Ad illustrarcele il Dott. Cariati, Direttore dell’Unità Operativa di Radiologia dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano
La Radiologia Interventistica è la Radiologia, intesa non solo come strumento diagnostico ma anche come mezzo d’intervento in senso terapeutico. Ad illustrarci i suoi campi di applicazione è il Dott. Maurizio Cariati, Direttore, dal 2008, dell’Unità Operativa di Radiologia dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, Presidio San Carlo Borromeo. Dal 2009 è anche Direttore del Dipartimento di Scienze Diagnostiche della stessa Azienda Ospedaliera milanese. È professore a contratto della Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica dell’Università degli Studi di Milano ed è stato eletto presidente dell’ICIR (Italian College of Interventional Radiology) per il biennio 2017-2019.
Dott. Cariati, quando il radiologo è diventato chirurgo?
Il radiologo non è un chirurgo, ma ha cominciato ad effettuare interventi in modo del tutto casuale. La Radiologia Interventistica infatti, nasce nel 1964 a Portland, negli Stati Uniti, per l’estro di Charles Dotter, il quale eseguì casualmente la prima dilatazione di un’arteria iliaca, senza intervento chirurgico, nel tentativo di superare una stenosi, cioè un restringimento, mediante un catetere. Involontariamente effettuò così la prima angioplastica. Il giorno successivo la claudicatio agli arti inferiori di cui era affetto il paziente, si era risolta. La Radiologia Interventistica italiana invece, iniziò a Roma nel 1972, quando venne effettuata la prima embolizzazione arteriosa in un carabiniere, vittima di un conflitto a fuoco e giunto al pronto soccorso del Policlinico Umberto I, con un’importante emorragia intestinale. Si utilizzarono dei coaguli ottenuti dal sangue del paziente stesso, introdotti nell’arteria lesionata con un catetere. In tal modo, l’emorragia venne bloccata e si evitò l’intervento chirurgico, salvandogli la vita.
Quali sono i principali campi di applicazione della Radiologia Interventistica?
Un grande settore della Radiologia Interventistica è il trattamento della patologia vascolare: aorta toracica ed addominale, carotidi, renali, iliache, femorali, fistole A-V per dialisi. Le arterie ristrette possono essere dilatate, quelle chiuse riaperte, dilatate con angioplastica o con stent (maglia metallica che permette al sangue di fluire ed impedisce all’arteria di richiudersi). Tutte queste procedure vengono effettuate in sala angiografica, attraverso l’inserimento dei cateteri specifici, in anestesia locale, dall’arteria femorale od in alternativa dall’arteria omerale, brachiale o radiale. Tramite i cateteri, oggi sempre più sottili, si può raggiungere qualunque organo od arteria del corpo ed effettuare l’intervento necessario. L’avvento delle endoprotesi aortiche, ha consentito il trattamento degli aneurismi dell’aorta in modalità mininvasiva, cioè senza la necessità di un intervento chirurgico tradizionale, bensì attraverso piccoli fori nelle arterie femorali. Nel contesto delle patologie cerebrovascolari ischemiche acute, è di grande importanza il trattamento endovascolare dello stroke ischemico acuto, cioè la ricanalizzazione dell’arteria che si è improvvisamente ostruita ed ha determinato l’ictus. In tal caso, dopo una rapida diagnosi, attraverso la rimozione endovascolare del trombo, l’evento acuto può risolversi in poche ore. Un altro settore della Radiologia Interventistica è il trattamento dei noduli tiroidei benigni, con la termoablazione a radiofrequenza. L’ago-elettrodo, collegato ad un generatore di radiofrequenza, viene inserito all’interno del nodulo tiroideo, sotto controllo ecografico. Tra le applicazioni più comuni della RI vi è il trattamento del varicocele, sia maschile che femminile. Si tratta della dilatazione della vena spermatica e del plesso pampiniforme nel maschio o della vena ovarica nella femmina. Anche in questo caso si inserisce un piccolo catetere attraverso la vena della gamba o del braccio e si inietta una sostanza sclerosante che occlude le vene ormai dilatate. Un altro campo di applicazione è quello del sistema biliare, con il trattamento delle stenosi, sia benigne che neoplastiche, delle vie biliari, nonché la rimozione dei calcoli dalle vie biliari intraepatiche e dal coledoco, che possono presentarsi anche dopo l’intervento di colecistectomia. Anche il trattamento endovascolare dei fibromi uterini è realtà ben nota, così come quello dell’ipertrofia prostatica e più recentemente delle emorroidi, attraverso l’embolizzazione. Un altro fondamentale settore è l’osteoarticolare. La vertebroplastica, cioè il consolidamento dei cedimenti vertebrali da trauma od osteoporosi, consiste nell’introduzione di cemento plastico, attraverso un ago, nel corpo della vertebra fratturata, per ottenerne la rapida stabilizzazione. Infine, la Radiologia Interventistica svolge un ruolo fondamentale e ben consolidato nel trattamento multimodale dei tumori.
Dott. Maurizio Cariati
Unità Operativa Complessa di
Radiologia – ASST Santi Paolo e Carlo – Ospedale San Carlo Borromeo
Via Pio II, 3 – 20153 Milano
Segreteria: 02 40222465
Fax 02 40222465