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La fiducia degli italiani per i vaccini è aumentata

Con la pandemia è salita la fiducia degli italiani verso le vaccinazioni, più di 9 cittadini su 10 ritengono i vaccini strumenti sicuri ed efficaci. Tra gli esitanti, 1 su 2 si dichiara aperto a rivalutare le proprie scelte.

Un maggior dialogo con il medico e il farmacista, una informazione/comunicazione chiara e trasparente dalle istituzioni, l’aumento dei luoghi di somministrazione (farmacia, posto di lavoro e scuola) e gli incentivi sono i fattori che emergono come determinanti per aumentare la propensione a vaccinarsi, anche tra gli esitanti.  

Emergono messaggi incoraggianti dalla survey realizzata da The European House – Ambrosetti e dal Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del CNR in collaborazione con SWG sul livello di fiducia degli italiani nei confronti dei vaccini.

Su un campione di 2.000 cittadini intervistati, il 92% ritiene che i vaccini sono uno strumento sanitario sicuro ed efficace per contrastare le malattie infettive e che per il 33% degli intervistati il livello di fiducia durante la pandemia è aumentato, soprattutto negli uomini, nelle Regioni del Sud e tra la generazione Z.

La survey è stata presentata nel corso di un evento realizzato da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer a Roma.

Segnali positivi anche in vista della ripresa della campagna vaccinale anti-COVID nel prossimo autunno: il 77% si dichiara favorevole alla quarta dose della vaccinazione anti-COVID-19 il prossimo autunno e il 17% di chi non si è ancora vaccinato si mostra aperto a farlo. Incoraggianti anche i dati sulla vaccinazione antinfluenzale con il 95% dei seggetti che si è vaccinato nell’ultima stagione che si dichiara favorevole a ripetere la somministrazione.

E’ emerso anche come l’88% degli intervistati si senta informato sui vaccini, prediligendo come fonti informative il proprio medico di fiducia, il parere degli scienziati e i siti web istituzionali; i canali di informazione informali, quali amici e parenti e social media/forum/blog, restano le fonti più usate da chi è più scettico nei confronti delle vaccinazioni.

Buona la conoscenza delle vaccinazioni obbligatorie, scarsa quella relativa agli altri vaccini raccomandati: il 98% degli intervistati dice di essere a conoscenza dell’esistenza di vaccinazioni obbligatorie nell’età pediatrica ma solo il 76% ne ricorda almeno alcuni, valori che scendono rispettivamente al 94% e al 63% per le vaccinazioni raccomandate nell’infanzia. In entrambi i casi, tra i più informati rientrano le persone con figli minorenni e le donne.

La legge sull’obbligatorietà dei vaccini per la fascia 0-16 anni e le numerose iniziative di sensibilizzazione realizzate, hanno certamente contribuito ad aumentare il livello di conoscenza delle vaccinazioni pediatriche con conseguenti tassi di copertura che, seppur in diminuzione durante la pandemia, si attestano su valori superiori al 90%.

Diversa la situazione delle vaccinazioni dell’età adolescenziale e dell’età adulta. Solo il 34% degli intervistati ha dichiarato di essersi vaccinato contro il papilloma virus (nella fascia d’età 18-30 anni), solo il 28% contro lo pneumococco (nella fascia d’età 60-70 anni), solo l’11% contro l’herpes zoster (nella fascia d’età 60-70 anni).

“La survey fornisce alcune indicazioni importanti sulle leve su cui agire per migliorare la conoscenza e, di conseguenza la fiducia, dei cittadini verso la prevenzione vaccinale. afferma Daniela Bianco – Partner e Responsabile dell’Area Healthcare di The European House – Ambrosetti. Inoltre, 1 su 2 tra gli esitanti e contrari ad alcune vaccinazioni come quella anti-pneumococcica, anti-herpes-zoster e anti-papilloma virus si dichiara disponibile a saperne di più prima di poter decidere. Emerge quindi la necessità di aumentare gli sforzi nella comunicazione per incrementare il livello di conoscenza dei cittadini anche su queste vaccinazioni”.

L’83% degli intervistati dichiara di conoscere persone che esitano o rifiutano di vaccinarsi: se il 26% esita o rifiuta di vaccinarsi per tutti i vaccini in generale, il 57% lo è solo in riferimento al vaccino anti-COVID-19. I freni alla vaccinazione percepiti sono essenzialmente: il timore di rischi per la salute e le lacune informative (informazioni non corrette o mancanti).

Anche tra i soggetti che hanno dichiarato di non ritenere i vaccini sicuri ed efficaci e i non vaccinati contro il COVID-19, il timore legato alla sicurezza si conferma la motivazione principale per la non vaccinazione, seguita dai dubbi relativi alle sperimentazioni.

Tra gli strumenti che, a detta degli stessi cittadini, possono contribuire ad aumentare il livello di fiducia nei confronti dei programmi di vaccinazione, figurano un maggior dialogo con il proprio medico o farmacista di fiducia, una maggiore trasparenza delle Istituzioni che si occupano di salute e campagne di informazione più frequenti da parte delle Istituzioni sanitarie; maggior dialogo e miglior informazione sono giudicati gli strumenti più efficaci anche per far cambiare idea alle persone che esitano o rifiutano di vaccinarsi.

Anche l’aumento del punti di somministrazione delle vaccinazioni consente di avvicinare maggiormente i cittadini alla prevenzione vaccinale: soprattutto le farmacie ma anche i luoghi di studio e di lavoro, sono quelli maggiormente apprezzati; anche tra chi è meno favorevole ai vaccini o non si è vaccinato contro il COVID-19, la farmacia è un luogo ritenuto appropriato per la somministrazione dei vaccini.

“Il 55% degli intervistati apre anche agli incentivi economici, in primis check up ed esami medici gratuiti e i bonus per palestre e centri sportivi, strumenti che oltre a incrementare il livello di fiducia dei cittadini hanno anche un ruolo di attivazione dell’attività economica”, afferma Andrea Grignolio, Responsabile del Vaccine Hesitancy Forum del Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del CNR. “Si tratta di strumenti propositivi volti ad ottenere una maggiore adesione vaccinale che potrebbero affiancarsi a quelli già in uso come i disincentivi e le penalizzazioni e che allineerebbero le politiche vaccinali italiane a quelle promosse da molti altri Paesi”.

In sintesi il quadro che emerge dall’indagine suggerisce che la fiducia degli italiani verso le vaccinazioni è migliorata dopo la pandemia da COVID-19. Tuttavia, anche tra i vaccinati, emergono alcuni elementi di perplessità che è necessario affrontare in modo puntuale e mirato.

Sono anche emersi chiaramente alcuni ambiti di intervento importanti per rispondere alle richieste dei cittadini: dalle modalità organizzative dei servizi di vaccinazione e contenuti e canali di comunicazione specifici a strumenti di incentivazione e di engagement che sono leve fondamentali per aumentare la fiducia verso le attività di prevenzione vaccinale.

Nel corso dell’evento sono intervenuti anche: Maria Chiara Carrozza (Presidente, CNR), Rossana Boldi (Vice Presidente della Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati), Cinzia Caporale (Coordinatore del Centro Interdipartimentale e della Commissione per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca, CNR), Antonio Gaudioso (Capo Segreteria Tecnica, Ministero della Salute), Andrea Mandelli (Vice Presidente, Camera dei Deputati; Presidente, FOFI), Annalisa Mandorino (Segretario Generale, Cittadinanzattiva), Paolo Siani (Vice Presidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza), Carlo Signorelli (Presidente del NITAG).

 

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