Il Prof. Leonardo Punzi ci parla di questa temibile malattia cronica che distrugge le articolazioni
L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica di origine autoimmune, ovvero scatenata da un’anomala reazione del sistema immunitario che “attacca” le articolazioni del proprio corpo. Questa malattia si manifesta più frequentemente tra i 40 ed i 60 anni di età prediligendo il sesso femminile, con una sintomatologia improvvisa che va progressivamente aggravandosi fino a produrre vere e proprie deformità ossee. Uno dei maggiori esperti di questa patologia è il Prof. Leonardo Punzi, direttore dell’UOC di Reumatologia, dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova e professore ordinario di Reumatologia all’Università di Padova, Dipartimento di Medicina DIMED. È inoltre membro del Consiglio Direttivo della Société Française de Rhumatologie, della Società Italiana di Reumatologia (SIR), Vicepresidente della Fondazione Italiana per l’Artrite (FIRA), Presidente dell’Associazione Onlus HEMOVE (Health and Motion Venice Association) e membro del Comitato Scientifico della Fondazione per la Ricerca Medica dell’Università di Strasburgo. E’ componente di varie task force della Società Europea di Reumatologia (EULAR) per l’elaborazione di raccomandazioni europee. È Direttore Responsabile di “Reumatismo”, giornale ufficiale della SIR e autore di circa 350 lavori pubblicati su riviste internazionali.
Prof. Punzi come si manifesta la malattia di cui soffriva Anna Marchesini?
Le persone che affrontano per la prima volta questa grave affezione, restano confuse e disorientate da un evento tutto sommato poco conosciuto. Si tratta di una malattia cronica, cioè che tende a persistere nel tempo, che colpisce la membrana sinoviale delle articolazioni. Tale membrana reagisce all’infiammazione aumentando di volume e dando origine al panno sinoviale, il quale, invadendo la cartilagine, ne provoca l’erosione e la graduale distruzione. Questo processo arriva ad interessare tutti i tessuti articolari incluso l’osso, provocandone in modo graduale, la distruzione della stessa e la relativa invalidità di chi ne soffre. Non sono solo le articolazioni ad essere colpite, ma potenzialmente può essere coinvolto l’intero organismo, fra cui in particolare occhi, polmoni e più raramente, cuore e vasi. Le articolazioni colpite sono inizialmente quelle delle estremità, mani e piedi, che si infiammano in modo simmetrico provocandone rigidità, dolori, tumefazioni ed, a lungo andare, anchilosi che compromettono la funzionalità degli arti.
Si può guarire da questa malattia?
Il termine guarigione è poco appropriato per l’artrite reumatoide, come per altre malattie croniche. Tuttavia, le possibilità di cura sono notevoli, nettamente accresciute negli ultimi anni con la diagnosi precoce e l’introduzione di farmaci innovativi, i cosiddetti farmaci biologici, per i soggetti che non rispondono ai farmaci tradizionali. Riconoscere nel più breve tempo possibile l’artrite è importantissimo, in quanto permette al Reumatologo di iniziare una cura che contrasti in modo efficace l’evolversi della malattia. L’opportunità di bloccare questa malattia distruttiva è dipendente non solo dalla diagnosi precoce ma anche dall’impostazione di una corretta terapia con farmaci anti-reumatici fin dalle prime fasi. È possibile quindi, in fase precoce di malattia, indurre la remissione. Con i cortisonici a bassa posologia e con i farmaci anti-reumatici (convenzionali e biologici) è maggiormente probabile riuscire a dominare l’infiammazione quando questa è ancora limitata a poche articolazioni. Inoltre è stato dimostrato che la remissione clinica è correlata ad una minore evoluzione del danno anatomico articolare. La remissione in fase precoce di malattia può garantire una vita normale. Fortunatamente la prognosi dell’artrite reumatoide è assolutamente migliorata negli ultimi 20 anni. Sono migliorate le conoscenze sulle alterazione dei meccanismi immunitari che portano alla cronicizzazione dell’infiammazione articolare. Anche l’evoluzione della malattia è rallentata e non invalidante, rispetto al passato. Spesso i malati svolgono una vita del tutto normale, senza impedimenti legati all’artrite.
Prof. Leonardo Punzi
Direttore dell’UOC di Reumatologia, dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova
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