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TAVI per la Stenosi Valvolare Aortica: un’opzione terapeutica sicura ed efficace

L’IMPIANTO TRANSCATETERE PERCUTANEO DI VALVOLA AORTICA HA DIMOSTRATO AVERE NOTEVOLI VANTAGGI PER IL PAZIENTE, TANTO CHE LE RECENTI LINEE GUIDA DELLE SOCIETÀ SCIENTIFICHE HANNO AMPLIATO LE INDICAZIONI ALL’UTILIZZO.

A parlarcene, il Prof. Gian Paolo Ussia, Responsabile dell’UOS di Emodinamica del Policlinico Universitario del Campus Bio-Medico di Roma e Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare della medesima Università.

Prof. Gian Paolo Ussia Responsabile UOS di Emodinamica Policlinico Universitario del Campus Bio-Medico
Professore, cosa si intende per Stenosi Valvolare Aortica?

“Si intende il restringimento della valvola aortica ovvero un’ostruzione che comporta una riduzione della quantità di sangue pompata e un sovraccarico di lavoro per la parte sinistra del cuore.

La Stenosi Valvolare Aortica degenerativa è una valvulopatia frequente nell’anziano, tuttavia è facile riscontrarla nella pratica clinica anche più precocemente per una malformazione congenita (valvola aortica bicuspide) o a seguito di una infezione da streptococco (stenosi valvolari post-reumatiche).

I sintomi sono graduali, iniziano con la dispnea e talvolta con il dolore toracico; il sintomo più grave è la sincope, segno di una valvulopatia molto severa. La prevalenza nel soggetto anziano, di età > 75 anni, è di circa 3,5-4%. In Italia il numero di persone di età > 75 anni sono 7 milioni circa e pertanto circa 240.000 soggetti sono attualmente affetti dalla patologia”.

Come si tratta oggi la Stenosi Valvolare Aortica?

“Secondo le linee guida della Società Europea di Cardiologia e dell’Associazione Europea di Chirurgia Cardio-Toracica, per i pazienti con Stenosi Valvolare Aortica severa e sintomatica è fortemente raccomandato un intervento precoce.

L’intervento è altresì raccomandato in pazienti asintomatici con funzione sistolica ventricolare sinistra compromessa che non riconosca altra causa, e per chi è asintomatico a riposo ma sviluppa sintomi durante l’attività fisica.

La selezione delle più appropriate modalità di trattamento deve essere comunque sempre attentamente valutata dall’Heart Team con un modello di approccio  multidisciplinare che richiede la collaborazione tra Cardiologo e Cardiochirurgo, Cardioanestesista e Geriatra, e che tenga conto dell’età, dell’aspettativa di vita, delle comorbidità, delle caratteristiche anatomiche e procedurali, del rischio di un trattamento chirurgico o percutaneo, della durata delle protesi, ma non di meno dell’esperienza del Centro e della volontà del paziente.

L’intervento cardiochirurgico tradizionale è ad oggi raccomandato nei pazienti giovani che sono a basso rischio chirurgico o nei pazienti che sono operabili e non candidabili ad un approccio percutaneo transfemorale. È altresì raccomandato nei pazienti che devono contestualmente essere sottoposti a By-pass Aorto-Coronarico o a chirurgia dell’aorta ascendente o di un’altra valvola.

La sostituzione valvolare aortica per via percutanea (TAVI), invece, è raccomandata fortemente nei pazienti anziani o nei soggetti considerati ad alto rischio chirurgico o non candidabili alla chirurgia tradizionale”.

Qual è l’apporto delle nuove tecnologie?

“Il Trattamento Transcatetere mediante l’utilizzo di Protesi Biologiche Percutanee è stata una piccola “rivoluzione copernicana” della cardiologia interventistica. Dai primi anni del 2000 ad oggi, grazie all’interazione tra medici e ricerca, ai suggerimenti dei cardiologi basati sull’esperienza diretta sul campo per migliorare la tecnica di impianto, al successo procedurale e clinico nonché alla collaborazione con gli ingegneri biomedici, si è giunti allo sviluppo di valvole di terza generazione che hanno reso la procedura più sicura ed efficace, ma soprattutto più semplice”.

Quali sono i vantaggi di un Impianto Transcatetere Percutaneo?

“I potenziali benefici sono significativi: la mini invasività della procedura, il rapido recupero, la ridotta degenza ospedaliera e il precoce ritorno alle normali attività quotidiane, il rispetto dell’integrità fisica del paziente in quanto si evita la sternotomia mediana, l’anestesia generale, il ricorso alla circolazione extracorporea, e la riabilitazione cardio-polmonare.

I dispositivi più innovativi possono aiutarci a migliorare la vita di molti pazienti, consentendo a un maggior numero di persone con malattie delle valvole cardiache di beneficiare di questa svolta nella tecnologia medica.

Se dunque oggi la TAVI si propone già come “standard of care” nei pazienti di età più avanzata, l’obiettivo futuro è quello di ampliare le indicazioni a pazienti giovani e di utilizzare dispositivi sempre più efficienti che possano prevenire le complicazioni che a volte comportano la necessità di intervenire di nuovo sulla valvola cardiaca”.

 

FONTE: Salute&Benessere efocus n°33

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