Skip links

Interventi oncologici le pagelle della Regione Lombardia per le liste d’attesa

Il report sulle strutture pubbliche e convenzionate. Al primo posto per il rispetto dei tempi ce Crema. A Milano sul podio vanno Besta, Gaetano Pini e Niguarda

Al top di questa ideale classifica c’è l’ospedale di Crema, dove nel 100 per cento dei casi vengono rispettati i tempi massimi. Alla fine dell’elenco, invece, ci sono l’Asst Rhodense che comprende gli ospedale di Garbagnate e di Rho, il Papa Giovanni di Bergamo e l’Asst ovest Milanese, di cui fa parte l’ospedale di Legnano: per queste tre realtà, la percentuale di “puntualità”, per le operazioni chirurgiche oncologiche, è tra il 45 e il 42 per cento. Segno che, sei volte su dieci, i malati attendono troppo.

Sono gli esiti del monitoraggio condotto dalla Regione sul fronte dei tempi di attesa, in particolare per quanto riguarda i ricoveri oncologici, oltre 67 mila in un anno, di cui il 62 per cento (41 mila) negli ospedali pubblici.

L’assessorato al Welfare ha fatto un confronto tra il 2021 e il biennio 2019 e 2020, per vedere dove sono state riscontrate maggiori criticità.

“Le analisi si sono concentrate sul migliore modo di risolvere l’annoso problema dell’eccessiva lunghezza delle liste d’attesa, aggravato in questi ultimi due anni dalla necessità di fronteggiare un’emergenza pandemica di una gravità senza precedenti”, spiega la vicepresidente Letizia Moratti. 

Ebbene, soprattutto grazie alla spinta, da luglio scorso in poi, per recuperare le prestazioni “in stand by” a causa della pandemia (sono stati recuperati 530 mila visite ed esami, e 17 mila interventi chirurgici), la situazione è migliorata. In particolare per quanto riguarda l’ONCOLOGIA, uno dei campi più delicati: si è passati da un rispetto dei tempi  massimi di attesa (che vengono stabiliti in base alla priorità assegnata al momento della diagnosi, di solito per l’oncologia si parla di 30 giorni massimi) dal 62 per cento a livello regionale tra il 2019 e il 2020, al 75 per cento.

In pratica, tre lombardi su quattro ammalati di tumore, oggi non aspettano più del dovuto.

La percentuale, però, è una media. E se quindi si va a spulciare il monitoraggio ospedale per ospedale, emergono sia i
più bravi, che appunto riescono a rispettare i tempi massimi in oltre l’80 per cento dei casi. Sia i meno bravi, che invece sono sotto questa soglia.

E allora: al top tra gli ospedali pubblici, oltre a Crema, ci sono l’Asst del Garda (che comprende i presidi di Desenzano, Lonato, Gavardo, Salò, Manerbio e Leno) e l’ospedale di Mantova. A Milano i più bravi sono il neurologico Besta, “puntuale” nell’87 per cento dei casi, e poi l’ortopedico Gaetano Pini (73 per cento) e il Niguarda (che non fa aspettare oltre il dovuto il 73 per cento dei pazienti, e ieri è stato individuato da Newsweek tra i migliori ospedali del mondo).

Tra le strutture pubbliche dove invece i pazienti sono costretti a rimanere, troppe volte, in attesa per più tempo del dovuto ci sono gli ospedali di Sesto e Cinisello (puntuali solo nel 58 per cento dei casi) e l’Istituto nazionale dei Tumori, che nella metà dei casi (51 per cento) non riesce a stare nei tempi di attesa massimi, anche perché punto di riferimento a livello nazionale, nel quale arrivano casi da tutta Italia.

E se è vero che ognuna di queste strutture negli ultimi due anni ha migliorato le proprie performance, in tanti pazienti ancora rimangono comunque ad aspettare troppo.

Il discorso è simile sul fronte degli ospedali privati, per quanto riguarda gli interventi oncologici in convenzione con il sistema pubblico.

La clinica dove i pazienti non aspettano mai più del dovuto è la San Carlo di Paderno Dugnano. Quella meno  puntuale, secondo i dati della Regione, è invece l’Auxologico, che sfora nel 54 per cento dei casi il tetto della coda. Nel mezzo, ci sono i grandi poh, più o meno puntuali, anch’essi attrattivi a livello nazionale: la Poliambulanza di
Brescia che resta nei tempi massimi il 92 per cento delle volte, il Policlinico San Donato nell’83 per cento,  l’Humanitas nell’82, il San Raffaele nel 77 per cento.

“Si deve continuare nella strada intrapresa e tutte le aziende sanitarie sono chiamate a migliorare, per offrire ai cittadini, in tempi certi e rapidi, le cure e i servizi di alta qualità — sottolinea Moratti —.

Lo spirito che ha animato la nostra sanità durante la campagna vaccinale, permettendo alla Regione di raggiungere il risultato straordinario che tutti le riconoscono, deve essere ora trasferito sul tema non meno importante e gravido di ricadute sociali del taglio delle liste d’attesa.”

 

 

FONTE: LaRepubblica Milano

Leave a comment