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Sanità e Benessere Focus n°32

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“Agli studenti serve una rete solida tra Università,
Enti di Ricerca e Impresa”

di Maria Cristina
Messa Ministra dell’Università e della Ricerca

Ministra, l’Italia è competitiva oggi in tema di innovazione e ricerca?
L’Italia oggi ha un’occasione senza precedenti: è il Paese che dall’Europa ha ricevuto più risorse dal Recovery Plane, quindi, è chiamata a giocare un ruolo da protagonista sul terreno dei futuri investimenti in innovazione e ricerca, migliorando in competitività, solidità ed efficacia. Il grande salto risiede nella capacità di avere una visione complessiva come Paese, di fare delle scelte come sistema dell’innovazione e della ricerca in merito ai temi e alle tecnologie su cui vogliamo investire.

Come rendere più attrattivo il nostro Paese per studenti e giovani ricercatori?
Con risorse, riforme e semplificazioni. Le risorse non mancano: le usiamo per aumentare il numero e il valore delle borse di studio, anche per i dottorati, per realizzare nuovi studentati, per istituire nuovi Fondi per la ricerca che fino a pochi mesi fa non esistevano. Come il Fondo italiano per la scienza destinato a finanziare progetti di ricerca condotti in parte da ricercatori emergenti (Starting Grant) e in parte da ricercatori affermati (Advanced Grant). Stiamo, poi, riformando le classi di laurea, con l’obiettivo di favorire l’interdisciplinarietà, la flessibilità dei corsi e la formazione di profili professionali innovativi. Nel decreto legge con le disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR abbiamo inserito una misura che prevede un forte sostegno alla mobilità dei docenti universitari per semplificare le procedure di richiamo dei ricercatori italiani all’estero e attrarre gli stranieri in Italia.

E come valorizzare al meglio i nostri ricercatori?
Questo è un tema sociale ad ampio spettro perché l’attrattività di un Paese di- pende da tanti fattori: dai servizi che vengono offerti alla capacità di valorizzare e riconoscere economicamente le competenze acquisite, alla possibilità di entrare in contatto con un tessuto imprenditoriale sempre più innovativo. Sono politiche che vanno riviste nel loro complesso, sia a livello regionale che nazionale, creando forti legami fra accademia, enti di ricerca e mondo del lavoro. Sono in arrivo con il PNRR importanti fondi destinati all’istruzione.

Come possiamo sfruttarli al meglio?
Pianificando, scegliendo e impostando una staffetta tra fondi europei che sono limitati nel tempo e risorse nazionali che abbiamo cercato di stabilizzare attraverso la legge di bilancio, attualmente in fase di conversione in Parlamento. Per agevolare le Università, gli enti di ricerca, le imprese abbiamo pubblicato sul sito del Ministero la roadmap delle iniziative e il calendario dei prossimi bandi, così che tutti siano in- formati, per tempo, delle opportunità che abbiamo per cambiare il passo alla ricerca.

Quali sono le sfide che il mondo dell’Università dovrà affrontare in futuro?
Deve prima di tutto vedersi, sentirsi e com- portarsi come sistema universitario italiano, con la consapevolezza che la “mancanza” di qualcuno viene recuperata grazie alla “forza” di un altro e viceversa. Solo in rete l’Università italiana potrà davvero giocare una partita competitiva sui campi internazionali, stimolando giovani italiani e stranieri a scegliere di proseguire il percorso di studi in Italia.

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