Skip links

Sostituzione della valvola aortica, oggi c’è l’impianto della protesi senza sutura “Sutureless”

A parlarcene, il Prof. Francesco Musumeci, Direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma

Le protesi valvolari aortiche “sutureless” hanno aperto uno scenario completamente nuovo nella sostituzione della valvola aortica, in presenza di stenosi valvolare aortica severa. A parlarcene il Prof. Francesco Musumeci, Direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma. Dopo un’iniziale esperienza in chirurgia pediatrica alla Clinica Chirurgica Pediatrica dell’Università di Palermo prima e di Pavia poi, nel giugno del 1980 ha iniziato il training in cardiochirurgia al Royal Liverpool Children’s Hospital in Gran Bretagna. In Inghilterra ha continuato la formazione cardiochirurgica lavorando nei più qualificati ospedali londinesi, quali l’Hospital for Sick Children, il National Heart Hospital, il Brompton Hospital e l’Harefield Hospital ed in Australia al Royal Children’s Hospital. Ciò gli ha consentito di maturare un’ampia esperienza nelle diverse aree della cardiochirurgia, particolarmente nella chirurgia delle malformazioni congenite, delle patologie valvolari e nei trapianti di cuore e cuore-polmone. Nel marzo del 1991 è stato nominato Primario cardiochirurgo allo University Hospital of Wales, dove ha istituito il servizio di cardiochirurgia pediatrica. Nel settembre 1998 è stato richiamato in Italia a dirigere il Centro di Cardiochirurgia dell’Ospedale San Camillo di Roma dove, tra le diverse attività, ha sviluppato un programma importante di cardiochirurgia mini-invasiva e trans-catetere.

Prof. Musumeci, che cos’è la stenosi valvolare aortica e quali sono i sintomi e le cause?

Per stenosi valvolare aortica si intende il restringimento della valvola aortica, posizionata tra il ventricolo sinistro e l’aorta, attraverso questa valvola passa il sangue che dal cuore si immette nel circolo arterioso. Quest’ostacolo al passaggio del sangue determina una ipertrofia (inspessimento) progressiva delle pareti del ventricolo sinistro che è costretto ad aumentare la propria pressione di spinta del sangue in aorta. Le tre cause più frequenti di stenosi aortica sono: la degenerazione calcifica, che riguarda soprattutto gli anziani ed è molto frequente dopo i 70 anni, la bicuspidia aortica e la malattia reumatica, dovuta ad una precedente e malcurata infezione batterica. Frequentemente i pazienti affetti da stenosi aortica non avvertono sintomi particolari e la diagnosi è occasionale. Le manifestazioni cliniche variano in base alla gravità della stenosi: se il restringimento della valvola è lieve o moderato l’unico riscontro è quello di un soffio al cuore, quando invece la stenosi è severa, cioè in fase avanzata, il paziente può accusare affaticamento dopo sforzi anche lievi (dispnea), dolore al petto (angina pectoris), vertigini o sincope (svenimento improvviso). Nell’accertamento della stenosi aortica e della sua gravità l’ecocardiografia è l’indagine strumentale più efficace.

Una volta riscontrata questa patologia, come si interviene?

Quando il vizio è lieve o moderato non c’è indicazione alla chirurgia ma è importante sottoporsi a controlli cardiologici regolari mediante l’ecocardiogramma, data l’evoluzione nel tempo della stenosi valvolare. Nel caso in cui, invece, si riscontra una stenosi aortica severa, la chirurgia è l’unica strada percorribile. L’intervento per stenosi calcifica della valvola aortica consiste nella sostituzione della valvola con una protesi valvolare biologica o meccanica. Le protesi meccaniche hanno il vantaggio di durare tutta la vita, però richiedono una terapia anticoagulante permanente; le biologiche invece, non richiedono la terapia anticoagulante ma, essendo fatte con tessuti di provenienza animale, valvole aortiche di maiale o pericardio bovino, vanno incontro a fenomeni di degenerazione che è più rapida quanto più giovane è l’età del paziente al momento dell’intervento chirurgico, per cui nell’arco di qualche tempo, che può variare dagli 8 ai 20 anni, questi pazienti potrebbero andare incontro ad un secondo intervento per sostituirle. La scelta tra l’una e l’altra protesi valvolare va condivisa con il paziente, la decisione si basa innanzi tutto sull’età, in particolare una protesi valvolare meccanica è consigliata nei pazienti di età inferiore a 50 anni ed una biologica nei pazienti di età superiore a 70 anni. Vanno inoltre tenute in considerazione tutte quelle condizioni cliniche specifiche che possono privilegiare o controindicare una terapia anticoagulante. Le protesi valvolari aortiche “sutureless” hanno aperto uno scenario completamente nuovo nel trattamento chirurgico della stenosi valvolare aortica. Il vantaggio delle “sutureless” rispetto alle protesi valvolari biologiche convenzionali è quello che non richiedono punti di sutura per l’impianto in quanto i lembi valvolari sono montati su un mini-telaio metallico autoespandibile. La rapidità di impianto rende le protesi valvolari “sutureless” ideali per gli interventi eseguiti con accesso mini-invasivo e per tutte quelle condizioni in cui si vogliono ridurre i tempi dell’intervento chirurgico. Presentano inoltre molteplici vantaggi, quali la minor traumaticità sulla radice dell’aorta all’atto dell’inserimento, un maggior orifizio per il passaggio del sangue rispetto ad una protesi convenzionale di eguale misura.

fotomusumeci

Prof. Francesco Musumeci

U.O.C. di Cardiochirurgia Azienda OSpedaliera San camillo-Forlanini

Circonvallazione Gianicolense, 87 – 00152 Roma

Segreteria: 06 58704857/4858
fmusumeci@scamilloforlanini.rm.it

Leave a comment