compiere una scelta difficile, ma necessaria per un nuovo inizio in presenza. Al distanziamento e alla mascherina, si sono aggiunte nuove regole per l’accesso negli atenei, valide per tutti: docenti, personale e studenti. È grazie a queste regole che dal primo settembre i nostri studenti sono tornati ad animare i nostri campus con le loro speranze, con sogni e ambizioni che aspettano di essere realizzati.
L’Università in cui ho sempre creduto è fatta di persone che la vivono appieno, nello spazio e nel tempo. L’accademia deve tornare a essere un luogo di scambio, di confronto tra generazioni e tra culture. L’Università che ho scelto di guidare è un ateneo pubblico contraddistinto da una vocazione che lo spinge a lavorare in sinergia con le istituzioni e le aziende che lo circondano. Un tale processo può essere proficuo solo se le persone che lo mettono in atto hanno l’opportunità di relazionarsi, di condividere esperienze guardandosi negli occhi.
Non va rinnegata in alcun modo l’importanza della Tecnologia, un’ancora di salvezza nei momenti di emergenza. Gli importanti investimenti sostenuti dal mio ateneo negli anni scorsi hanno reso le nostre infrastrutture all’avanguardia e le nostre aule multimediali, permettendoci di reggere l’onda d’urto del lockdown. Continueremo su questa strada perché il digitale è nel nostro presente e nel nostro futuro. Ora però è tempo riprendersi quella vita universitaria ricca di contatti umani e di sorrisi. Non vediamo l’ora di accogliere tutti i nostri studenti in sicurezza, con l’augurio che possano arrivare al più presto da ogni parte del mondo.

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