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Infezione da HIV: l’importanza di mettere il paziente al centro

Diagnosi precoce, nuovi trattamenti farmacologici e percorsi di counselling multidisciplinari consentono oggi di gestire l’HIV come una malattia cronica, garantendo ai pazienti una vita analoga alla popolazione generale.

 

A parlarcene, il Dott. Vincenzo Esposito, Direttore della Uc, che si occupa in maniera prioritaria dell’infezione da HIV, con una gestione attuale di circa 2.500 pazienti positivi.

Dottore cos’è cambiato oggi nell’approccio a questa malattia?

“L’orientamento verso l’infezione da HIV oggi è sempre più multidisciplinare e finalizzato a mettere il paziente al centro dell’attenzione, focalizzandosi non più solo sulla sua malattia ma, anche sul suo benessere. L’HIV è, infatti, una malattia che, se diagnosticata in tempo, diventa cronica e dunque è fondamentale poter garantire al paziente la migliore qualità vita possibile. Oggi un paziente in trattamento, con soppressione della carica virale da almeno sei mesi, non trasmette più l’infezione, può avere quindi una vita anche sessuale normale senza rischiare di trasmettere l’infezione al partner. Un successo incredibile – per il quale è stata coniata la formula U= U, ovvero Undetectable = Untrasmittable, Non rilevabile = Non trasmissibile – che spinge la Comunità Scientifica a insistere molto sull’importanza della diagnosi e del trattamento precoci, proprio per l’impatto rivoluzionario sulla qualità di vita delle persone, sulla salute pubblica, ma anche nel combattere lo stigma legato a questa malattia, vittima ancora dei pregiudizi degli anni “80”.

Come si arriva alla diagnosi?
“La diagnosi è effettuata tramite un test di screening che è offerto ormai da moltissimi ospedali. Noi abbiamo, ad esempio, tre giorni dedicati allo screening, a cui si può accedere gratuitamente, in forma assolutamente anonima, senza prenotazione né impegnativa, garantendo la massima privacy, secondo i criteri dettati dalla normativa e dalla nostra etica professionale. In questo modo cerchiamo anche di allontanare dai pazienti quella carica stigmatizzante, che ancora aleggia intorno a questa malattia e che, invece, non ha più ragione di esistere. Se la diagnosi è precoce, il paziente viene preso in carico a livello ambulatoriale e può iniziare precocemente la terapia; se, invece, la malattia è in una fase avanzata, possono esserci già delle complicanze che mettono a rischio la vita del paziente e che, spesso, rendono necessario un ricovero al fine di riportare il paziente a recuperare un buon equilibrio immunologico, che gli consenta di tornare a una vita normale.

Quali sono oggi i trattamenti farmacologici disponibili?

“Proprio perché l’HIV oggi può essere considerato una malattia cronica, negli anni si è lavorato molto su due fronti: da un lato rendere più semplice l’aderenza al regime terapeutico, dall’altra ridurre le tossicità dei farmaci. Il trattamento farmacologico consiste in una terapia antiretrovirale. Oggi, grazie alla ricerca, abbiamo dei regimi terapeutici a due o tre farmaci che possono essere somministrati anche con una singola compressa al giorno, con risultati in termini di efficacia e aderenza ottimi. Ma sono già attuali anche nuove prospettive terapeutiche come ad esempio il trattamento Long Acting: si tratta di una terapia fatta di due farmaci a rilascio lento, che vengono iniettati a cadenza bimestrale (tranne la prima dose cui segue la seconda somministrazione dopo un mese), e che hanno dimostrato di avere un’efficacia paragonabile a quella dei regimi a compresse, sia a due che a tre farmaci, con un grande vantaggio per i pazienti in termini di aderenza alla cure e di libertà, anche psicologica, dall’effetto condizionante dell’assunzione quotidiana. Sono sicuro che in futuro avremo terapie con farmaci somministrabili a intervalli ancora più lunghi, attraverso modalità di assunzioni ancora più innovative (penso ad impianti sottocutanei, patch etc…). Oggi abbiamo poi a disposizione anche la profilassi pre-esposizione (PrEP)per alcune categorie di persone sieronegative ma a rischio, per evitare che possano contrarre l’infezione: è il cosiddetto regime di PrEp, che ad oggi presso il P.O. Cotugno dell’Azienda Ospdedaliera dei Colli viene prescritto gratuitamente ma erogato a pagamento.

In cosa consiste l’approccio multidisciplinare?

“Significa gestire il paziente in modo combinato e focalizzato sulla sua salute globale, sia fisica che psicologica. Nei nostri ambulatori offriamo ai pazienti dei percorsi di consulenza conun nutrizionista, un personal trainer e uno psicologo, in modo che al paziente venga non solo spiegata la terapia farmacologica, ma vengano dati anche dei consigli su come ottenere un miglioramento generale della qualità della vita ed evitare nel tempo alcune complicanze tipiche di quella che, comunque, resta una malattia cronica. Sempre in ottica di approccio multidisciplinare, un team di specialisti si occupa, invece, di tutte le eventuali problematiche cliniche, da quelle cardiologiche all’osteoporosi, all’insufficienza renale”.

Come si sta muovendo la ricerca per il trattamento di questa patologia?

“Sicuramente proseguiremo con questo approccio sempre più centrato sul paziente gestito a 360°, cercando di andare verso una  maggiore semplificazione terapeutica, sia come carico farmacologico sia come impegno mentale del paziente”.

 

Contatti:

Dott. Vincenzo Esposito

Direttore UOC Malattie infettive e medicina di genere Ospedale Cotugno
Via G. Quagliariello, 54 – 80131 Napoli

Mail: vincenzoesposito@ospedalideicolli.it

 

 

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