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I Dottor House della medicina ci sono

Il Dott. Andrea Fontanella, Presidente Nazionale FADOI, ci spiega perché

“Il titolo – spiega il Dott. Andrea Fontanella, Presidente Nazionale della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI) – nasce dal modo in cui il Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ama appellarci. Il ministro ha affermato: “Mi piace chiamare gli internisti i Dr. House della nostra Medicina. Voi Dr. House siete molto attivi anche nella formazione e nella ricerca clinica. È di questo che abbiamo bisogno per rendere i nostri ospedali più moderni e contemporaneamente mettere al centro il paziente. Nelle situazioni complesse il ruolo dell’internista è fondamentale, perché ha visione olistica e capacità di sintesi”. Le parole della Lorenzin ci inorgogliscono e ci fanno capire che ha perfettamente presente quale sia il nostro ruolo e la nostra funzione. L’evoluzione socio-epidemiologica degli ultimi decenni ed i progressi della medicina, soprattutto nel fronteggiare le malattie acute, hanno fatto sì che la nostra popolazione invecchi sempre di più. L’invecchiamento della popolazione è associato ad un progressivo maggior assorbimento delle risorse delle fasce di età dopo i 65 anni ed ad un sempre minor numero di popolazione attiva che finanzia la Sanità. Altra causa d’incremento della spesa è l’avvento di nuovi farmaci e nuove tecnologie. Questo non è sempre giustificato. L`80% dei “nuovi” farmaci immessi sul mercato sono copie (ad eccezione del prezzo) e solo il 2,5% rappresenta un progresso terapeutico.
La velocità di sviluppo della tecnica fa sì che le nuove apparecchiature diventino sempre più velocemente desuete, con una paranoica rincorsa al “perennemente” nuovo, che non sempre è meglio. La sostenibilità è la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto ad un certo livello indefinitamente. Lo sviluppo sostenibile è quello che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Da qui la necessità di attuare tagli per razionalizzare la spesa pubblica, migliorandone l’efficienza, adeguando il sistema assistenziale ai mutamenti sociali ed epidemiologici, che vedono una società sempre più anziana, affetta da polipatologie, tutte croniche, con necessità di assistenza continuativa e con perdita di autonomie. La maggioranza delle famiglie non è in grado di erogare tale assistenza, con le conseguenti “dimissioni difficili” e frequenti e precoci re-ospedalizzazioni. Le condizioni polipatologiche inducono l’ammalato a compiere peregrinazioni tra diversi specialisti, col risultato di collezionare una somma di prescrizioni di farmaci, spesso poco compatibili tra di loro e con le altre patologie. Il medico di specialità è quello adatto ad affrontare particolarmente le malattie acute in un paziente non complesso, ma è certamente carente per quelle croniche e complesse.l titolo – spiega il Dott. Andrea Fontanella, Presidente Nazionale della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI) – nasce dal modo in cui il Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ama appellarci. Il ministro ha affermato: “Mi piace chiamare gli internisti i Dr. House della nostra Medicina. Voi Dr. House siete molto attivi anche nella formazione e nella ricerca clinica. È di questo che abbiamo bisogno per rendere i nostri ospedali più moderni e contemporaneamente mettere al centro il paziente. Nelle situazioni complesse il ruolo dell’internista è fondamentale, perché ha visione olistica e capacità di sintesi”. Le parole della Lorenzin ci inorgogliscono e ci fanno capire che ha perfettamente presente quale sia il nostro ruolo e la nostra funzione. L’evoluzione socio-epidemiologica degli ultimi decenni ed i progressi della medicina, soprattutto nel fronteggiare le malattie acute, hanno fatto sì che la nostra popolazione invecchi sempre di più. L’invecchiamento della popolazione è associato ad un progressivo maggior assorbimento delle risorse delle fasce di età dopo i 65 anni ed ad un sempre minor numero di popolazione attiva che finanzia la Sanità. Altra causa d’incremento della spesa è l’avvento di nuovi farmaci e nuove tecnologie. Questo non è sempre giustificato. L`80% dei “nuovi” farmaci immessi sul mercato sono copie (ad eccezione del prezzo) e solo il 2,5% rappresenta un progresso terapeutico.

Questo paziente ha bisogno di un inquadramento globale che tenga conto della sua fragilità e della sua complessità, di fiducia e di continuità assistenziale percepita come l’esistenza di un riferimento stabile e continuo. Questa figura professionale è quella che coincide con l’Internista “il Dottore degli adulti”.

L’internista è il vero gestore del Governo Clinico, unico vero strumento in grado di garantire: efficacia, appropriatezza (sia professionale sia organizzativa), efficienza e, quindi, sostenibilità. È necessario evitare sovra utilizzo d’indagini e trattamenti, dare valore alla storia del paziente, la “voce della vita”, riappropriarsi “dell’arte di visitare”, ridando importanza all’esame obiettivo e su questo richiedere gli esami appropriati.

Non ostinarsi a modificare la struttura, ma il modo di lavorare e di pensare, focalizzarsi sui problemi e sui sistemi in grado di risolverli, mettere la persona al centro, gestire la conoscenza ed il talento con la stessa attenzione con cui si gestiscono i soldi. Ieri avevamo comportamenti dettati dalla saggezza clinica ma meno conoscenze e minore supporto tecnico.

Oggi abbiamo molta più conoscenza e spropositato sviluppo tecnico, ma minore saggezza nel gestirli. Se vogliamo garantirci il futuro del domani dobbiamo ritornare ai modi di ieri con le conoscenze e la tecnica di oggi”.

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