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Nuove opportunità nel trattamento dell’Ipercolesterolemia

NUOVI FARMACI, IN MONOTERAPIA O IN ASSOCIAZIONE CON LE TERAPIE IPOLIPEMIZZANTI, CHE POSSONO CONSENTIRE UNA SIGNIFICA RIDUZIONE DEL COLESTEROLO LDL NELLE PERSONE AD ALTO RISCHIO CARDIOVASCOLARE INTOLLERANTI ALLE STATINE.

L’Ipercolesterolemia è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare: dei 220.000 morti in Italia (ISTAT 2018) circa 50.000 sono da ascrivere al colesterolo cattivo, nonostante la disponibilità, oggi, di terapie farmacologiche avanzate efficaci.

L’80% dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare non raggiunge il target terapeutico raccomandato dalle Linee Guida internazionali di prevenzione primaria e secondaria. Dai dati Ceis Tor Vergata morbilità e mortalità associate alla malattia cardiovascolare comportano considerevoli costi sanitari, stimati all’11% (15,7 miliardi di €/anno) del bilancio della Sanità in Italia.

L’Associazione Culturale “G. Dossetti – I valori, Tutela e Sviluppo dei Diritti” (www.dossetti.it), che da vent’anni si occupa di tutela del diritto alla salute dei cittadini, ha voluto riportare l’attenzione su questo tema, attraverso la voce di tre professionisti della Cardiologia nazionale: il Prof. Francesco Fedele, Direttore UOC di Malattie Cardiovascolari del Policlinico Umberto I di Roma e Responsabile del Dipartimento Cardiovascolare del Comitato scientifico dell’Associazione; il Prof. Furio Colivicchi, Presidente ANMCO, Direttore del Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma e il Prof. Raffaele De Caterina, Direttore dell’UO di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.

Prof. Fedele, quali sono le opzioni terapeutiche oggi a disposizione per trattare i pazienti a rischio cardiovascolare?

“Nella popolazione mondiale ed europea in particolare, i livelli di colesterolo lipoproteico a bassa densità (C-Ldl), restano spesso superiori agli obiettivi raccomandati dalle attuali Linee Guida nei pazienti a rischio di eventi cardiovascolari molto alto, ma anche in quelli con rischio moderato e basso.

Pertanto le Linee Guida sulle dislipidemie del 2020 hanno riconfigurato i criteri di classificazione del rischio cardiovascolare indicando i valori target di colesterolemia Ldl da perseguire.

Il conseguimento di tali ambiziosi obiettivi dovrebbe essere raggiunto per mezzo di una strategia comportamentale, quale un cambiamento di stile di vita, e una strategia farmacologica, che vede una vasta gamma di farmaci disponibili: dai nutraceutici alle statine, dall’ezetimibe che ne inibisce l’assorbimento intestinale, sino agli inibitori della proteina convertasi subtilisina/kenina di tipo 9 (PCSK9); alla lomitapide per i pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote. In questo contesto si può inserire l’acido bempedoico, farmaco orale che riduce la sintesi epatica del colesterolo, inserendosi sulla stessa via di biosintesi su cui agiscono le statine senza gli effetti collaterali negativi sulla muscolatura”.

Prof. Colivicchi, per quale target di pazienti può essere efficace l’utilizzo clinico dell’acido bempedoico? 

“Questa piccola molecola è un pro-farmaco che, a differenza delle statine, ha l’enorme vantaggio di essere convertita nella sua forma attiva solo a livello epatico, senza coinvolgere gli enzimi del muscolo scheletrico, evitando alcuni effetti collaterali.

Un primo grande campo di impiego è dunque tutta quella vasta popolazione di pazienti con colesterolo elevato che non tollera le statine; essendo un farmaco con un’efficacia intermedia, inoltre, si presta anche ad essere utilizzato in combinazione con altri farmaci, ad esempio l’ezetimibe, che inibisce l’assorbimento del colesterolo; infine può essere combinato con famaci biologici, che vengono utilizzati nei pazienti più gravi”.

Prof. De Caterina, quali sono le strategie possibili per far accedere i pazienti alla cura con l’acido bempedoico? 

“Recentemente la Società Europea di Cardiologia e la Società Europea dell’Aterosclerosi hanno redatto nuove Linee Guida congiunte per il controllo dell’ipercolesterolemia, diventate ancor più stringenti sui target da raggiungere in prevenzione primaria, ma, soprattutto, secondaria e in caso di recidive: obiettivi ambiziosi, giustificati anche dal fatto che il colesterolo è una patologia relativamente semplice da combattere: raggiungere livelli di colesterolo molto bassi porta solo vantaggi, senza effetti collaterali medicamente rilevanti.

Oggi abbiamo a disposizione un armamentario terapeutico abbastanza ricco, cui è auspicabile possa aggiungersi, come ulteriore terapia efficace, anche l’acido bempedoico, consentendo così, a un numero sempre più alto di pazienti, di raggiungere questi obiettivi di sicurezza sulla colesterolemia”.

 

FONTE: Salute&Benessere efocus n°33

 

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