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Prevenire e curare la malattia venosa cronica

Il Dott. Elia Diaco, Direttore dell’Ambulatorio di Angiologia e Medicina Vascolare del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, ci spiega come

La malattia venosa cronica è un disturbo che colpisce la circolazione venosa del nostro organismo. In genere sono le donne a soffrirne di più ma non sono rari i casi in cui anche gli uomini ne sono colpiti. A parlarci di questa patologia, il Dott. Elia Diaco, Direttore dell’Ambulatorio di Angiologia e Medicina Vascolare del Sant’Anna Hospital di Catanzaro. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Catanzaro “Magna Græcia”, ha conseguito il Master di II livello in Angiologia e Medicina Vascolare all’Università degli Studi di Bologna. È stato Accredited Specialist Operator dell’Italian Society for Vascular Investigation, past Presidente regionale della SIAPAV (Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare) Calabria e Referente regionale SIDV GIUV (Società Italiana di Diagnostica Vascolare). Dal 2004 svolge l’attività libero-professionale al Centro Radiologico di Diagnostica ed Ecografia Medica “Familiari” di Crotone ed al Centro Polispecialistico “Villa Elisa” di Soverato; dal 2009 anche al Centro Polispecialistico “Biocontrol” di Cosenza e dal 2014 al Centro Medico Parioli di Roma. Docente della School of Excellence in Phlebology, dell’Università San Raffaele di Roma e membro del Comitato Scientifico “Flebologia Oggi”, ha ricevuto proprio quest’anno il prestigioso “Premio Bellini”, dedicato alle grandi figure nel mondo medico e sanitario, “per il suo impegno nella prevenzione e nella cura della malattia venosa cronica”.

Dott. Diaco, cosa provoca la malattia venosa cronica?

Lo stile di vita moderno è spesso caratterizzato da abitudini nocive come l’iperalimentazione ed una ridotta attività fisica, che possono determinare sovrappeso ed obesità. Questi sono fattori di rischio, che insieme ad altri, come il fumo, causano la formazione di placche aterosclerotiche a livello delle arterie. Altri comportamenti, come l’eccessiva esposizione delle gambe al sole, la permanenza vicino a fonti di calore, oppure l’uso dei tacchi sopra ai 5 cm, possono provocare una dilatazione delle vene. Ciò ha come conseguenza la formazione di teleangectasie, antiestetici capillari di colore rosso vivo o rosso-bluastro, od anche delle varici, sintomatiche di un’insufficienza venosa cronica.

Cosa sono le varici?

La varicosi, che colpisce per lo più gli arti inferiori, consiste nella dilatazione patologica permanente di una o più vene, che si presentano gonfie e con zone di nodosità. Simili vasi diventano “incontinenti”, ovvero non più in grado di pompare il sangue dal basso verso l’alto, in altre parole verso il cuore. È una malattia da non sottovalutare perché può essere molto invalidante, e provocare gravi danni come una trombosi venosa superficiale, con conseguente compromissione della circolazione, e dello stato delle gambe che possono presentare pesantezza, prurito, od eczemi. Quella delle vene varicose è una patologia molto comune, di cui oggi soffre il 40% della popolazione italiana e può colpire sia gli uomini che le donne, anche se è più frequente nella popolazione femminile. I fattori che la provocano sono molteplici. Una delle cause principali è la predisposizione ereditaria, tanto che spesso ne soffrono anche giovani tra i 18 ed i 30 anni. Si uniscono poi, come detto, lo stile di vita e il fattore lavorativo: la malattia varicosa insorge infatti con maggiore frequenza nei soggetti che svolgono un’attività che li costringe a stare per molte ore in posizione eretta. Per prevenirla il consiglio è sicuramente quello di mangiare molta verdura e frutta, agrumi e mirtilli in particolare, perché contengono sostanze flebotoniche.

Come si possono curare le vene varicose?

Oggi esiste una metodica innovativa che si chiama Scleromousse. È un tipo di trattamento realizzato ambulatorialmente, in maniera ecoguidata, che sostituisce effettivamente l’intervento chirurgico. Senza alcun tipo di incisione o di anestesia, si inietta all’interno della vena incontinente un liquido schiumoso per mezzo di un semplice ago butterfly, ossia quello che si usa per il prelievo. La mousse in pochi secondi “sclerotizza” in maniera indolore e definitiva la struttura varicosa, provocando in essa una flebite chimica con conseguente obliterazione e riassorbimento del vaso. Il paziente dovrà indossare la calza contenitiva e seguire una terapia eparinica, ma appena terminato il trattamento, che dura 15/20 minuti, potrà tornare a casa senza necessità di ricovero ospedaliero. Chiunque si può sottoporre a questa tecnica senza limiti di età, comprese le persone anziane.  La scleromousse è una metodica che si è sviluppata in Francia ed oggi è praticata in tutta Europa. Nel nostro Paese siamo solo una decina di medici ad avvalerci di tale procedura e nel Meridione io sono uno tra i pochi.

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Dott. Elia Diaco

Angiologia e Medicina Vascolare Sant’Anna Hospital

Viale Papa Pio X, 111 – 88100 Catanzaro

Segreteria: 0961 5070111
Riceve anche a:

Cosenza: 0984 35705
Crotone: 0962 23971

Soverato: 0967 521370
Catania: 338 1191158

Roma: 06 8080344

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