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Infezioni polmonari, il ruolo dei micobatteri non tubercolari

A parlarcene, il Dott. Luigi Codecasa, Responsabile del Dipartimento di Tisiologia Clinica e Preventiva dell’Ospedale Niguarda di Milano.

Per molti anni le sole specie di micobatteri note sono state il Mycobacterium tuberculosis, il Mycobacterium bovis e il Mycobacterium avium (ritenuto inizialmente non patogeno). In seguito furono isolati i primi micobatteri “atipici”, definiti micobatteri non tubercolari (MNT), perché non appartengono al Mycobacterium tuberculosis complex. Sono ubiquitari, possono essere isolati dalle acque e dal suolo e sono in grado di causare infezione in vari tessuti. A parlarcene, il Dott. Luigi Codecasa, Responsabile della Struttura di Tisiologia Clinica e Preventiva dell’Ospedale Niguarda di Milano. Laureatosi in Medicina e Chirurgia, si è specializzato in  Allergologia ed Immunologia Clinica ed in Tisiologia e Malattie dell’Apparato Respiratorio. Ha seguito il corso per consulenti internazionali TBC WHO e dal 1988 è medico specialista all’Istituto Villa Marelli dell’Ospedale Niguarda. È  stato consulente temporaneo per l’Organizzazione Mondiale della Sanità WHO, ed ha effettuato missioni in Polonia, Russia, Turchia, Macedonia e Tibet (Cina) per il monitoraggio dei programmi di controllo della tubercolosi e per l’aggiornamento del personale sanitario. Dal 2002 è Responsabile del Centro Regionale di riferimento per il controllo della tubercolosi in Lombardia.

Dott. Codecasa, ci parli delle micobatteriosi polmonari. Quali sono le cause ed i possibili rimedi?

Si tratta di un’affezione causata dai micobatteri non tubercolari, che appartengono a più di 150 specie e di cui solo alcuni sono patogeni veri e propri. I loro cugini più prossimi e storicamente noti sono i germi responsabili della tubercolosi e della lebbra. I MNT, molto diffusi nell’ambiente ed in grado di parassitare, oltre all’uomo, le piante e numerose specie di animali, si dividono in micobatteri non tubercolari a lenta crescita ed a rapida crescita. I più significativi dal punto di vista patologico tra quelli a lenta crescita, sono la specie avium e il kansasii, mentre tra quelli a rapida crescita, la specie abscessus. Non è ancora noto come avviene la contaminazione dall’ambiente all’uomo, né si ha notizia di contaminazione da uomo ad uomo, se non quella di recente scoperta, riguardante il micobatterio abscessus, in una popolazione di ammalati di fibrosi cistica. Generalmente, le infezioni polmonari dovute a questi micobatteri, colpiscono persone che hanno delle preesistenti patologie respiratorie. La patologia respiratoria da MNT può presentarsi con un ampio ventaglio di quadri clinico-radiologici: lesioni radiologiche fibro cavitarie, le forme con prevalenza di noduli e bronchiectasie, e l’alveolite allergica (collegata all’utilizzo di apparecchi termali) e forme miste. La diagnosi è multidisciplinare e comprende criteri clinici (radiologia e sintomi), l’isolamento di uno di questi micobatteri patogeni su almeno due espettorati spontanei o su un bronco lavaggio e l’esclusione di qualsiasi altra causa alternativa. Una volta formulata la diagnosi si deve valutare se la terapia può essere prescritta o meno a quel singolo paziente, dal momento che è lunga (18 mesi di antibiotici od almeno 12 mesi dopo la negativizzazione delle colture dei micobatteri), spesso scarsamente tollerata e può interferire con altre terapie/condizioni cliniche. In genere la terapia per questi batteri è empirica. A differenza della tubercolosi, la cui terapia si basa sui risultati dell’antibiogramma (studio in vitro della sensibilità del microrganismo agli antibiotici), nel caso dei MNT questo è molto limitato, perché spesso non c’è corrispondenza tra il risultato in vitro e quello in vivo. La terapia si basa su regimi standard con 3-4 farmaci tra cui di solito i macrolidi, ma si devono sempre considerare fattori interferenti, diversi da caso a caso e dipendenti anche dalla fase della malattia.

Queste terapie hanno successo?

Purtroppo il livello di successo terapeutico non è molto soddisfacente, solo il 60-70% dei pazienti guarisce, mentre il restante può, a seconda della gravità iniziale, andare incontro od ad un fallimento terapeutico, quindi non guarire, od ad una ricaduta. In questo caso il batterio che lo colpisce può essere identico dal punto di vista genetico a quello che aveva prima (recidiva), oppure appartenere ad un altro ceppo od ad un’altra specie (reinfezione). Alcuni di questi pazienti tendono poi a diventare refrattari alle terapie. In caso di ricaduta, si ritenta la medesima terapia, magari aggiungendo farmaci per via endovenosa od aerosolica, con molecole liposomiali. Se le lesioni sono ben delimitate, si può tentare la chirurgia toracica, togliendo la parte del polmone interessata per ridurre il carico infettivo. In questi casi è poi probabile che il sistema immunitario riesca da solo ad avere la meglio sulle lesioni residue.

Luigi

Dott. Luigi Codecasa

Centro Regionale di Riferimento per il controllo della Tubercolosi Istituto Villa Marelli ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda

V.le Zara, 81 – 20159 Milano
Segreteria: 02 64445833
Fax: 02 64445826
luigiruffo.codecasa@ospedaleniguarda.it

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  1. Buonasera, vorrei porle un quesito riguardo micobatterio abscessus in un ragazzo con fibrosi cistica cui è stato tentato un trattamento di eradicazione in anno fa, purtroppo nonostante il trattamento ev con imipenem tygacil e amikacina per un mese all’ in circa e continuato a casa con claritromicina per os e amikacina in aerosol.
    Dopo 6 mesi ha ricominciato a stare male essendoci oltre al micobatterio un mesa ed un alkaligenes xilosoxidans e’ stata fatta una terapia di due settimane con tygacil imipenem targosid. La tosse non è diminuita mai per tutto il trattamento né ho notato grande miglioramento generale se non in termini spirometrici.
    Vorrei sapere come si comporta il micobatterio abscessus una volta colonizzato e se si.puo tentare nuovamente un eradicazione, se potrebbe provenire dalla poliposi nasale visto che sono stati rilevati dei miceti dalla rinoscopia, e se sono gli stessi antibiotici anche il fluimucil fatto sistematicamente come aerosol nasale, a favorire la sua crescita.
    La ringrazio per la sua disponibilità
    Cordiali saluti
    Francesca Greco

    1. Buongiorno Sig.ra Greco,la ringrazio per il Suo commento, provvederemo ad inoltrarlo al medico che la contatterà in privato.