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Covid-19 e Staminali: Lo stato della ricerca

Torniamo ad occuparci delle possibili terapie con cellule staminali che la comunità scientifica mondiale sta sperimentando per il trattamento di pazienti affetti da Covid19. Ad oggi le strategie di cura adoperate non sempre si sono rivelate efficaci, soprattutto per i pazienti in terapia intensiva, si sta cercando quindi di trovare una alternativa che possa fornire un maggior effetto antiinfiammatorio.

 

La prima a sperimentare le cellule staminali è stata la Cina seguita da numerosi altri Paesi come Emirati Arabi, Stati Uniti, Italia etc. Il grande interesse verso queste cellule è principalmente dovuto al potere immunomodulatorio che possiedono e che consente di  prevenire la tempesta molecolare infiammatoria generata dal virus, inoltre, queste cellule sono anche in grado di migliorare i danni provocati dal virus nei vari organi; sono infatti in grado di stimolare la riparazione endogena dei tessuti. Le cellule staminali individuate come più idonee sono le cellule staminali mesenchimali.

 

Medici di tutto il mondo stanno sperimentando le cellule staminali mesenchimali per il trattamento del covid19. In alcuni casi le cellule staminali vengono infuse per via endovenosa in altri, come per la ricerca in corso negli Emirati Arabi, queste cellule vengono inalate mediante nebulizzazione. Negli Stati Uniti la ricerca si è concentrata sulle cellule staminali mesenchimali del cordone ombelicale infuse per via endovenosa, la sperimentazione clinica avviata dal Team internazionale guidato dal Dr Camillo Ricordi, ha già ottenuto l’approvazione della Food and Drugs Administration (FDA- ente che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici). Il Dr Ricordi è professore di chirurgia e direttore dell’Istituto di ricerca sul Diabete (Dri) e del Centro di trapianti cellulari alla Miller School of Medicine dell’Università di Miami. Il Team vede la partecipazione di specialisti in malattie infettive, medicina polmonare, terapia intensiva ed esperti in terapie cellulari. La Onlus “The Cure Alliance” e Barilla hanno deciso di sostenere la ricerca del Team del Dr. Ricordi. “Abbiamo ottenuto l’autorizzazione della FDA per uno studio clinico su 24 pazienti, per valutare la sicurezza e l’efficacia esplorativa delle cellule staminali mesenchimali del corone ombellicale- afferma il Dr Ricordi- abbiamo appurato che, con l’infusione per via endovenosa, circa il 95% di queste cellule finiscono nei polmoni garantendo  una attività antinfiammatoria e di rigenerazione. Non c’è tempo da perdere”. Secondo Ricordi questa potrebbe essere una rivoluzione, nel contrasto alla pandemia. “I pazienti che muoiono per Covid-19 – dice – hanno un tempo medio di soli dieci giorni dai primi sintomi al decesso. Nei casi più gravi, i livelli di ossigeno nel sangue scendono e l’incapacità di respirare spinge i pazienti verso una fine spesso molto rapida; qualsiasi intervento che possa impedire questo decorso sarebbe altamente desiderabile”. Il trial è stato effettuato a Miami, presso l’Ospedale dell’Università di Miami e il Jackson Health System. A questo progetto partecipa anche l’Italia: con il Dr Massimo Dominici, del Centro terapia cellulare dell’Università di Modena e Reggio-Emilia, il quale guida il consorzio italiano che studia le terapie a base di cellule mesenchimali nel Covid-19.

 

 

Le cellule staminali del cordone ombelicale, in genere gettate via dopo la nascita, “potrebbero generare abbastanza cellule staminali per curare oltre 10.000 pazienti”, ha affermato il Dr Camillo Ricordi.

 

 

 

Fonti:www.miamiherald.com/news/coronavirus/article241984071.html

www.barillagroup.com/it/comunicati-stampa

www.thecurealliance.org/press-releases/ricordis-uc-msc-covid19-trial-gets-3m-infusion

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