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Le MICI: cosa sono, come si riconoscono, come si trattano

LA MALATTIA DI CROHN E LA COLITE ULCEROSA SONO MALATTIE AD ANDAMENTO CRONICO, CHE SI PRESENTANO CON PERIODI DI LATENZA ALTERNATI A FASI DI RIACUTIZZAZIONE. DIVERSI I FARMACI OGGI DISPONIBILI PER TRATTARLE.

A spiegarci la differenza tra le due patologie, come riconoscerle e quali trattamenti sono oggi a disposizione, la Prof.ssa Cristina Bezzio, Gastroenterologo, che da sempre si occupa di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) a 360°, ossia dal punto di vista clinico, ecografico ed endoscopico, con particolare interesse per la ricerca scientifica in questo ambito.

Attualmente è Professoressa a contratto della Scuola di Specialità di Gastroenterologia dell’Università di Pavia e Dirigente Medico presso l’UO di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’ASST Rhodense, di cui fa parte l’Ospedale di Rho dove è presente un Centro di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, che garantisce visite specialistiche in ambulatori dedicati e si avvale di tutte le più avanzate tecnologie diagnostiche, endoscopiche ed ecografiche, per la diagnosi e la cura delle MICI.

Il Centro dispensa tutti i farmaci attualmente a disposizione per la cura di queste patologie ed è impegnato nell’attività di ricerca per nuove strategie diagnostiche e terapeutiche. È presente anche una divisione di Chirurgia diretta da un chirurgo esperto e di riferimento per le MICI.

Prof.ssa Cristina Bezzio Dirigente Medico UO di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ASST Rhodense Presidio ospedaliero di Rho
Prof.ssa cosa sono le MICI e che incidenza hanno nel nostro Paese?

“Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali comprendono la malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa. Queste malattie colpiscono qualsiasi fascia d’età, con una maggiore incidenza nei giovani-adulti; l’incidenza è in costante aumento nei paesi industrializzati, con una prevalenza stimata di circa 250.000 casi in Italia. Le MICI si sviluppano a partire da un assetto genetico predisponente, in combinazione con una serie di fattori ambientali, come ad esempio fumo di sigaretta, infezioni, utilizzo di alcuni farmaci, stili di vita “occidentali”.

Classicamente sono caratterizzate da un andamento altalenante con fasi di riacutizzazione e di remissione, diversi in termini di durata e intensità da paziente a paziente e anche nello stesso paziente, di conseguenza anche l’impatto sulla qualità della vita dei pazienti affetti da MICI è molto variabile”.

Quali sono i sintomi a cui fare attenzione? 

“La presentazione clinica più frequente è caratterizzata dalla persistenza di diarrea cronica (da oltre 4 settimane), associata a dolori addominali nella Malattia di Crohn e alla presenza di sangue nelle feci nella Colite Ulcerosa. Nelle forme più gravi possono essere presenti anche febbre, calo ponderale e malnutrizione o manifestazioni extraintestinali di malattia, che sono soprattutto a carico delle articolazioni, della cute, dell’occhio e del fegato e delle vie biliari”.

Che differenza c’è tra MICI e Sindrome del Colon Irritabile, soprattutto in termini di sintomi?

“Le MICI sono patologie organiche, associate a un danno visibile della parete intestinale, mentre la sindrome dell’intestino irritabile è una patologia funzionale, in cui non è rilevabile una causa organica. La sintomatologia di queste due condizioni può in alcuni casi essere sovrapponibile, con diarrea e dolori addominali.

Spesso però nelle MICI i sintomi si presentano anche nelle ore notturne e sono presenti anche segni di coinvolgimento sistemico, come febbre e calo di peso, e un segno distintivo è inoltre la presenza di sangue nelle feci. Questi sintomi e segni sono assenti nella sindrome dell’intestino irritabile”.

Cosa fare se si sospetta di essere affetti da una MICI?

“Nel caso di sintomi suggestivi per MICI, specie in presenza di segni organici (calo di peso, presenza di sangue nelle feci, sintomatologia anche notturna o febbre), vengono prescritti esami ematici e fecali e se disponibile l’ecografia delle anse intestinali, un esame che si esegue appoggiando una sonda sull’addome e che, associata al dosaggio della calprotectina fecale, ha un’ottima accuratezza nell’escludere la presenza di una MICI. In alcuni casi può invece essere da subito necessaria l’esecuzione di una colonscopia”.

Quali sono ad oggi le opzioni terapeutiche per trattarle? 

“Nelle forme più gravi di MICI può rendersi necessario l’utilizzo di corticosteroidi, immunosoppressori, farmaci biologici o piccole molecole. Il capostipite è Tofacitinib, anti-jak da poco disponibile per la cura della Colite Ulcerosa.

Tra i farmaci biologici quelli attualmente disponibili per la cura delle MICI sono gli anti-TNFalpha, vedolizumab, anticorpo monoclonale diretto contro le integrine, e ustekinumab, anticorpo monoclonale diretto contro le interleuchine 12 e 23.

Presto inoltre saranno disponibili altri farmaci con diversi meccanismi d’azione attualmente in via di sperimentazione”.

 

FONTE: Sanità&Benessere efocus n°32

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