L’impegno delle istituzioni nel cercare di migliorare la presa in carico e la gestione del paziente oncologico in questi ultimi anni è stato davvero notevole. Grande ascolto si è prestato alle esigenze espresse dalle associazioni di pazienti, di caregivers e di cittadini nel cercare di garantire un equo accesso alle cure a livello territoriale e un’omogenea presa in carico dei pazienti. Così come quelle espresse dalla comunità scientifica, che si è posta al fianco dei diversi portatori di interesse portando il proprio contributo nella valorizzazione delle migliori cure e prestazioni, essenziali per il miglioramento e l’efficientamento dei percorsi di cura dei pazienti. Alcuni grandi, benché ancora parziali, successi si sono avuti con il rinnovo del Piano Oncologico Nazionale e l’istituzione di un Fondo ad hoc per la sua implementazione, così come le misure introdotte al fine di efficientare le ROR.
Tuttavia, sono ancora molte le questioni importanti su cui lavorare per poter garantire uniformità di accesso a cure e prestazioni, nonché tempi di attesa congrui con i loro percorsi di cura, per tutti i pazienti oncologici.
Allora, in questa ottica, bisogna capire e valorizzare l’importanza dei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (PDTA), i quali rappresentano – o dovrebbero rappresentare – lo strumento fondamentale per la gestione dei pazienti lungo tutto il percorso di cura, in quanto indicano in modo chiaro le prestazioni da prescrivere, garantendo l’appropriatezza terapeutica. Questi assumono un valore ancora più importante per la gestione integrata e multidisciplinare di patologie croniche e complesse, come quelle oncologiche.
Ormai in letteratura, così come nella pratica clinica, i PDTA hanno dimostrato il loro valore aggiunto, essendo in grado di garantire l’accesso a prestazioni e qualità di cure molto elevate, anche grazie alla previsione dell’approccio multidisciplinare dei vari professionisti sanitari coinvolti, come nel caso, ad esempio, delle Breast Unit, divenute nel tempo dei best case di efficienza organizzativa ed efficacia nella gestione personalizzata del paziente.
Nel caso della presa in carico di pazienti con patologie oncologiche, infatti, una gestione strutturata consente di evitare ritardi evidenti tra la diagnosi e l’inizio del trattamento, migliorando inoltre gli esiti di cura per tutti i pazienti. Tale aspetto è già stato posto all’attenzione dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021, che ha reputato la definizione dei PDTA come essenziali per la gestione e riduzione delle liste di attesa, ritenendo l’area oncologica una priorità di intervento.
*Direttore Generale Accademia della Salute e Ricerca Clinica, Consigliere FAVO (Federazione Associazioni Volontariato Oncologico), Presidente AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati), Membro del Comitato Etico territoriale Lazio2, già Direttore Generale Ministero della Salute