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Le nuove frontiere dell’ Endocrinologia e dell’ Andrologia

Infertilità di coppia, infezioni a trasmissione sessuale, prevenzione rivolta ai giovani maschi, ricerca nell’ambito dell’onco-fertilità: sono queste le sfide che deve affrontare questa branca della medicina.

Il Prof. Andrea Isidori, specialista in Endocrinologia e Malattie Metaboliche presso il Policlinico Umberto I di Roma, è Professore Ordinario di Endocrinologia presso l’Università La Sapienza e neo Presidente della SIAMS, Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, oltre che Consigliere dell’Accademia Europea di Andrologia.

Professore, quali sono gli obiettivi del suo nuovo mandato in SIAMS?

“I focus che caratterizzeranno la mia Presidenza sono le tematiche dell’infertilità di coppia e delle infezioni a trasmissione sessuale, due problemi profondamente interconnessi tra loro, perché entrambi contraddistinti da carenza di informazione e prevenzione. Si tratta di tematiche transdisciplinari, che per questo spesso non trovano una facile collocazione all’interno dell’organizzazione del SSN, ad eccezione di rari Centri, come il nostro, che promuove attivamente il coordinamento tra competenze diverse. La SIAMS si propone di facilitare questi processi virtuosi su scala nazionale, mettendo a sistema le esperienze raccolte, sia scientifiche sia assistenziali, coinvolgendo endocrinologi, psicologi, psichiatri, urologi, ginecologi ed embriologi per garantire un approccio multidisciplinare, inclusivo e di fatto, più di successo”.

In Andrologia quali sono le nuove frontiere su cui lavorare?

“Una sfida è sicuramente quella di fare entrare nell’abitudine comune l’idea di fare almeno una visita di controllo andrologico prima del completamento dello sviluppo puberale. Per raggiungere questo obiettivo ci stiamo muovendo con attività di prevenzione nelle scuole e negli atenei, con la campagna “Amico Andrologo” istituita dal Prof. Andrea Lenzi nel 2008 e mirata ad aumentare la consapevolezza dei giovani maschi sulla salute sessuale e riproduttiva. In questi incontri insegniamo ai ragazzi a fare l’autopalpazione dei testicoli, a riconoscere i segni di un’infezione ai genitali e i meccanismi di contraccezione, dando informazioni referenziate che altrimenti non riuscirebbero a trovare altrove. Offriamo anche la possibilità di fare un primo check-up clinico nella scuola, lì dove il SSN non riesce ad erogare con altrettanta facilità questo screening fondamentale. Con stupore, ci siamo trovati di fronte a un’adesione altissima da parte dei ragazzi e ci siamo resi conto di quanto ancora permanga l’idea, sbagliata, che la visita andrologica sia invasiva della propria intimità, rompendo un tabù e colmando il gap tra cultura della prevenzione maschile e femminile, quest’ultima molto più radicata. Altra sfida su cui stiamo lavorando è quella di instituire la figura del medico della riproduzione, ruolo presente nelle strutture private, ma ancora carente nel SSN. Infine vogliamo promuovere la preservazione della fertilità intercettando la coppia prima che insorgano difficoltà di concepimento, intervenendo con controlli, esami e sensibilizzazione sugli stili di vita scorretti che possono minare il loro potenziale riproduttivo. Nei Congressi Scientifici, infatti, registriamo un allarmante declino della fertilità maschile: in vent’anni il numero degli spermatozoi si è più che dimezzato, il trend è quello di una ipofertilità che ricalca gli stravolgimenti climatici a cui stiamo assistendo”.

Sul tema delle infezioni a trasmissione sessuale come vi state muovendo?

“Prima della pandemia si pensava che fosse sufficiente vaccinare contro il Papilloma Virus (HPV) meno del 50% della popolazione, ossia le sole donne. In realtà oggi sappiamo che questo non può essere sufficiente a fermare la diffusione di un virus e prevenirne i tumori associati. Per questo come SIAMS ci siamo battuti per far estendere la vaccinazione anti-HPV anche alla popolazione maschile. Ad oggi siamo ancora lontani dal risultato, perché la vaccinazione resta comunque facoltativa e per gran parte dei maschi ancora a pagamento, quindi c’è ancora molto su cui lavorare. Anche perché oggi l’attenzione sulle infezioni sessuali si è abbassata (in parte da quando ci sentiamo più sicuri di controllare l’infezione da HIV) quindi tante malattie curabili, come gonorrea e sifilide, stanno aumentando nuovamente, complice anche un uso improprio degli antibiotici”.

Dove è rivolta l’attività di Ricerca dell’Umberto I?

“Siamo un Centro Endocrinologo di terzo livello molto avanzato. In questo momento c’è molta attenzione al tema dell’onco-fertilità: siamo un Centro di Riferimento per i Tumori del Testicolo e la prima banca del seme in Italia, un servizio semplice quanto potente di crioconservazione del liquido seminale che offriamo a tutti i pazienti oncologici che devono sottoporsi a chemioterapia, per preservare la loro fertilità futura. In ambito di ricerca, stiamo studiando quali sono i trattamenti meno lesivi del testicolo e sperimentando nuovi metodi di diagnosi precoce per personalizzare i trattamenti di questo tumore. Stiamo applicando la Tissue Sparing Surgery, la chirurgia mini-invasiva che salva il testicolo, e che rappresenta una nuova frontiera chirurgica. Altra area di studio per cui siamo riconosciuti a livello mondiale, è la terapia con il testosterone, che oggi possiamo fare con grande sicurezza e efficacia, anche grazie a preparazioni farmacologiche nuove, assolutamente fisiologiche, che migliorano tanti aspetti della vita dell’uomo, per esempio in termini di prevenzione dell’osteoporosi, del diabete mellito e finanche del Covid-19”.

Contatti

Prof. Andrea Isidori

Specialista in Endocrinologia presso il Policlinico Umberto I – Università Sapienza di Roma

Viale del Policlinico, 155 – Roma

Tel. 06 49972601

Mail: andrea.isidori@uniroma1.it

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