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Una nuova tecnologia per il trattamento dello Scompenso Cardiaco

UN INNOVATIVO DISPOSITIVO MINI INVASIVO CONSENTE OGGI DI RIDURRE LE OSPEDALIZZAZIONI E MIGLIORARE LA QUALITÀ DI VITA DEI PAZIENTI AFFETTI DA QUESTA PATOLOGIA, RIDUCENDO ANCHE I COSTI PER IL SSN. 

Lo Scompenso Cardiaco rappresenta un rilevante problema di salute pubblica e lo diventerà sempre di più a causa dell’invecchiamento della popolazione. Da qui l’importanza di una migliore e più efficiente gestione del paziente scompensato: un esempio virtuoso viene dalla UOSD “Scompenso Cardiaco e Cardiologia Riabilitativa” dell’AORN dei Colli-Ospedale Monaldi di Napoli, grazie a un approccio terapeutico all’avanguardia di cui ci parlano il Dott. Giuseppe Pacileo, Direttore dell’Unità, e il Dott. Daniele Masarone, Dirigente Medico: l’impianto di Optimizer® Smart, un innovativo dispositivo per la terapia elettrica dello Scompenso Cardiaco, la Modulazione della Contrattilità Cardiaca (CCM).

Dott. Daniele Masarone, Dirigente Medico: l’impianto di Optimizer® Smart

Cos’è lo Scompenso Cardiaco e qual è l’incidenza in Italia?

“Si tratta di una patologia causata dall’incapacità del cuore di assolvere alla sua normale funzione di pompa finalizzata a garantire il corretto apporto di sangue a tutti gli organi. Secondo i dati della Fondazione GIMBE in Italia 1 milione di persone (1,7% della popolazione generale) è affetto da Scompenso Cardiaco Cronico con una incidenza di circa 90.000 nuovi casi/anno.

La prevalenza della malattia aumenta di circa il 2% per ogni decade di età sino a raggiungere almeno il 10% nei pazienti over 70. Occorre sottolineare che lo Scompenso Cardiaco cronico è gravato da un elevato tasso di mortalità: circa il 10% dei pazienti muore in occasione del primo ricovero, oltre il 25% decede entro un anno dalla diagnosi e circa la metà entro 5 anni.

Inoltre, quasi il 60% viene re-ospedalizzato entro un anno dal primo ricovero e ciò spiega perché lo Scompenso Cardiaco rappresenta la prima causa di ricovero nel mondo tra gli over 65. Tutto ciò induce anche un significativo impatto economico: in Italia il costo totale annuo è di circa 3 miliardi di euro, pari al 2% della spesa sanitaria complessiva.

La recente pandemia ha inoltre allontanato dagli ospedali molti pazienti che necessitano di una sorveglianza costante e tra di essi in particolare quelli con Scompenso Cardiaco. Ciò ha determinato una riduzione della aderenza terapeutica e una impropria riduzione delle ospedalizzazioni con un significativo aumento della mortalità.

Per fare fronte a questa vera e propria emergenza, nel nostro Centro abbiamo adottato delle nuove strategie terapeutiche, tra cui un protocollo medico innovativo basato sull’utilizzo di infusioni ripetute di inodilatatori in regime di Day Hospital e l’impianto di un dispositivo per la terapia elettrica dello Scompenso Cardiaco, Modulazione della Contrattilità Cardiaca (CCM)”.

Cos’è la Modulazione della Contrattilità Cardiaca e quali vantaggi comporta?

“Si tratta di un metodo unico e innovativo per trattare i pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica. I segnali emessi dal dispositivo impiantabile sono speciali impulsi elettrici erogati durante una fase specifica del ciclo cardiaco che aumentano le prestazioni del cuore senza influire sul ritmo cardiaco. Questa terapia determina non solo un miglioramento dei sintomi e della qualità di vita nei pazienti con Scompenso Cardiaco cronico o avanzato, ma anche una riduzione delle ospedalizzazioni e degli accessi al pronto soccorso”.

Come viene impiantato il Dispositivo per la terapia di CCM?

“L’impianto viene eseguito da medici specialisti in Elettrofisiologia ed  Elettrostimolazione in sedazione leggera, creando una piccola tasca sottocutanea nella parte superiore del torace e collegando due elettrocateteri convenzionali per pacemaker, posizionati nel ventricolo destro e necessari per l’erogazione
della terapia. Il dispositivo è compatibile con altri sistemi impiantati e pertanto può essere utilizzato anche in pazienti con defibrillatore o con un dispositivo di resincronizzazione cardiaca (CRT)”.

Quali limitazioni ha il paziente dopo l’impianto?

“Assolutamente nessuna, anzi, la qualità di vita migliora in tempi molto brevi. Dopo un paio di giorni dall’impianto il paziente viene dimesso e, una volta che la ferita si è cicatrizzata (circa due settimane), può riprendere una vita perfettamente normale. Il dispositivo impiantato, infatti, non è influenzato dalle attività quotidiane (ad esempio camminare) né dai normali movimenti (ad esempio chinarsi).

Di notevole interesse è l’evidenza che tali risultati sono confermati anche nei pazienti con Scompenso Cardiaco avanzato. Basti pensare che in due nostri pazienti tale terapia è stata utilizzata come terapia “ponte” al trapianto cardiaco. Ciò permette di poter attendere i tempi non brevi per la disponibilità di un cuore compatibile e quindi salvare il paziente”.

OPTIMIZER® SMART
È un dispositivo impiantabile mininvasivo per il trattamento dell’insufficienza cardiaca nei pazienti con sintomi da moderati a severi nonostante adeguata terapia medica. Il dispositivo eroga, direttamente al cuore del paziente, impulsi elettrici temporizzati, denominati impulsi di Modulazione della Contrattilità Cardiaca (CCM). La terapia CCM® garantisce una migliore qualità di vita riducendo i sintomi dell’insufficienza cardiaca, quali marcata dispnea e affaticamento, e una riduzione degli eventi legati allo scompenso cardiaco quali ospedalizzazioni.

https://impulse-dynamics.com/global/

 

FONTE: Salute&Benessere efocus n°33

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