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Otorinolaringoiatria: il futuro è nell’innovazione tecnologica

Robotica, nanotecnologie, endoscopia in chirurgia e nella diagnostica rappresentano grandi progressi nella cura delle patologie dell’orecchio e nel recupero della funzione uditiva.

Il Dipartimento di Neuroscienze e dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria e Chirurgia della Base Cranica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è uno dei centri di riferimento nazionale e internazionale per la chirurgia dei tumori della base cranica, nella cura delle patologie dell’orecchio e delle sordità. È diretto dal 2004 dal Professor Giovanni Danesi, che è anche Presidente dell’Associazione Otorino Ospedalieri Italiana (AOOI).

Professore, qual è il punto di eccellenza del Dipartimento che dirige?

“Il nostro Dipartimento è un centro di riferimento in Italia e all’estero per la chirurgia dell’orecchio, delle sordità e dei tumori della base cranica. Oggi ci sono molte realtà in cui c’è un’ottima cooperazione multidisciplinare tra otorino, neurochirurgo e altri specialisti per affrontare le patologie più complesse, ma l’otorino ha delle aree di specializzazione, nella cura di queste patologie, estremamente uniche, valide e particolari tali da aver fatto la storia di questa Chirurgia. Per questo l’Otorinolaringoiatria di Bergamo continua a essere un punto di riferimento in questo ambito, con circa 1.600 interventi l’anno complessivamente, 250/300 casi di chirurgia dell’orecchio medio e tra i 60 e gli 80 tumori della base cranica all’anno, con un buon 30% di pazienti che arriva da altre Regioni”.

Quali sono le patologie più frequenti che affrontate?

“Le patologie di cui ci occupiamo maggiormente sono innanzitutto quelle che riguardano la chirurgia della sordità e quella dell’otite cronica: quindi spaziamo dagli impianti cocleari alla cura dell’otosclerosi, dall’otite cronica semplice a quella colesteatomatosa, sia da un punto di vista della patologia che da quello del recupero funzionale della funzione uditiva. Per quanto riguarda, invece, i tumori della base cranica ci occupiamo prevalentemente di neurinomi del nervo acustico, meningiomi patologie della base cranica anteriore, tumori maligni dei seni paranasali…”.

Quanto contano i progressi tecnologici nella diagnosi e la cura di queste patologie?

“La tecnologia in questi anni ha fatto davvero dei cambi di paradigma molto importanti e ci ha fornito delle attrezzature e degli strumenti che hanno assolutamente migliorato l’efficacia della chirurgia e i risultati che oggi possiamo ottenere: degenze più brevi, interventi meno invasivi, minori complicanze e tempi di guarigione più rapidi. Sicuramente la tecnologia endoscopica è stato un traguardo notevole, che a sua volta si è evoluto ulteriormente con le tecnologie tridimensionali o di altissima risoluzione a 4k, fino ai sistemi di navigazione molto avanzati. Nella fattispecie all’Ospedale di Bergamo possiamo usufruire anche di una sala operatoria che ha integrata al suo interno, una risonanza magnetica nucleare, che ci consente, durante o alla fine dell’intervento, di controllare in tempo reale i risultati di tutta l’operazione”.

Quale potrebbe essere il futuro più prossimo della Chirurgia in Otorinolaringoiatria?

“L’aspirazione di ogni chirurgo credo sia quello di arrivare ad avere tecnologie che, nel rapporto costi-benefici, offrano la minore invasività possibile con il massimo risultato possibile. Gli scenari futuri più prossimi sono da un lato la robotica, che sta facendo passi da gigante, almeno per alcune aree del corpo umano, dall’altro le nanotecnologie, attraverso le quali si può arrivare a un miglioramento di determinate funzioni, come appunto quella uditiva, e, ancora, l’evoluzione, speriamo sempre più fruttuosa, di tutto quello che concerne cellule staminali e genetica”.

E per la sordità è prevista una guarigione?

“Per le forme trasmissive sicuramente sì, per tutte le altre situazioni di grave sordità, soprattutto di tipo neurosensoriale, la tecnologia permette già oggi di raggiungere risultati straordinari con gli impianti cocleari, la situazione migliorerà ulteriormente, ad esempio in termini di risoluzione del segnale. Basti pensare che, grazie all’utilizzo di impianti di questo tipo in bambini sotto i 12 mesi, il problema del sordomutismo nel mondo è destinato a scomparire. Il sogno adesso è l’orecchio bionico invisibile che possa ridonare alla persona un udito perfettamente funzionale senza alcuna visibilità estetica esterna e di conseguenza una vita sociale e relazionale normale”.

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Prof. Giovanni Danesi

Dir. Dip di Neuroscienze e dell’U. O. di Otorinolaringoiatria e Chirurgia della Base Cranica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII

Piazza OMS, 1 – Bergamo

Tel. 035-267111

email: gdanesi@asst-pg23.it

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