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Lundbeck Italia: il coraggio di affrontare nuove sfide per la Salute Mentale

GIOVANE, DONNA E ITALIANA IN UN’AZIENDA DANESE, LA DOTT.SSA TIZIANA MELE È AMMINISTRATORE DELEGATO DI LUNDBECK ITALIA, SOCIETÀ DEL GRUPPO LUNDBECK, LEADER INTERNAZIONALE IN AMBITO FARMACEUTICO, ATTIVA NEL NOSTRO PAESE DAL 1994

 

Dottoressa, qual è la mission di Lundbeck Italia e la filosofi a che la guida?

“Lundbeck è un’azienda particolare rispetto ad altre realtà del settore, che ha nel suo DNA una mission molto chiara: lavorare per offrire soluzioni in un’area terapeutica specifi ca, quella delle Neuroscienze. Una scelta molto coraggiosa, soprattutto se l’ambito è quello del sistema nervoso centrale, che mi ha subito affascinato, e che distingue Lundbeck da molte altre aziende farmaceutiche che, invece, diversifi cano molto le loro attività. La fi losofi a che ci guida, e che ci deriva da casa madre, è quella di essere instancabilmente dedicati “to restore brain health” ovvero essere instancabimente dedicati alla salute delle persone affette da disturbi psichiatrici e neurologici affi chè possano tornare a vivere al loro meglio, e parlo apposta di persona e non di paziente. Questo si concretizza nell’offrire da un lato ovviamente soluzioni farmacologiche, ma dall’altra anche soluzioni terapeutiche e servizi oltre il farmaco a 360° che possano migliorare la qualità di vita. Tra i nostri valori principali c’è proprio l’orientamento alla persona, che signifi ca ascoltarla per capire quali possano essere i suoi bisogni e quali le soluzioni più adatte a soddisfarli. Altro valore importante è l’attenzione e la valorizzazione delle persone in azienda: basti solo pensare che io stessa sono stata assunta incinta, ma questo non è mai stato un problema, anzi, appena rientrata dalla maternità, ho avuto una serie di promozioni che mi hanno portato in breve tempo al ruolo che oggi ricopro”.

Cosa significa essere “al fianco” delle persone affette da problemi di Salute Mentale? 

“Significa capire profondamente quali sono i bisogni, ma non solo quelli delle persone che soffrono di disturbi mentali ma anche dei loro familiari e dei caregiver. Purtroppo ancor oggi le persone che soffrono di un disturbo mentale devono lottare quotidianamente anche con lo stigma: parlare di questi temi non è facile e da quando lavoriamo in Italia sappiamo bene che il primo scoglio da abbattere è proprio questo. Tanto è vero che nel 2020, in occasione della “Giornata Mondiale della Salute Mentale”, abbiamo lanciato l’iniziativa “Insieme per la Salute Mentale”, consapevoli che questa sfi da non possiamo vincerla da soli, ma solo accanto ad Istituzioni pubbliche, private e aziende. Ed è stato bello vedere accanto a noi grandi realtà che non hanno i disturbi mentali come core business, ma che sono comunque consapevoli che la salute mentale sia un aspetto fondamentale per i propri dipendenti, anche solo in termini di produttività. Altro tema che abbiamo fortemente sottolineato è come in questo momento storico particolare per il nostro Paese, la Salute Mentale sia la seconda emergenza sanitaria e come il diritto alla salute mentale debba essere riconosciuto per tutti e ovunque, a partire dal luogo di lavoro. Come afferma anche l’OMS, non ci può essere ripresa se non c’è Salute Mentale. Io vado oltre, perché di fatto l’attenzione deve essere posta anche a quelli che possono essere i primi piccoli segnali di malessere sul luogo di lavoro, soprattutto in questo periodo”.

Quali sono le aree terapeutiche su cui si focalizzano la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci?

“In questo momento Lundbeck ha come focus in particolare la depressione, la schizofrenia e l’area dell’emicrania, un disturbo per il quale per anni non ci sono state novità farmacologiche e terapeutiche. L’arrivo dei primi farmaci biologici, approvati dall’AIFA a luglio dello scorso anno, ha rilanciato l’interesse per questa area terapeutica che purtroppo è oggetto anch’essa di un forte stigma, per cui i pazienti che soffrono di emicrania si sentono assolutamente invisibili e non riconosciuti come malati. Vivono male, con forti dolori e con l’ansia che arrivi il prossimo attacco, spesso non vivono proprio. Lo sviluppo di quest’area terapeutica rientra nella nostra mission di rendere visibile ciò che non lo è agli occhi di molti. Altra area di grande interesse è quella delle dipendenze, un ambito peraltro molto attuale nel contesto storico che stiamo vivendo”.

Qual è la strategia di sviluppo a lungo termine di Lundbeck?

“L’ambizione è quella di essere riconosciuta come azienda leader nell’ambito del brain health e questo signifi ca continuare a coltivare aree come la depressione e la schizofrenia, in cui c’è ancora molto da offrire, ma andare a lavorare anche in quelle sotto-aree terapeutiche che hanno ancora bisogno di soluzioni innovative. Dobbiamo fare la differenza, impegnandoci a 360°. Lo stigma è sicuramente un altro ostacolo da superare. Da laureata in Economia mi sono addirittura chiesta se sia possibile calcolarne il costo, perché è davvero un qualcosa di ancora troppo ingombrante nella nostra quotidianità. E, drammaticamente, l’incomprensione spesso inizia in famiglia prima ancora che nella società”. 

CONTATTI 

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Lundbeck Italia Via Joe Colombo 2 – 20124 Milano 

Tel. 02 6774171

Mail: italy@lundbeck.com

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