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Una strategia complementare per prevenire la progressione delle pandemie del XXI° secolo

La diffusione della variante Omicron è fenomenale e dimostra che non si può contare soltanto sui vaccini per ottenere una protezione parziale. Le inconsistenze di alcune politiche sanitarie in risposta alla pandemia hanno contribuito a generare un clima di divisione, incertezza e sfiducia nella popolazione.

Prof. Camillo Ricordi, Director Diabetes Research Institute and Cell Transplant Center, University of Miami www.Fit4Pandemic.org

L’anno scorso abbiamo dedicato le nostre energie e risorse per salvare i casi più gravi di COVID-19 in terapia intensiva con infusioni di cellule staminali mesenchimali. I risultati sono stati sorprendenti permettendo la sopravvivenza del 100% dei pazienti con Diabete e del 91% con altre comorbidità, mentre purtroppo meno del 45% sono sopravvissuti nel gruppo di controllo, trattati con le migliori terapie approvare disponibili. La procedura e stata recentemente approvata dalla FDA a procedere in un trial allargato che è in attesa di possibili finanziamenti.

Ma oltre a curare i casi più gravi, abbiamo cercato di identificare fattori di rischio e possibili strategie protettive per evitare la progressione delle pandemie del 21° secolo. Non mi riferisco solo a gravi infezioni virali come il Covid-19, ma anche a malattie autoimmuni come il Diabete di Tipo 1, allergie e malattie croniche legate all’età. I pipistrelli hanno imparato, evolvendosi negli ultimi 70-80 milioni di anni, a diventare resistenti a tali pandemie. L’obiettivo è ora rendere resistente anche la specie umana.

Uno studio condotto da Università italiane e americane, in collaborazione con l’ISS, ha dimostrato che una combinazione di sostanze naturali (polifenoli e attivatori delle sirtuine) inibisce la replicazione virale e ne riduce l’infiammazione. Inizialmente sviluppata per rallentare i processi dell’invecchiamento, questa combinazione ha dimostrato per la prima volta una inibizione importante (più del 95%) della replicazione virale, dopo infezione sia con virus dell’influenza A che con Sars-CoV-2.

Sono in corso studi per definire i meccanismi associati a questa importante inibizione della replicazione virale in-vitro, che sembra non essere limitata ad una singola variante o tipo di virus. Questi risultati potrebbero aprire la strada allo sviluppo di strategie terapeutiche naturali, per mitigare o bloccare la progressione di infezioni virali, in aggiunta ai vaccini e altre terapie farmacologiche.

Cosa previene quindi la verifica scientifica rigorosa, in trials clinici su larga scala, di queste strategie?

Per essere formalmente approvati dalle Autorità competenti, sia i trials per trattare i casi più gravi con cellule staminali mesenchimali, che quelli per prevenire o mitigare la progressione di queste patologie usando sostanze naturali, richiedono finanziamenti importanti, che nessuno sembra interessato a contribuire.

Forse perché, a differenza di altre strategie vaccinali o terapeutiche, non ci sono prospettive di profitti multi-miliardari, forse per la semplicità, l’assenza di brevetti e costi limitati dei trattamenti proposti.

L’unica speranza è che vengano introdotti finanziamenti istituzionali e/o da parte di fondazioni per portare avanti la verifica clinica rigorosa dei protocolli proposti in strutture accademiche, in collaborazione con l’industria ove possibile, ma senza limiti imposti da logiche di profitto.

Fit4Pandemic.org e l’alleanza per la cura (www.thecurealliance.org) lanciano quest’appello per individuare possibili collaboratori, fonti istituzionali e private, a sostegno di questa iniziativa che potrebbe cambiare le prospettive sanitarie internazionali, non soltanto nell’ambito della pandemia COVID-19.

 

FONTE: Salute&Benessere efocus n°33

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