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L’Intelligenza Artificiale al tempo della Pandemia COVID-19

Gli sviluppi tecnologici sono un bene prezioso, anche in ambito sanitario, che non possiamo soltanto osservare da spettatori, ma che siamo invitati a guidare consapevolmente.

Una bella riflessione sull’argomento da parte di Padre Alberto Carrara, Membro della Pontificia Accademia per la Vita, Direttore del Gruppo di ricerca in Neurobioetica (GdN) dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, Fellow della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani, docente incaricato di Neuroetica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Europea di Roma (UER).

Quale ruolo ha avuto la cosiddetta“Intelligenza Artificiale” (IA) in questo periodo di Pandemia?

“Si è resa estremamente utile quale strumento emergente per debellare la pandemia che ci affligge. Da oltre sei mesi, infatti, l’umanità intera sta sperimentando la tremenda tempesta COVID-19 causata da un essere microscopico delle dimensioni dei nanometri: il nuovo Coronavirus del gruppo β classificato con la sigla SARS-CoV-2. Tutti abbiamo imparato a conoscerlo, ma non tutti sanno che per identificarlo, per ricercarlo nei tamponi, per individuare precocemente la sintomatologia corrispondente, per migliorare il trattamento dei pazienti sintomatici, per indirizzare al meglio le scelte terapeutiche, per monitorare la popolazione, per tracciare i contatti intrattenuti dai portatori apparentemente asintomatici e così arginare tempestivamente i piccoli focolai d’infezione, per aiutare l’identificazione di potenziali farmaci e vaccini da proporre quali candidati in trial clinici adeguati, l’“Intelligenza Artificiale” (IA) è stata fondamentale”.

Come si sono evoluti nel tempo i mezzi a nostra disposizione per affrontare Pandemie di questo tipo?

“L’evoluzione tecnologica ci ha catapultati nell’era post-moderna della quarta rivoluzione industriale attraverso tre tappe: siamo gli eredi di due secoli di rapidi e avvincenti cambiamenti che vanno dalla produzione meccanica, dal telegrafo, dalle ferrovie e dalle macchine a vapore del 1784, passando attraverso la scoperta e implementazione della corrente elettrica, dalla produzione di massa, dalle linee d’assemblaggio del 1870, dall’automobile, dall’aereo, dalle industrie chimiche, dalla medicina moderna, sino alla produzione industriale automatizzata tipica dello sviluppo dell’elettronica, dell’informatica e della computazione del 1969. L’odierno e coinvolgente panorama della rivoluzione digitale, della robotica, delle biotecnologie, delle nanotecnologie, dell’intelligenze artificiali, dei Big Data e delle neuroscienze, ci colloca in una condizione privilegiata rispetto al passato per poter affrontare più celermente e con migliori risultati di salute pubblica pandemie come la COVID-19”.

Dobbiamo rallegrarci dei progressi intrapresi?

“Assolutamente sì ed entusiasmarci per le possibilità e le novità che la tecnologia ci prospetta. La meraviglia per la creatività dell’ingegno umano non deve però nasconderci il fatto che come tutte le tecnologie, anche quelle legate all’IA non sono esenti da dinamiche di potere e beneficio: più lo strumento è potente, più grande sarà il beneficio, maggiore potrà essere il danno. Come tutti gli strumenti, anche l’Intelligenza Artificiale potrà contribuire al progresso integrale dell’essere umano e al bene comune a seconda dell’utilizzo che se ne darà. Per assicurare un autentico progresso dell’uomo in una prospettiva globale, inclusiva e umanizzante, si rende necessaria la compenetrazione dello sviluppo digitale con principi etici forti e fondati su una comprensione dell’umano in grado di integrare, senza eliminarle, le molteplici dimensioni dell’unità dinamica e organica che rappresentiamo.

La sfida che l’IA pone anche in ambito sanitario non è solo di carattere gestionale: essa interpella la stessa autocomprensione di noi stessi e sul nostro rapporto con gli altri. È dunque urgente una riflessione interdisciplinare in materia, in grado di offrire lo stato dell’arte, le reali evoluzioni prossime, le applicazioni positive e i pericoli dell’utilizzo dell’IA, specie in ambito sanitario”.

Contatti

info@bioetica.org /alberto.carrara@upra.org

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