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Lotta all’AIDS: da Padova una scoperta che fa sperare

Il Prof. Palù, fondatore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università degli Studi padovana, ci parla di questo gene modificato che impedisce l’infezione da HIV

Eradicare il virus dell’HIV è la sfida che si sta portando avanti nei laboratori di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova. Una sperimentazione che potrebbe rivoluzionare lo scacchiere sanitario mondiale. A mettere in pratica questo progetto, che mira a creare delle armi geniche per sconfiggere l’Aids, uno speciale consorzio internazionale (Francia, Germania, Austria e Stati Uniti) che vede in testa la Prof.ssa Marina Cavazzana, ricercatrice veneziana in forza all’Ospedale Necker di Parigi, pioniera della terapia genica, e la Prof.ssa Cristina Parolin, microbiologa dello staff del Prof. Giorgio Palù, fondatore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università degli Studi di Padova. Tutto è nato da una scoperta quasi casuale, finita nei libri di medicina al capitolo “il paziente di Berlino”. Un uomo, Timothy Brown di San Francisco, risultato sieropositivo nel 1995 e nel 2006 colpito anche da leucemia, è stato sottoposto ad un trapianto di midollo. I medici volevano eradicare la leucemia, ma con sorpresa si sono resi conto che dopo il trapianto era sparita pure l’infezione da HIV. Il donatore infatti era portatore sano di un’alterazione genetica capace di resistere all’HIV. Da quel giorno è partita la sfida, ossia tentare di replicare quella mutazione in laboratorio. La terapia già funziona in vitro, ora si è cominciato a sperimentare sui topi da laboratorio, quelli cosiddetti umanizzati.

Prof. Palù, in cosa consiste questa rivoluzionaria terapia genica?

In sostanza si tratta di sopprimere geneticamente l’infezione da HIV dalle cellule suscettibili utilizzando lo stesso virus. Abbiamo per questo messo a punto un vettore, con cui trasferire nel corpo del paziente i geni terapeutici. Tale vettore è lo stesso virus HIV reso però apatogeno ed in grado di direzionarsi su quelle cellule che sono bersaglio naturale dell’infezione, cioè i linfociti, i macrofagi, i monociti e le cellule dendritiche, bloccando il virus sia al momento del suo ingresso nella cellula sia nella replicazione. Se si riesce a bloccare l’ingresso del virus nella cellula si può dire di avere la terapia più efficace possibile per qualsiasi infezione virale. Impedire la replicazione del genoma del virus o limitarne l’infettività nel momento in cui questa si dovesse proporre, si chiama approccio combinato che va ad agire a diversi livelli. Abbiamo costruito questi vettori nel nostro laboratorio e testati su modelli in vitro si sono dimostrati molto efficaci. Adesso si è cominciato a sperimentare sui topi umanizzati, mentre bisognerà aspettare almeno altri 4 o 5 anni per effettuare la sperimentazione sull’uomo. Basandoci sul successo ottenuto con il “paziente di Berlino”, saranno trattati per primi i pazienti HIV positivi che abbiano sviluppato un linfoma. Il procedimento è quello dell’autotrapianto effettuato su questi soggetti. Raccoglieremo le cellule staminali del malato non infettate da HIV, somministreremo una chemioterapia citotossica in grado di guarire il linfoma e di eliminare le cellule del sistema immunitario (linfociti, macrofagi, monociti, cellule dendritiche) infettate da HIV e nel frattempo lavoreremo in vitro le sue staminali o quelle di un donatore, per modificarle introducendo nel nucleo il vettore con il gene terapeutico. Così, eradicato HIV dai santuari cellulari sede dell’infezione naturale, reimpianteremo nel paziente  le cellule staminali rese geneticamente resistenti al virus e queste genereranno una progenie di nuove cellule del sistema immunitario (linfociti, macrofagi, monociti, cellule dendritiche) non più infettabili da HIV. La terapia sperimentale saggiata in Francia nel topo funziona, ma non possiamo sapere se gli stessi risultati saranno replicabili nell’uomo. Una volta dimostrato che questo sistema è efficace nei paziente colpiti da linfoma, si potrebbe tentare di applicarla su più larga scala.

Qual è l’obiettivo?

Quello di eradicare il virus dell’HIV, magari non sostituendo completamente la terapia tradizionale con quella genica, ma affiancandola.

Prof. Giorgio Palù

Dipartimento di Medicina Molecolare Università degli Studi di Padova

Via A. Gabelli, 63 – 35121 Padova
Centralino: 049.8272350
Fax: 049.8211995
giorgio.palu@unipd.it

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