La fibrillazione atriale (FA) è di gran lunga l’aritmia cardiaca più frequente. La sua prevalenza è compresa tra il 2-3% della popolazione generale.
Solamente in Europa sono previsti per il 2030, circa 15-20 milioni di soggetti affetti da fibrillazione atriale. Recentemente una nuova metodica è venuta ad aggiungersi a quelle già presenti: l’elettroporazione o pulsed field ablation (PFA) che fin dalla sua recente introduzione worldwide si sta rapidamente diffondendo permettendo il trattamento di già 70.000 pazienti. Ne parliamo con il Professor Giovanni Rovaris, Direttore di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza.
Recentemente si è aggiunta una nuova procedura di trattamento della FA: l’elettroporazione o pulsed field ablation (PFA). In cosa consiste?
“L’elettroporazione consiste nell’applicare un campo elettrico alle vene polmonari che sono la fonte originaria delle fibrillazioni atriali. Esse sono la fonte originaria delle maree elettriche che costituiscono la fibrillazione atriale. Questo campo elettrico è in grado di creare dei buchi (pori) sulla membrana cellulare. Quando essi raggiungono dimensioni consistenti, la membrana cellulare non può più ricostituirsi. Di conseguenza, la cellula muore. In questo modo, si ottiene un isolamento elettrico delle vene polmonari evitando l’ innesco e il mantenimento della fibrillazione atriale. Il recente sviluppo tecnologico degli ultimi 10 anni ha consentito di rendere tali procedure ablative più veloci, efficaci e sicure. La riduzione dei tempi rende possibile trattare più pazienti. Ancora oggi, purtroppo, si opera solamente il 2,8% dei soggetti con indicazione al trattamento ablativo. La Struttura di Elettrofisiologia Interventistica della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori oggi esegue la procedura ablativa della FA con tutte le attuali forme di energia disponibili, scelte in base alla clinica del paziente e alle sue caratteristiche anatomiche (cryoablazione con due differenti tecnologie con peculiarità differenti, laserballoon e radiofrequenza)”.
Questa forma di energia è selettiva per le cellule miocardiche, cioè non ha effetto su altre cellule adiacenti, perché?
“È questa la vera innovazione. Questa forma di energia si è scoperto essere estremamente mirata e selettiva sulle cellule del miocardio. Solo queste sono adatte ad essere attraversate da questo tipo di energia. Applicando questa energia nel cuore e sulle vene polmonari, il nervo frenico o l’esofago vengono coinvolti ma ma subiscono variazioni a livello cellulare e rimangono integri, e si evitano danni collaterali”.
L’elettroporazione è una nuova forma di energia che si affianca alla radiofrequenza, alla crioenergia e all’energia laser per il trattamento maggiormente estensivo anche per altre forme di aritmie cardiache. Il suo utilizzo è, per ora, quello delle vene polmonari dell’atrio sinistro per la cura della fibrillazione atriale. In futuro il campo di utilizzo potrebbe allargarsi ad altre parti del corpo?
“La scommessa è proprio questa. Siamo ancora all’inizio e stiamo ancora valutando gli effetti a lungo termine di ciò che l’elettroporazione può provocare sulle cellule. Certamente l’idea è quella di estendere l’applicazione di questa nuova energia ottenendo beneficio su altre aritmie, per esempio, quelle ventricolari, che sono delle forme di aritmie molto pericolose. Siamo ancora agli inizi di questa avventura ma cominciano ad emergere alcune esperienze al riguardo. Sarà fondamentale la ricerca tecnologica per offrire elettrocateteri performanti per l’applicazione dell’elettroporazione verso queste altre forme aritmiche”.
Nel trattamento della fibrillazione atriale, quale contributo possono dare le nuove tecnologie (Intelligenza artificiale e/o big data)?
“Anche in campo elettrofisiologico la ricerca scientifica è fondamentale. La tecnologia corre molto veloce in questa disciplina cardiologica ed il binomio medicina-ingegneria è essenziale. L’Intelligenza artificiale è uno di questi strumenti tecnologici che va a integrare le attività del medico. Esistono, infatti, una serie di dispositivi che supportano il professionista. Nonostante il grande supporto che può arrivare delle aziende per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, siamo ancora in una fase iniziale. Credo che in futuro sarà un fattore fondamentale per supportare il lavoro del medico e la ricerca scientifica”.
CONTATTI: Dott. Giovanni Rovaris Direttore S.S. Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori Università Milano Bicocca Via Pergolesi 33 20900 Monza (MB) Tel.: 3347852046 Mail: Rovaris.gi@gmail.com