Su iniziativa del Senatore Guido Quintino Liris.
Una parte preponderante del territorio italiano si connota per un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni che, in molti casi, sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi essenziali. Le specificità di questo territorio possono essere riassunte utilizzando l’espressione “Aree Interne”.
Le aree interne sono i territori del paese più distanti dai servizi essenziali (quali istruzione, salute, mobilità), una realtà che riguarda che interessano oltre il 60% del territorio nazionale ed il popolazione italiana 4.000 comuni, con 13 milioni di abitanti, 22,7 della popolazione italiana, territori a forte rischio di spopolamento demografico, con una mobilità giovanile elevata e una ridotta natalità, e dove la qualità dell’offerta dei servizi è spesso limitata, con una popolazione non nativa digitale e con fragilità formativa.
Dal punto di vista dell’istruzione questi territori incontrano spesso forti problematiche, che acuiscono la tendenza allo spopolamento. L’offerta educativa è compromessa dalle difficoltà di spostamento e dalla tendenza alla forte mobilità degli insegnanti. Oltre l’80% dei comuni nelle aree interne non ha nessuna scuola superiore statale (a fronte della quasi totalità dei poli che ne ospitano uno o più). Il 39% non ospita neanche una scuola media. Non stupisce quindi che questi territori si caratterizzino per una maggiore dispersione scolastica e per livelli di apprendimento significativamente più bassi. Perciò il ruolo del sistema scolastico e in generale dell’offerta di servizi rivolti ai minori è decisivo. La scuola è chiamata a diverse funzioni, come riportato nella strategia nazionale per le aree interne. Tra queste, quella di offrire alle ragazze e ai ragazzi le competenze per decidere in autonomia se andarsene o restare. Ma anche garantire gli strumenti che consentano di restare dove sono nati. Inoltre nelle aree interne il ruolo delle scuole, biblioteche e servizi come presidi territoriali, oltreché educativi, è ancora più importante.