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Cheratosi Attinica: conoscere la malattia per combatterla

Diagnosi precoce e farmaci topici mirati consentono di curare questa patologia, evitando il rischio di evoluzione in

carcinoma squamocellulare.

Fondamentale la sensibilizzazione della popolazione per riconoscere sintomi e rischi.

A parlarcene, la Prof.ssa Gabriella Fabbrocini, Direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia e della Clinica Dermatologica dell’Università Federico II di Napoli. Con circa 60.000 prestazioni all’anno e 1200 day hospital, la Clinica è un Centro di Riferimento Regionale e per tutto il Sud Italia, dove si tratta sia la chirurgia oncologica sia la patologia infiammatoria, con un ampio focus sulla dermochirurgia.

Professoressa, la Cheratosi Attinica è una malattia poco conosciuta: di cosa si tratta e quali sono i rischi ai quali il paziente è esposto?

“La Cheratosi Attinica è una lesione precancerosa che può presentarsi in forme diverse in termini di colore, spessore ed estensione. Non è un tumore cutaneo ma presenta già delle caratteristiche anomale e quindi, se non rimossa tempestivamente, può evolvere verso un carcinoma. Solitamente insorge dopo i sessant’anni, predilige le zone foto-esposte – cuoio capelluto, dorso delle mani, orecchie, volto – perché nella sua patogenesi i raggi ultravioletti giocano un ruolo importante. Per questo i soggetti con fototipo chiaro sono più a rischio. Quando si accumulano molte cheratosi attiniche, l’evoluzione verso il carcinoma squamocellulare – che rappresenta da solo il 25% di tutte le forme di cancro che possono interessare la nostra pelle e ha un alto rischio di sviluppare metastasi – può essere molto frequente. Spesso, tuttavia, passa inosservata. Ecco perché è importante una terapia preventiva che oggi, fortunatamente, è possibile, grazie ai numerosi farmaci topici per il controllo della patologia e l’utilizzo di metodiche per l’eliminazione delle cheratosi”.

Qual è il percorso che il paziente deve intraprendere per avere una corretta diagnosi e trattamento?

“Per una corretta diagnosi si inizia con una visita dermatologica, a cui seguono una dermoscopia ed eventualmente una biopsia. Una volta riconosciuta la malattia, lo specialista può scegliere il trattamento più idoneo a curarla. Se fino a poco tempo fa le cheratosi attiniche si trattavano solamente con la crioterapia, la laserterapia o il curettage, ossia la rimozione di una parte di cute o l’asportazione chirurgica, oggi abbiamo a disposizione numerosi farmaci topici che consentono il trattamento di queste lesioni, ad esempio antiinfiammatori, farmaci a base di Fluorouracile e Acido Salicilico. Modulando la tipologia di prescrizione e la tipologia di terapia per ogni paziente, è possibile ridurre il rischio di sviluppare carcinomi. Si tratta di farmaci molto gestibili dal punto di vista di compliance da parte del paziente, e che sono molto efficaci nel ridurre l’indice di trasformazione e favorire la scomparsa totale delle cheratosi. Nel nostro Centro monitoriamo il paziente con questo tipo di trattamento con un follow-up a 3 e 6 mesi proprio per valutare la completa risoluzione della patologia o l’eventuale resistenza di piccole aree ancora lesionate e ripetere, in caso, il ciclo farmacologico. A fine anno dovrebbe arrivare sul mercato una nuova molecola – tirbanibulina – che si caratterizza per un meccanismo d’azione unico ed altamente selettivo assicurando un’efficacia mirata alla lesione unitamente ad una elevata aderenza terapeutica grazie al breve regime di trattamento. L’obiettivo, per il futuro, è quello di trovare farmaci sempre più selettivi che possano migliorare lo stato generale della cute, per poter utilizzare i trattamenti sempre più precocemente e ridurre gli interventi chirurgici, un aspetto particolarmente importante considerato che spesso questi pazienti sono anziani e dunque a rischio chirurgico”.

Che cosa è il progetto Derma-Point e quali sono stati i risultati ottenuti in Campania?

“È una campagna di sensibilizzazione per la diagnosi precoce della Cheratosi Attinica che si è svolta questa primavera in tutta Italia coinvolgendo diversi Centri e circa 1800 pazienti. In Campania, in particolare, abbiamo fatto oltre 100 visite, di cui la maggior parte erano Cheratosi Attiniche, a conferma dell’efficacia e del successo dell’iniziativa in termini di diagnosi precoce”.

Qual è il valore aggiunto di una attività di questo tipo?

“La campagna ha consentito a tantissime persone di effettuare uno screening gratuito accedendo agli ambulatori dermatologici della propria città con specialisti esperti che hanno potuto fare una diagnosi e impostare direttamente un percorso diagnostico-terapeutico. Non si è trattato quindi solo di una divulgazione di informazioni e conoscenze ma di un’opportunità concreta di avere una visita e una diagnosi su una patologia ad oggi ancora troppo spesso sottovalutata”.

Contatti:
Prof.ssa Gabriella Fabbrocini
Direttore UOC di Dermatologia Clinica AOU Federico II
Via Pansini, 5 – Napoli
Tel. 0817464386
Mail: gabriella.fabbrocini@unina.it

 

 

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